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Ferrari: storica prima fila monzese, ma valgono i 14 millesimi di Seb da Hamilton

Erano 18 anni che non si vedevano due Rosse in prima fila a Monza: la SF71H ha confermato una supremazia tecnica nei confronti della Mercedes anche se i margini restano minimi. E Camilleri non poteva sperare in un suo debutto nel paddock più positivo.

Il polesitter Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggia

Il polesitter Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggia

Sam Bloxham / Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari
Ferrari red in the Scuderia Ferrari Club section
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Il polesitter Kimi Raikkonen, Ferrari, festeggia
Ferrari flag in the grandstand behind the Mercedes gantry
Louis Camilleri, Ferrari CEO
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Mattia Binotto, Ferrari Chief Technical Officer

La storia dice che per ritrovare due Ferrari in prima fila a Monza bisogna fare un passo indietro di diciotto anni, con Michael Schumacher e Rubens Barrichello che resero Rosso il sabato del Gran Premio d’Italia 2000.

Basterebbe questo dato per cogliere la portata di quanto è accaduto oggi nelle qualifiche di Monza, ma la portata dell’uno-due messo a segno oggi dalla Ferrari non ha solo un grande valore storico. E’, di fatto, il termine di una lunga rincorsa iniziata dopo la disastrosa stagione 2014 (la prima della F1 ibrida), una maratona iniziata ad handicap contro una Mercedes che ha confermato in pista di aver dato il via al ciclo più dominante nella storia del Mondiale di Formula 1.

La SF71H, arma della Ferrari nella stagione 2018, ha superato la prova dei circuiti cittadini, di quelli ad alto e medio carico ed infine la ‘prova Monza’, conquistando una pole position a 263,587 km/h di media. Maurizio Arrivabene si è goduto il momento, insieme all'amministratore delegato Louis Camilleri (che non poteva scegliere momento migliore per il suo esordio in pista come nuovo capo del Cavallino) per poi tornare subito suoi sui passi abituali: “I punti si assegnano domani”. È vero, ma l’esito di un Gran Premio può essere influenzato da tanti fattori e circostanze, mentre il giro in qualifica resta il momento di massima esaltazione del potenziale tecnico di una monoposto.

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Oggi la Ferrari ha chiuso trionfalmente il ciclo degli esami: la SF71H è una monoposto completa, nata bene e cresciuta meglio e la power unit di Maranello è di fatto il nuovo punto di riferimento del circus. La rincorsa è finita, ed anche se la Formula 1 non consente di dormire sugli allori, comunque è un traguardo che non può che rendere omaggio al grande lavoro svolto a Maranello.

Dodici mesi fa nessuno poteva prevedere una crescita di questa portata, ma lo staff tecnico di Mattia Binotto è riuscito in qualcosa di davvero speciale, un lavoro che ha avuto anche il pregio di essere stato portato avanti con un know-how italiano, e senza ricorrere (come era stato fatto per molti anni) ad assunzioni di tecnici stellati con ingaggi faraonici.

Il Mondiale 2018 ha ancora parecchia strada da percorrere, ma la Ferrari sa di poter contare su una monoposto vincente. Ora la parola passa alla squadra, ai piloti ed anche alle circostanze, che a Maranello si augurano non siano avverse. Oggi a Monza tutto è filato per il verso giusto, la nuvola ‘fantozziana’ è rimasta poco più in là, osservando il circuito da lontano, ed i piloti hanno completato il tutto, con la sorpresa di un Kimi Raikkonen che ha fatto ciò che era sempre mancato in questa stagione: piazzare il colpo giusto al momento giusto.

Iceman (che poi a ben vedere proprio di ghiaccio non è) è salito in cattedra nella Q3, mettendosi alle spalle di Hamilton nel primo run (a 69 millesimi) e centrando il miglior crono (nuovo record di Monza) nel tentativo conclusivo. Il tutto con una dose enorme di pathos, visto che nell’ultimo giro Hamilton è transitato sul traguardo ottenendo la pole position, persa da Lewis pochi secondi dopo quando a tagliare il traguardo è stato Vettel, ed infine passata nelle mani di Kimi.

Seb sotto la bandiera a scacchi ha letto “P1” sul display, e si è aperto via-radio con il tradizionale “Yes!!!”, ma subito dopo è arrivata la notizia del tempo di Raikkonen, che lo ha relegato in seconda posizione. C’è stato un po' di silenzio ed un “ne parliamo dopo” che ha fatto sorgere dei dubbi sull’accaduto. Ma non c’è alcun giallo.

Una cosa è successa, in effetti, ed è che Kimi Raikkonen ha chiuso un giro perfetto, mentre Vettel ha pagato caro un errore alla Roggia. Una sbavatura, ma quando si parla di centesimi di secondo anche la più piccola delle imperfezioni diventa cruciale.

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Il tedesco c’è rimasto male, ma sbollita la delusione (se vorrà) avrà anche di che essere felice, visto che per quattordici millesimi ha mantenuto la seconda posizione su Hamilton. Se a Lewis fosse riuscito il colpaccio, il sabato ferrarista e soprattutto la pianificazione in vista della gara di domani, sarebbe diventata ben altra cosa per Vettel e la Ferrari.

“Non ho fatto un giro pulito”, ha poi chiarito Seb, e quello è. È mancata la soddisfazione della pole position davanti al pubblico monzese, e l’amarezza di Vettel è comprensibile, ma nessun risultato è precluso al tedesco, e le premesse (con Hamilton alle spalle e con questa Ferrari) sono rosee in ogni caso.

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