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Ferrari: si scommette sul motore 3 "vitaminizzato" fino a Suzuka

La squadra del Cavallino ha deciso di rischiare schierando sia in Malesia che in Giappone il propulsore di Vettel che ha preso una scaldata dopo l'incidente al via di Singapore. Con il nuovo airbox cresce la potenza e si migliorano i flussi d'aria.

Ferrari SF70H airbox

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari e Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari e Riccardo Adami, ingegnere di pista Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H pit stop
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

La Ferrari ha deciso di rischiare: il motore 4 verrà montato solo ad Austin, fino alla gara americana, quindi, sarà di scena l’unità numero 3, quella che a Singapore ha patito una “scaldata” dopo che il radiatore dell’acqua della fiancata sinistra è stato rotto dalla speronata di Kimi Raikkonen nel crash al via.

Il team di Maranello in telemetria non ha visto valori anomali tali da giustificare un allarme sul propulsore, ma al di là dei concessi controlli endoscopici, non è stato possibile verificare in modo più appropriato se il 6 cilindri ha avuto delle conseguenze dal malaugurato incidente di Marina Bay.

La verità, quindi, la scopriremo solo domani mattina quando il motore 3 verrà montato sulla SF70H di Sebastian e saranno momenti di apprensione perché solo in quel momento i tecnici diretti da Mattia Binotto avranno le risposte definitive alle loro domande. La Ferrari, pertanto, ha deciso di puntare il tutto e per tutto nella convinzione di avere in mano le carte per giocarsi la partita iridata fino alla fine della stagione.

Il nuovo airbox, per esempio, non è una modifica dell’ultima ora: si tratta di un intervento che è stato pianificato da tempo con due funzioni ben distinte: primo, migliorare il raffreddamento della power unit portando più aria fresca al radiatore dell’ERS nelle piste più calde come Sepang e Abu Dhabi o quelle in altura come Città del Messico e Interlagos , dove la rarefazione dell’aria può rendere inadeguata la portata della solita presa d’aria dinamica. Sembra che la stessa power unit numero 3, potendo “respirare” meglio sia in grado di beneficiare di un piccolo incremento delle prestazioni.

Ma l’aspetto più curioso è che le due orecchie ai lati dell’airscope sono state aggiunte non solo per esigenze di affidabilità, perché l’analisi svolta in galleria del vento avrebbe dimostrato che è possibile trarre anche dei vantaggi aerodinamici. E qui veniamo al secondo punto: l’airbox a tre vie, infatti, grazie anche alla nuova conformazione del cofano motore permette di ripulire la vena fluida diretta verso l’ala posteriore e la T-wing.

E se gli uomini di Enrico Cardile e David Sanchez hanno dato il via libera all’airbox in stile Mercedes è il segno che la maggiore resistenza all’avanzamento e il peso aggiuntivo stimabile in 400 grammi (in una posizione molto alta della monoposto) sono ampiamente compensate dai vantaggi che si possono trarre dalle performance del motore e da un’ala posteriore più efficiente.

Il motore 3, quindi, terminerà il suo ciclo di vita a Suzuka nel prossimo weekend, dopo aver debuttato a Silverstone e corso a Spa e Monza, mentre come sappiamo a Singapore ha conquistato la pole, ma non ha superato il primo giro per l’ammucchiata al via dei due ferraristi con Max Verstappen. Sarà interessante vedere le face del muretto del Cavallino nelle libere del sabato quando ci sarà la prova del nove sulla strategia che a Maranello hanno adottato…

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