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Ferrari: Sebastian Vettel è "tornato". Poi si è scusato con Charlie Whiting

Vettel ritorna sul podio dopo una gara condotta all'attacco con una Ferrari degna del pilota campione del mondo. Il tedesco si rammarica per le molte parolacce via radio e per le ingiurie al direttore di gara.

Podio: il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari

Podio: il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari

XPB Images

Podio: il terzo classificato Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
(Da sx a dx): Valtteri Bottas, Williams; Nico Hulkenberg, Sahara Force India F1; Felipe Massa, Willi
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
La grid girl di Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Sebastian Vettel è tornato Sebastian Vettel. Il terzo posto di Città del Messico non cambierà molto la storia del Mondiale della Ferrari, ma questa volta la matematica non dice tutto. Il Seb messicano ha messo in campo una grinta ed una determinazione che non si vedeva da tempo, ed i motivi ci sono tutti.

E’ vero che i piloti di Formula 1 sono professionisti, lautamente pagati, tra l’altro. Ma un quattro volte campione del Mondo, con quarantadue vittorie in bacheca, è pur sempre un uomo. E se c’è da spingere per un sesto posto, anche se il cervello è quello del professionista assoluto, il cuore non batte come quando c’è da tirare la staccata per una vittoria.

Dopo le deludenti qualifiche, in gara Vettel ha fiutato l’odore del podio. Ed ecco che è ritornata anche la grinta e quella voglia di mettersi alle spalle un periodo buio (per cause tecniche) tornando a recitare da attore protagonista.

Per riuscire a salire sul podio più bello dell’anno (non ce ne voglia Monza...) Seb ha messo sul piatto piede, cervello e cuore. Il primo passaggio importante è stata la gestione del primo set di gomme soft, essendo riuscito a coprire ben 32 giri. Per dare un peso a questo dato, il confronto va fatto con Hamilton (16 giri) e Raikkonen, 20.

Dopo il pit-stop Seb è tornato in pista dietro il compagno di squadra, ma con una gomma più fresca. E’ stato provvidenziale il secondo pit-stop del finlandese, perché a pista libera Seb ha recuperato ben 12 secondi alla Red Bull di Verstappen, proprio grazie alla gomma media più fresca, visto che l’olandese aveva effettuato il suo pit-stop al giro 13.

Ma nel finale, con Vettel stretto a sandwich tra le due Red Bull, serviva qualcosa in più. Ed è arrivata. L’attacco su Verstappen ha costretto l’olandese all’errore, e sappiamo quanto Max sia tosto in difesa. Poi da attaccante Vettel si è trasformato in difensore, chiudendo il pilota più aggressivo in frenata, dicasi Ricciardo, alle curve 4 e 5.

Una manovra al limite, oggetto di investigazione da parte del Collegio dei Commissari Sportivi, ma di sicuro non arrendevole, in cui Seb ha comunque lasciato spazio all’australiano.

Poi c’è stato il Vettel via-radio, che per sfogare la sua rabbia dopo la furba escursione nella via di fuga della prima curva da parte di Verstappen, ha attinto da un dizionario non proprio elegante.
“Ho usato molte parolacce, troppe… - ha spiegato Vettel – ero dietro Max, che aveva gomme molto più vecchie delle mie, e quando l’ho visto tornare in pista dopo essere andato lungo in frenata, beh, ero davvero arrabbiato. Anche al termine della gara ero molto nervoso, ma poi sono stato ben felice di salire sul podio”.

Quando è stato comunicato a Vettel che sarebbe stato lui a salire sul podio, la giornata di Seb è cambiata. Una lunga corsa verso lo “stadio” del circuito dedicato ai fratelli Rodriguez, l’abbraccio con Maurizio Arrivabene, e via, verso la premiazione.

Subito dopo Vettel ha voluto scusarsi personalmente con Charlie Whiting, apostrofato in modo poco gentile nelle animate tornate conclusive.
“Quando sei in macchina in quelle circostanze – ha spiegato – a volte prevale l’aspetto emozionale. Ero pieno di adrenalina, potete immaginare quanto fossi nervoso per quello che aveva fatto Max. Ma mi sono scusato con Charlie”.

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