Ferrari: preoccupa di più l'affidabilità della SF90 o l'errore di Vettel?
La Rossa ha dimostrato in Bahrain di essere una monoposto competitiva ma ancora fragile nella meccanica. La Scuderia però ha avuto la conferma che Leclerc è pronto per puntare a risultati ambiziosi, mentre Sebastian è parso ancora una volta vulnerabile.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
La Ferrari ha concluso il fine settimana di Al Sakhir con due notizie molto gradite ed altrettante di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Le prima buona nuova arrivata dal Bahrain è che la SF90 è la monoposto vista ai test di Barcellona, ovvero una vettura temuta da tutti, Mercedes inclusa, che nulla a che vedere con quella vista due settimane fa a Melbourne.
Il secondo gradito verdetto confermato dal weekend bahrenita è che Charles Leclerc è un pilota pronto a lottare per traguardi assoluti, esattamente quelli a cui ambisce la Ferrari.
C’è però un bicchiere mezzo vuoto, che alla fine ha condizionato in modo pesante la trasferta in Medioriente del Cavallino. Se, come detto, la SF90 va forte, è anche vero che sin dai test pre-campionato non ha ancora confermato quei livelli di affidabilità tecnica che sono indispensabili per puntare al Mondiale.
In un sistema di punteggio come quello in vigore (senza scarti e con ben 21 Gran Premi in calendario) una battuta a vuoto è un problema micidiale, ed anche se Leclerc è riuscito a transitare sotto la bandiera a scacchi di Al Sakhir in terza posizione, il problema alla power unit è costato alla Ferrari la prima vittoria stagionale e ben venti punti nella classifica costruttori.
Il secondo allarme riguarda Sebastian Vettel. Le speranze della Ferrari, dei sostenitori del tedesco (e dello stesso Seb) erano molto chiare alla vigilia di questa stagione. Speranze di non vedere più il Vettel vulnerabile dell’ultima parte della stagione 2018, con i testacoda a Monza, Suzuka e Austin.
Invece si è materializzato nuovamente al trentottesimo giro della gara di Al Sakhir, mentre era ai ferri corti con Lewis Hamilton.
Non sarà semplice per Mattia Binotto riuscire a valutare se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Rispetto a Melbourne c’è stato un grande passo avanti, ma sono arrivati anche nuovi allarmi, e nel frattempo la Mercedes viaggia a punteggio pieno.
Il punto è questo: la Ferrari ha tutto quello che serve per puntare in alto, ma mentre a Maranello lavorano ancora per affinare le armi, Hamilton e Bottas allungano in classifica. Nulla, per ora, di irrecuperabile, visto che siamo a due ventunesimi del cammino stagionale, ma in Cina servirà un segnale forte.
Il confronto sarà probabilmente serrato, e questo porta al secondo problema del Cavallino. Nessuno ha dubbi sulla capacità di Vettel di saper gestire al meglio un weekend alla… Vettel, ovvero pole, gara in testa e via verso la bandiera a scacchi.
Proprio in Bahrain dodici mesi fa mise in scena un copione da professionista navigato, gestendo la rimonta finale di Bottas con grande freddezza. Ma una parte importante della Formula 1 sono anche i confronti corpo-a-corpo, e soprattutto se il Mondiale vivrà su un grande equilibrio tecnico (quello che si augurano gli appassionati) i duelli sono da mettere in conto.
E qui Vettel continua a mostrare dei limiti importanti, soprattutto se l’avversario si chiama Hamilton o Verstappen.
Potrebbe essere un dettaglio, come un problema non da poco, a dirlo sarà la dinamica con cui si svilupperanno le prossime gare.
“Non penso che questa situazione abbia nulla a che fare con la pressione – ha commentato Vettel - quando stavo combattendo con Lewis il mio obiettivo era di puntare alla testa della corsa, e sono stato sorpreso quando ho perso improvvisamente il posteriore. Sicuramente è stato un mio errore che ho bisogno di digerire, ed ovviamente la mia gara avrebbe potuto essere diversa senza quel testacoda”.
Una vittoria gettata al vento, forse, una chance per provare a vincere, sicuramente.
In Ferrari, però, sono tutti con Seb, e la conferma è arrivata da Binotto, che dopo la risposta di Vettel ha voluto aggiungere un suo commento:
“Come ha già detto Seb è stato un errore, e non penso che dobbiamo discutere ogni errore. Siamo sempre in battaglia, questo è quello che stiamo facendo e che vogliamo sempre fare, e non è mai facile. Noi vogliamo incoraggiare i nostri piloti, perché è solo spingendo al limite che si ottengono grandi risultati, ed è ciò che Seb stava cercando di fare oggi”.
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