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Ferrari: perché più indietro non si può andare?

La squadra del Cavallino a Barcellona ha scoperto qual è il suo valore effettivo, al netto delle magie regalate da Leclerc. La SF1000 è la quinta forza nella griglia, rivelandosi peggiore di quanto avesse mostrato nei test invernali proprio al Montmelò. Mancano le prestazioni e manca l'affidabilità. A Maranello dovranno dare una sterzata già nel 2021 puntando sul nuovo motore e sull'aerodinamica da rivedere per i tagli regolamentari. Ma con quali uomini?

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, torna in garage

Steven Tee / Motorsport Images

La Ferrari è in un buco nero. I piloti sono nervosi perché dalla SF1000 non si cava niente di buono. La Scuderia è precipitata al quinto posto del mondiale Costruttori: del resto una sola Rossa è entrata in Q3 in qualifica e una sola Rossa ha visto il traguardo, per cui un Cavallino “azzoppato” non può difendere quel terzo posto fra i team che rappresenta l’obiettivo massimo di questa sciagurata stagione.

Il dato disarmante è che nell’inverno si parlava di un gap di mezzo secondo della Ferrari dalle Mercedes: questo era il divario valutato nei test invernali, quando la SF1000 aveva dato i primi segni di essere una monoposto “sbagliata”, mentre in occasione del GP di Spagna corso ad agosto, il divario è quasi triplicato: 1”4 in qualifica con Charles Leclerc, nono, e Sebastian Vettel, undicesimo.

In mezzo c’è stata la pandemia del COVIF-19 e il lungo lockdown che hanno cambiato il mondo e la F1, ma non la Ferrari che è rimasta uguale a se stessa. Negli uomini come nei mezzi. Certo la squadra di Maranello deve “purgare” gli eccessi di motore della stagione scorsa ed ora è l’unica casta e pura in un mondo di furbacchioni, perché le Direttive Tecniche sulle power unit si sono moltiplicate, ma non le interpretazioni nelle aree grigie del regolamento.

Passerà la nottata e l’anno prossimo, con il motore nuovo che nel Reparto Corse si sta confezionando, si monteranno anche particolari che non sono andati in macchina quest’anno per scontare la “pena”. Dunque, il propulsore che c’è adesso è il più “sgonfio” che c’è in circolazione, ma è anche quello che, purtroppo, ha più problemi.

Non ci sono le prestazioni e nemmeno l’affidabilità, per cui il bilancio non potrebbe essere peggiore. A Silverstone si è rotto il 6 cilindri di Vettel, mentre a Barcellona un problema elettronico ha ammutolito quello di Leclerc, mentre gli altri procedono come orologi svizzeri. Come mai?

È evidente che c’è qualcosa che non quadra e va messa mano al sistema: si dice che si stia cercando un capo progettista dopo che Andy Cowell, ex responsabile a Brixworth di Mercedes HPP, avrebbe declinato l’invito di ristrutturare il reparto power unit. Ma non c’è l’identikit dichi potrebbe ambire al ruolo di Wolf Zimmerman.

Ma, e lo andiamo dicendo da mesi, il male non sta solo nel motore: la SF1000 è deficitaria anche dal punto di vista del telaio e dell’aerodinamica. L’atteso cambio irrobustito, destinato a evitare certe torsioni del retrotreno non si è ancora visto e probabilmente non si vedrà presto, perché l’aggravio di peso pare non compensi l’incremento di prestazioni.

Così come il muso stretto è in gestazione da mesi, ma non debutta mai, perché i numeri che arrivano dalla galleria non sono affatto entusiasmanti. E allora si cerca una… ventata di aria fresca nel dipartimento aerodinamico curato da David Sanchez.

Cosa dobbiamo aspettarci dal Belgio dove l’anno scorso Leclerc conquistò la sua prima vittoria in F1?

Una macchina che indosserà un pacchetto aerodinamico da basso carico con nuove ali e un diverso fondo studiato apposta per i circuiti veloci (Spa e Monza) perché la SF1000 è sorda alle modifiche.

Sta di fatto che, a parità di motore, si stanno avvicinando alla Rossa anche le macchine clienti (Alfa Romeo e Haas) il che è tutto dire. Aspettiamoci degli innesti di tecnici che arrivano da fuori nel mese di settembre, per portare linfa e idee in un ambiente depresso che non sembra più capace di cavare un ragno dal buco.

Il presidente John Elkann ha dato appuntamento alla vittoria al 2022, dando continuità a un gruppo di lavoro guidato da Mattia Binotto che deve fare un salto di qualità. Ma prima di pensare alle monoposto a effetto suolo sarebbe meglio sfruttare le (poche) finestre regolamentari per cambiare la SF1000.

Se è vero che si può omologare un motore completamente nuovo per il 2021 e ci saranno riduzioni del carico aerodinamico che andranno ben oltre il taglio del fondo (con l’abolizione degli slot sul pavimento), visto che si parla di limitare le dimensioni dell’ala posteriore, allora ci sarebbe il tempo per partorire qualche concetto innovativo che possa riportare la Rossa a puntare a qualche isolata vittoria.

E se i cassetti sono vuoti, si abbia il coraggio di guardare lontano per mettere le basi tecniche concrete di una squadra che nel 2022 dovrà rispondere presente al proprio Presidente, non per ambire a quale sporadico successo, ma per sfidare la Mercedes (se ci sarà ancora) per il titolo mondiale. E il cammino sembra più impervio del previsto…

Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un testacoda
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, ai box
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, torna in garage
Charles Leclerc, Ferrari SF1000 ai box
Charles Leclerc, Ferrari SF1000 ai box
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, precede Daniil Kvyat, AlphaTauri AT01
Lando Norris, McLaren MCL35, lotta con Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Le auto di Kevin Magnussen, Haas VF-20, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35, Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, al Parc Ferme
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, e Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, ai box
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
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