Ferrari: partenza e strategia le chiavi per costruire il sorpasso di Vettel alle Mercedes
La SF71H ha pagato il distacco da Hamilton nel T1 del Paul Ricard, quello più guidato, mentre è in grado di sfidare le Mercedes nel veloce, segno che il motore non teme il nuovo 6 cilindri di Brixworth. Kimi, invece, sta diventando un caso.
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, scintille
Mark Sutton / Motorsport Images
I numeri forse non dicono tutto. Al termine della qualifica del Paul Ricard la Ferrari registra un terzo ed un sesto posto, con Sebastian Vettel a 371 millesimi dal poleman Lewis Hamilton, con Kimi Raikkonen solo sesto. Ad una prima occhiata può sembrare una Mercedes pigliatutto, lanciata dalla nuova power unit specifica 2.1 che ha esordito nelle prove di ieri, ma è un’analisi incompleta, perché ci sono molti elementi che hanno contribuito a concretizzare una prima fila tutta grigia.
Il ritardo accusato da Vettel è stato accumulato tutto nel primo dei tre settori del tracciato francese, un tratto che si percorre in poco più di ventidue secondi e che vede nella percorrenza delle curve 3,4 e 5, una sequenza molto guidata. In quel punto della pista a fare la differenza, più che la Mercedes, è stato Hamilton, come conferma anche il confronto tra lo stesso Lewis e Bottas, che ha rimediato quasi due decimi dal compagno di squadra: 22”225 per Hamilton, 22”408 per Valtteri.
Lewis ha fatto l’Hamilton
Non è la prima volta che Lewis decide di… decidere, e oggi è sembrata una di quelle. La Mercedes di Hamilton non era realisticamente alla portata della Ferrari, ma quella di Bottas era potenzialmente un obiettivo raggiungibile per Sebastian Vettel. A patto però di fare il giro perfetto, e lo stesso Seb, a fine qualifica, ha ammesso che la sequenza impeccabile non è arrivata.
Il tedesco nell’ultimo tentativo prima della bandiera a scacchi ha osato in alcuni punti critici della pista, ma ha finito per andare un po' oltre i limiti del tracciato, e il cronometro non ha fatto sconti.
Una prima fila avrebbe fatto la differenza in vista della gara, perché avrebbe permesso di approfittare anche di una piccola sbavatura al via del poleman, ma per la Ferrari restano comunque 53 giri da affrontare senza nessun obiettivo precluso, a patto però di mettere il muso davanti alle due Mercedes.
Vettel non può contare molto sulla conformazione della pista del Paul Ricard, che non sembra offrire grandi chance di sorpasso, ma nel box del Cavallino ci sono comunque situazioni in cui sperare.
La strategia potrebbe giocare un ruolo importante
Nelle simulazioni completate ieri il passo di Vettel con le supersoft è stato migliore rispetto anche alle due Mercedes, un aspetto da non sottovalutare in vista di domani. La “race pace”, ovvero il passo di gara, non è oggetto di preoccupazioni nel box del Cavallino, ma come detto, serve il sorpasso.
Su questo fronte potrebbe venire in aiuto la strategia, poiché la Ferrari ha scelto di passare la soglia della Q2 con gomme ultrasoft, differenziando la scelta rispetto a Red Bull e Mercedes, che prenderanno il via con la mescola supersoft.
Vettel sulla carta avrà a disposizione una gomma più performante nei primi due giri, ma il vantaggio potrebbe venire dall’ingresso in pista della safety car prima del ventesimo giro. La Ferrari in quel caso potrebbe passare alle supersoft puntando a chiudere la corsa senza problemi di usura, mentre Mercedes e Red Bull sarebbero costrette a restare in pista poiché la loro strategia (a meno che non decidano per utilizzare le soft, ma con non pochi punti interrogativi) prevede il passaggio alle ultrasoft nell’ultimo terzo di gara.
Il motore è un punto fermo, Raikkonen meno
In una giornata che ha visto cinque power unit Ferrari nelle prime dieci posizioni, non sono i cavalli della power unit a preoccupare il tecnici del Cavallino. La Mercedes con la nuova unità ha confermato un passo avanti atteso già dal Canada, ma sembra più un divario colmato che un vantaggio acquisito.
Una risposta definitiva arriverà dalle prossime gare, ma oggi il divario in qualifica non è sembrato legato (come in passato) al fatidico “bottone magico”, come conferma anche il margine che Vettel ha inflitto alle due Red Bull quando si è trattato di spremere al massimo la cavalleria.
A mancare è stato invece Raikkonen. Per la terza volta quest’anno (dopo Baku e Canada) è arrivato un errore nel momento clou della qualifica che lo ha relegato in sesta posizione. Ed è un vero peccato, perché Kimi aveva nel piede un tempo che potenzialmente avrebbe potuto insidiare anche lo stesso Vettel.
Dispiace a Kimi e dispiace anche alla stessa Ferrari, perché in pochi istanti Iceman ancora una volta ha visto svanire il lavoro portato avanti dalla prima sessione di prove libere. La gara è domani, ma per Raikkonen sarà ancora una volta una corsa da iniziare in salita.
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