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Ferrari, parola alla squadra: "Non basta più arrivare secondi!"

Questa volta il presidente Marchionne ha preferito tacere. Ad assumersi la responsabilità sulla SF71H sono stati Arrivabene e Binotto. In particolare il direttore tecnico è pronto a scommettere sul potenziale vincente della Rossa.

Ferrari SF71H

Foto di: Ferrari

Ferrari SF71H
Ferrari SF71H
Ferrari SF71H
Ferrari SF71H
Ferrari SF71H
Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari, Marc Gene, Ferrari
Ferrari SF71H
Ferrari SF71H, dettaglio dell'halo
Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari, Marc Gene, Ferrari, Maurizio Arrivabene, Ferrari

Il Presidente Marchionne, presente in prima fila al varo della SF71H, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sul Mondiale che la Ferrari si appresta ad iniziare, lasciando i riflettori ai due piloti nonché a Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto.

Sarà stato per l’atmosfera natalizia dipinta da un’imprevista nevicata, ma non sembrava una giornata da grandi proclami, fino a quando lo spirito del progetto SF71H è emerso proprio nell’ultima risposta della conferenza stampa:
“Lo scorso anno ci sono stati tanti aspetti positivi – ha commentato Binotto - ma nel 2018 siamo chiamati ad un ulteriore passo avanti. Il nostro obiettivo non può essere quello di arrivare secondi, e dovremo giocarcela su tutte le piste”.

Se la SF70H è stata la monoposto della resurrezione, dopo un 2016 da incubo, la nuova vettura realizzata a Maranello (Maurizio Arrivabene ha chiarito più volte che si tratta di un progetto totalmente italiano) ha un solo scopo, e non proprio di quelli facile da raggiungere.

Il che si traduce nell’obiettivo di mettersi alle spalle il problema delle ‘pista amiche e meno amiche’ e mettere in campo un velocissimo camaleonte, capace di adattarsi a tutto, da Monte Carlo a Monza. Il silenzio di Marchionne, che ha assistito in Loden scuro alla presentazione, non è sembrato essere un mutismo di preoccupazione, quanto scaramantico.

“Sembra proprio che abbiamo fatto tendenza”, ha sussurrato Binotto parlando delle monoposto concorrenti viste finora, ed in effetti i concetti della SF70H sono stati ripresi da diversi avversari. “Sappiamo cosa abbiamo fatto bene lo scorso anno – ha chiarito il responsabile tecnico – e abbiamo cercato di concentrarci sui punti dove eravamo carenti. Ma siamo andati oltre anche sui fronti in cui i riscontri erano già buoni”.

L’obiettivo è quello di mantenere un certo vantaggio sul fronte autotelaio, e le armi su cui conta la Ferrari sono principalmente la stabilità e lo spirito di gruppo che si è cementato sempre di più tra le mura di Maranello.

La presentazione all’interno della Hangar del reparto Nuova Logistica (dove vengono solitamente attrezzati i container da inviare sui campi di gara) ha esaltato proprio il gruppo di lavoro, con una scenografia che ha posto al centro la nuova monoposto circondata da coloro che l’hanno ideata e realizzata.

Ridotta all’essenziale la presenza di ospiti, quasi a voler far godere la nuova nata agli addetti ai lavori che l’hanno portata alla vita.

Le tante speculazioni della vigilia sono state in parte smentite, a partire dal nome SF71H (privilegiando la continuità) così come sul fronte della colorazione, con un rosso molto brillante che si è espanso in nuove zone della monoposto lasciando però spazio alla ‘pinna’ bianca con il tricolore.

E poi tanti dettagli, alcuni (pochi) visibili ed altri nascosti, che testimoniano un lavoro aerodinamico estremo. Uno degli aspetti che colpisce di questo gruppo di lavoro è la fiducia nelle proprie capacità. In Formula 1 è regola buttare l’occhio nel box di fianco, ma l’equipe Resta-Sanchez-Cardile va avanti per la propria strada, incurante di ciò che emerge in team concorrenti.

Quello che non si dice, ma probabilmente si pensa, è che l’ultimo salto di qualità della Ferrari passerà soprattutto dalla power unit.

Ci sarà la sfida affidabilità, in parte perché questo fronte è stato l’incubo della parte finale della scorsa stagione, e ovviamente perché il nuovo regolamento impone un aumento del trenta per cento della percorrenza richiesta ad ogni singola power unit. Ma non solo.

Per battere la Mercedes sarà necessario anche azzerare il gap in qualifica, un passaggio cruciale per non dover iniziare i Gran Premi inseguendo. “Abbiamo lavorato anche su questo fronte”, ha confermato Binotto.

E a chi ha fatto notare che la Mercedes non ha sfoggiato grande umiltà alla presentazione della W09 Maurizio Arrivabene ha risposto così: “Non sono sorpreso. Sono campioni del Mondo e devono difendere il titolo, è normale che abbiano fiducia nelle loro capacità, sarei sorpreso del contrario”.

Fiducia che però non sembra mancare anche tra le mura di Maranello...

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