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Ferrari: l'uomo misterioso arriverà alla Gestione Sportiva dal prodotto GT

Nessuna rivoluzione: Binotto cerca una figura a cui affidare la direzione della fabbrica scaricando sue responsabilità. Come hanno mostrato gli esempi di Cardile e Iotti, gli uomini del GT hanno contribuito a potenziare la squadra. E il prodotto potrà scoprire le nuove tecnologie.

Ferrari SF71H, dettaglio

Erik Junius

È caccia al nome. Secondo alcune fonti la Ferrari starebbe cercando una figura che possa in qualche modo de-responsabilizzare Mattia Binotto in alcune funzioni che nel suo ruolo di “capo supremo” del Reparto Corse (l’ingegnere reggiano è sia team principal che direttore tecnico) non riesce più a seguire con l’attenzione di prima, quando si occupava solo dell’aspetto tecnico.

E sono nate molte speculazioni secondo le quali a Maranello la “rivoluzione” dopo l’uscita di Maurizio Arrivabene non si sarebbe affatto conclusa. Per quanto risulta a Motorsport.com la situazione è molto fluida e, pare, che il clima all’interno della Gestione Sportiva si sia parecchio rasserenato con minori occasioni di attrito fra le parti che portano a una maggiore collaborazione fra i reparti.

Louis Camilleri, CEO Ferrari, non starebbe cercando un vice direttore tecnico da inserire nella piramide di quelli che rispondono direttamente a Binotto (Cardile e Sanchez aerodinamica, Iotti e Gualtieri motoristi e Montecchi telaio, tanto per citare i principali), ma una figura che si aggiunga alla lista e prenda il controllo della fabbrica, organizzando la produzione dei pezzi e degli sviluppi in linea con quanto previsto dai piani del Reparto Corse.

Nelle factory di F1 è in corso una rivoluzione tecnologica che sta impattando sulle metodologie di lavoro: si stanno accelerando in modo stupefacente i tempi per l’adozione di nuovi pacchetti evolutivi. I sistemi di simulazione sono sempre più realistici e la ricerca al CFD sta sostituendo il lavoro in galleria del vento (il wind tunnel è usato come validazione delle soluzioni da portare in pista) accorciando la filiera e, quindi, i tempi.

Non solo, ma l’introduzione dell’additive manufactoring modifica l’approccio alla costruzione di una monoposto di F1. Grazie alle stampanti 3D si stanno sperimentando delle testate del 6 cilindri che non sono più prodotte in fusione, ma con sistemi di produzione additiva che utilizzano la polvere di metallo per produrre componenti direttamente dal file CAD grazie alla tecnologia di bed-fusion.

In questa logica di continua trasformazione che riguarda anche l’area dei compositi è facile capire quanto importante possa essere saper gestire le risorse della fabbrica nel modo più efficiente. È per questo che non ci sorprenderemmo se dall’area GT della Ferrari dovesse arrivare colui che potrebbe diventare il… direttore di fabbrica.

Gli ultimi innesti di Enrico Cardile (aerodinamica) e Corrado Iotti (motori) hanno dato risultati eccellenti in F1, per cui la promozione di un uomo che arriva dall’altra parte della strada sarebbe vista con interesse. Tanto più che le nuove tecnologie che vengono sperimentate nel Reperto Corse potranno presto approdare anche nelle linee del prodotto.

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