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Ferrari: l'ordine di squadra non degrada Vettel a secondo

Il 'team order’ che al giro numero 25 del GP del Belgio il muretto del Cavallino ha impartito a Vettel ha permesso a Leclerc di vincere il suo primo GP. Non è una retrocessione del tedesco a seconda guida: ogni gara verrà affrontata per trarre il massimo vantaggio per la Scuderia.

Charles Leclerc, Ferrari SF90, festeggia la pole position, davanti a Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Charles Leclerc, Ferrari SF90, festeggia la pole position, davanti a Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Steven Tee / Motorsport Images

Tra gli argomenti che da sempre scatenano opinioni e commenti degli appassionati di Formula 1, quello relativo alle relazioni tra compagni di squadra (e gli ‘status’ di prima e seconda guida) è costantemente in vetta alle preferenze.

Il confronto interno a una squadra accende sempre grandi discussioni ed ovviamente un motivo c’è: la comparazione avviene senza la variabile tecnica, un parametro che azzera eventuali benefit e carenze tecniche.

All’indomani del Gran Premio del Belgio, dopo quello relativo al ritorno alla vittoria della Ferrari l’argomento che ha scatenato più commenti è stato il ‘team order’ che al giro numero 25 della gara di Spa il muretto del Cavallino ha impartito a Sebastian Vettel.

Una decisione corretta, senza la quale non sarebbe arrivato il successo di Charles Leclerc, ma che ha proposto un Vettel in una inedita versione da scudiero. E da qui la successiva domanda: Seb ora è una seconda guida?

Dietro ogni decisione c’è una motivazione, e in Belgio all’origine dell’ordine di squadra deciso dalla Ferrari c’è stata la necessità di consentire a Leclerc di non perdere neanche un decimo di secondo nel serratissimo confronto a distanza con Lewis Hamilton.

 

Chiariamo: Leclerc avrebbe sicuramente passato Vettel, la differenza di passo tra i due era notevole, ma se Seb non si fosse fatto da parte ed avesse difeso la posizione, probabilmente il monegasco avrebbe perso qualche decimo o qualche secondo che a fine gara (come si è poi visto) poteva essere cruciale.

A determinare le posizioni in cui si sono trovati i due ferraristi non è stato però il muretto box del Cavallino, ma la pista.

A partire da sabato mattina Leclerc ha confermato un altro passo rispetto al compagno di squadra, e la storia della corsa fino al giro 26 (quando Vettel ha dato strada) è stata determinata dal rendimento dei due piloti.

Seb ha poi dato una mano importante, perché grazie alla sua difesa Lewis ha perso circa 5 secondi (stima Mercedes considerando i tempi che Hamilton avrebbe potuto ottenere in quei giri a gomma fresca), margine fondamentale per il successo di Leclerc.

C’è una considerazione importante da fare: i problemi nella gestione degli pneumatici accusati da Vettel di fatto lo hanno tagliato fuori dalla lotta per il podio, ed indipendentemente dal suo prezioso aiuto garantito a Leclerc, Seb a Spa non avrebbe ambito alla top-3 in ogni caso.

Sebastian ha quindi dato una mano, ma non ha sacrificato nulla del suo bottino di tappa, ed infatti a fine gara il tedesco (sempre molto onesto nelle sue analisi) ha confermato che i problemi erano con la macchina.

La storia di questo Mondiale ci sta confermando gara dopo gara che sulle piste in cui la SF90 conferma un retrotreno stabile Vettel è sempre Vettel, al contrario, quando il posteriore si muove più del previsto, Leclerc riesce a tirare fuori dalla monoposto più performance del compagno di squadra. Questione di setup, gomme, piste e temperature.

C’è chi ha visto nell’ordine di squadra impartito al quattro volte campione del Mondo una sorta di cambio di gerarchie, ma è di fatto un voler andare oltre.

La storia della Formula 1 riporta tante vicende di piloti chiamati a supportare il compagno di squadra anche per intere stagioni, ma non è ciò che stiamo vedendo in Ferrari, perché al di là di tutto manca l’obiettivo.

Leclerc non è in corsa per il Mondiale (anzi, ha ancora meno punti di Seb), quindi per quale motivo dovrebbe esserci una prima ed una seconda guida se entrambi i piloti non lottano per il titolo?

Ci sarà (e qui anche Mattia Binotto è stato chiaro) la possibilità che la Ferrari possa trovarsi a lottare per successi nelle singole gare, come a Spa, ed in questo caso se le condizioni di gara lo riterranno cruciale, sarà chiesto ad un pilota di aiutare il compagno. Ma solo per bottini di tappa, il che vuol dire che ogni weekend si inizierà da zero valutando eventualmente chi ha più chance di imporsi.

Poi, a fine anno, saranno fatte le valutazioni del caso, ma quello delle gerarchie interne a lungo termine sarà un ‘dolce’ problema che a Maranello dovranno eventualmente porre quando torneranno a lottare per il titolo. Chissà, forse sperano che possa essere in agenda già dal 2020...

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