Ferrari: l'affidabilità è il vero problema che preoccupa Maranello
L'attenzione in Spagna si è polarizzata sulle gomme ribassate di 0,4 mm, ma la sensazione è che il team di Maranello cominci ad accusare dei problemi di affidabilità legati alla power unit. A Monte Carlo, però, la musica dovrebbe essere diversa.
L’analisi post-gara di Sebastian Vettel va oltre il tema del weekend, ovvero le ormai celebri gomme portate a Barcellona dalla Pirelli con un battistrada ridotto di 0,4mm. Se la Mercedes ha dominato il Gran Premio di Spagna dall’alto di una superiorità che ha riportato alla mente un recente passato, non è solo una questione di pneumatici.
La Ferrari a Montmelò non ha perso solo 31 punti nei confronti della Mercedes, ma anche 13 rispetto alla Red Bull, mancando clamorosamente il podio.
Che la SF71H non abbia calzato alla perfezione le nuove Pirelli è un dato di fatto, ma non il solo. Vettel ha sintetizzato in tre punti la sua analisi: performance, gestione gomme ed affidabilità. Partiamo dall’ultimo punto, tutt’altro che di secondo piano.
La Ferrari al traguardo è stata una sola, e questo ha poco a che fare con le gomme, e per la seconda volta in 48 ore Kimi Raikkonen si è ritrovato a comunicare via-radio un “no power” molto esplicativo.
E’ un allarme forte, perché il Mondiale 2018 si giocherà molto sull’affidabilità, e dopo le prime quattro gare le fumate iniziano ad essere più frequenti.
Dopo Raikkonen anche Ocon ha accostato a bordo pista per un calo di pressione dell’olio. “Speriamo di non dover sostituire il motore”, ha dichiarato la Force India, mentre in Ferrari un motore termico (più turbo) era già stato cambiato venerdì sera.
È condivisibile quanto sottolineato da Vettel, perché se le gomme della discordia si faranno da parte (almeno fino al Paul Ricard), le power unit continueranno a dover macinare chilometri.
Vettel ha separato la valutazione su una performance non all’altezza della Mercedes (“Non siamo stati abbastanza veloci, è stato evidente”) da quella relativa alla gestione degli pneumatici (“abbiamo faticato troppo nel corso del weekend con la gestione delle gomme, che saranno anche cambiate, ma sono cambiate per tutti”) ma serviranno delle verifiche.
A Barcellona si sono intrecciate molte variabili: temperature più basse del previsto, un asfalto nuovo, molti aggiornamenti tecnici e le nuove gomme.
E’ vero che la Ferrari ha mancato sia la performance (in gara, ma non in qualifica) che la gestione della gomma, ma a Maranello è probabile che sperino siano due problematiche intrecciate. Se così fosse, il ritorno alle gomme standard dovrebbe risolvere grossa parte dei problemi visti sul circuito di Catalunya, viceversa la situazione si rivelerebbe più complessa.
La prima risposta arriverà a Montreal, vista l’atipicità di MonteCarlo, la verifica sul Paul Ricard.
Resta poi una valutazione, forse scontata, ma passata in secondo piano a causa delle vicende del weekend. Barcellona è feudo Mercedes, lo si sapeva prima di arrivare a Montmelò, e la tradizione è stata confermata.
Quello che ha sorpreso è vedere Hamilton e Bottas dominare la scena dall’alto di una superiorità assoluta, concedendosi dopo il via anche qualche giro di bottone-magico nei momenti cruciali della corsa prima di tirare i remi in barca.
Hamilton, tornato Hamilton, pur esaltando il lavoro del team non ha spinto molto sull’acceleratore dell’entusiasmo, e curiosamente ha rinunciato al giro più veloce per preservare la power unit. Questo perché prima del via era arrivato l’ordine di non stressare troppo i motori, poiché nessuno dorme sogni tranquilli sul fronte dell'affidabilità.
L’impressione è che anche nel box Mercedes siano rimasti stupiti dall’apparente facilità con cui a Montmelò hanno fatto bottino pieno, con Hamilton capace di rifilare ben 27 secondi alla Ferrari di Vettel. La paura di Lewis, e la speranza Ferrari, è che Barcellona sia stata una puntata a parte nella storia del Mondiale 2018.
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