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Ferrari: la minaccia della Red Bull Racing si fa concreta?

Daniel Ricciardo terzo e Max Verstappen quarto rivelano un potenziale della RB12 che li ha portati in seconda fila nel GP di Spagna: l'australiano ha cercato il limite della monoposto spinto dal giovane olandese molto competitivo.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB12

Foto di: Red Bull Content Pool

Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Max Verstappen, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB12
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
Pole per Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07, 2° posto per Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W07 e 3° pe
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing

Non si può dire che sia stata una giornata perfetta, ma poco ci manca. Il sabato spagnolo della Red Bull Racing si è concluso con Daniel Ricciardo che urlava la sua gioia via-radio, Helmut Marko che dava pacche sulle spalle a Christian Horner e Max Verstappen finito sotto i riflettori che illuminano le prime file della Formula 1.

È vero che le due Red Bull non sono in prima fila, ma anche la seconda (di questi tempi) va molto bene. Le due RB12 si sono infilate davanti alle Ferrari che erano le sfidanti dichiarate della Mercedes. Il sorriso più smagliante, e non avrebbe potuto essere diversamente, è stato quello di Ricciardo.

L’arrivo nel team di Verstappen ha cambiato tante cose in poco tempo, perché nelle qualifiche di Barcellona ad un certo punto è sembrato che il talento naturale del diciottenne olandese potesse avere l’effetto di un terremoto.

Al termine della Q2 il verdetto è stato davvero sorprendente: Verstappen terzo con il crono di 1’23”178, Ricciardo quinto a quattro decimi dal compagno di squadra. Ma non era tutto, perché l’australiano aveva ottenuto il suo tempo utilizzando due set di gomme, contro l’unico treno impiegato da Verstappen.

“Iniziare la Q3 con un solo set di soft – ha poi raccontato Ricciardo – non è stato l’ideale. Sapevo che avrei avuto a disposizione un solo tentativo per ottenere un buon tempo”.

Eppure nel momento critico l’australiano ha saputo piazzare il colpo di reni, con un terzo tempo dal grande peso specifico: quattro decimi rifilati a Verstappen, e sei di distacco da quelle Mercedes inavvicinabili per tutti gli avversari.

Il giro “monstre” di Ricciardo è stata una buona notizia per la Red Bull. Se alla prima uscita nel team nobile di patron Mateschitz, Verstappen avesse ridimensionato Ricciardo, per la squadra ci sarebbe stato da affrontare un problema non da poco.

Dopo aver rimandato Sainz, e sacrificato Kvyat, il rischio era quello di ritrovarsi con un parco piloti da consegnare ad uno psicologo. Ma così non è stato, e tutti hanno avuto da festeggiare. Verstappen, superlativo, Ricciardo, team leader.

“Vuoi sempre essere il più veloce nel team in cui corri – ha raccontato Daniel – e quando esci dai box speri sempre di battere tutti. Oggi non sapevo come sarebbe andata, forse mi sarei accontentato di essere davanti ad una delle due Ferrari, ma il verdetto è stato anche migliore”.

“Dubbi? Non ho mai avuto dubbi su me stesso, e non credo di aver bisogno di motivazioni extra. Ovviamente con Max mi attende una nuova sfida, e questo per me può essere un aspetto positivo. È un ragazzo molto veloce, ma oggi ho dimostrato di aver messo insieme un bel giro in Q3”.

Verstappen, e non potrebbe essere altrimenti, ha accettato con il sorriso il margine che gli ha imposto il compagno di squadra:
“Deluso? No, no di certo!. Sono molto contento della mia prima qualifica con la Red Bull, e mi sono divertito molto. Ci siamo spinti a vicenda io e Daniel, e credo sia un aspetto positivo per la squadra. Ho apprezzato molto la guida con la mia nuova monoposto, si vede chiaramente che ha una maggiore aderenza (rispetto alla Toro Rosso) dai tempi sul giro”.

“Ho spinto sempre di più cercando di avvicinarmi al limite, e sono stato contento dei progressi fatti giro dopo giro. Chiaramente non ho ancora sfruttato tutto al cento per cento, e non ho ancora bene le idee chiare su quali siano i margini di miglioramento”.

Quando si parte per una gara dalla quarta posizione, ci sta anche mettere in preventivo la possibilità di finire sul podio. Ma (cosa che accade di rado), Verstappen è stato preso in contropiede davanti a questa domanda:

“Non voglio iniziare a sognare, ma mantenere la concentrazione che ho avuto in queste prime due giornate. Domani l’obiettivo è di fare una buona partenza ed una prima curva senza rischi, poi da li speriamo di avere un buon passo”.

In Red Bull Racing aspettano l'evoluzione del motore Tag Heuer (Renault) per puntare più in alto: se le aspettative saranno rispettate, allora a Maranello dovranno preoccuparsi anche delle monoposto di Adrian Newey...

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