Ferrari: il rallentamento di Vettel è dipeso da un guaio al braccio dello sterzo
In attesa che i tecnici del Cavallino analizzino cosa ha reso difficile la vita a Vettel durante il GP d'Ungheria, vi possiamo anticipare che si tratta di un qualcosa di meccanico. Sebastian ha capito nel finale come svoltare a sinistra ed è tornato velocissimo.
Foto di: Giorgio Piola
Un problema a un braccetto dello sterzo, più che all’idroguida ha reso molto complicata la vittoria di Sebastian Vettel nel GP d’Ungheria. Niente che si potesse vedere in telemetria, ma un guaio che ha reso certamente più difficile la guida del campione tedesco già alla ripartenza della safety car e che poi è peggiorato fino al 25esimo giro, quando Sebastian ha segnalato la sua difficoltà ad affrontare le curve di sinistra perché la SF70H tendeva a tirare a destra, come se fosse stata sbagliata la convergenza e il volante restava piegato verso destra anche sul dritto.
I tecnici del Cavallino analizzeranno cosa ha reso la vita difficile a Sebastian Vettel, ma si può ipotizzare che l’idroguida non c’entri proprio niente, per cui si possono escludere problemi di natura idraulica ed elettrica. E allora di cosa si è trattato? Molto probabilmente di un anello conico che può aver preso più gioco di quello che deve avere saltando violentemente sui cordoli.
Diciamo subito che non c’era il rischio di una rottura che potesse causare un ritiro mentre la Rossa era in testa alla gara magiara, ma il problema meccanico ha complicato la guida di Sebastian che nelle curve a sinistra (ce ne sono 6 su 14 all’Hungaroring) non riusciva a disegnare le traiettorie ideali dovendo adattare l’angolo di sterzo agli anomali movimenti del braccetto che si comportava come se avesse preso un piccolo gioco.
La Rossa ha perso circa mezzo secondo al giro di prestazione pura, costringendo Vettel a guidare in un modo più conservativo: via radio il muretto dei box gli ha consigliato di evitare di salire sui cordoli, per cui le traiettorie del tedesco non erano quelle ideali per avere una buona velocità di percorrenza specie nella chicane e questo ha favorito il ritorno delle due Mercedes che, altrimenti sarebbero rimaste a debita distanza (nella prima parte di gara le W08 pagavano quasi un secondo al giro ad entrambe le SF70H viaggiavano a un passo insostenibile per chiunque).
Sebastian questa volta ha dimostrato di saper vincere guidando oltre i guai tecnici che lo hanno afflitto: la sensibilità del tedesco lo ha portato man mano che passavano i giri e la macchina diventava più leggera e, quindi, più prevedibile, a trovare delle correzioni nell’uso dello sterzo che lo hanno reso man mano più veloce.
Negli ultimi quattro giri della corsa Vettel è stato fra i più rapidi in pista se si esclude la tornata nella quale Fernando Alonso ha firmato il giro più veloce della corsa al 69esimo passaggio e quando ha rallentato davanti alla bandiera a scacchi mentre Kimi Raikkonen siglava la sua prestazione migliore.
È evidente, quindi, che il quattro volte campione del mondo, ora che è arrivato alla sua maturità agonistica sa vincere anche quando la monoposto non è perfetta. La storia ci ha insegnato che in passato non era così…
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