Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

Ferrari: il progetto SF1000 è minato nelle fondamenta

Con dodici vetture in pista alla fine del GP di Toscana le due Ferrari hanno tagliato il traguardo in nona e decima posizione: la Scuderia ha deluso le aspettative sulla pista di casa che avrebbe dovuto mostrarne il lato migliore. E così dopo l'assenza di punti di Spa e Monza, Binotto ammette finalmnete la crisi della Rossa, sostenendo che i problemi sono più profondi di qualsiasi modifica che possa essere introdotta.

Meccanici Ferrari al lavoro sulla griglia

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Il problema del progetto SF1000 è nelle fondamenta. Dopo nove gare è arrivata anche l’ammissione esplicita di Mattia Binotto: non c’è restyling che possa guarire i mali oscuri della rossa, servono interventi radicali che non si possono catalogare alla voce ‘sviluppi’.

I verdetti del Mugello dipingono una realtà amara per i tifosi del Cavallino: con dodici vetture in pista le due Ferrari hanno tagliato il traguardo in nona e decima posizione, dietro Kimi Raikkonen, poi retrocesso tra le due rosse con la promozione di Leclerc all’ottavo posto.

Molto indicativa anche la classifica dei giri più veloci in gara, con Iceman (1’21”164) che si è confermato più veloce del tandem ferrarista (1’21”202 per Leclerc, 1’21”229 per Vettel).

Lasciando da parte le due Mercedes, anche al Mugello su un altro pianeta, le due Ferrari hanno accusato un ritardo di oltre un secondo nel giro veloce dalla Red Bull di Alexander Albon, e otto decimi dalla Renault di Daniel Ricciardo.

“Non abbiamo ritmo, non gestiamo le gomme”, ha riassunto Binotto nel tentativo di dare qualche risposta.

Il problema è che gara dopo gara il gap anche nei confronti di avversari nuovi (per la Ferrari) aumenta, poiché le basi della concorrenza sono mediamente buone, e consentono quell’ordinario lavoro di sviluppo che sul Cavallino non funziona, o come dice Binotto, non è possibile fare.

Così Renault, McLaren e Racing Point sono diventate monoposto che riescono a sverniciare le rosse senza grosse difficoltà (come si è visto in modo fin troppo chiaro oggi al Mugello) ed anche l’Alpha Tauri si avvicina in una classifica Costruttori che vede la Scuderia sesta, a diciassette punti dalla Renault.

I piloti possono fare poco, anzi, l’exploit di Leclerc ieri in qualifica ha portato la SF1000 in una terra non più sua, e i 59 giri di gara (in realtà meno considerando SC e le due bandiere rosse) hanno riportato Charles nella posizione che merita oggi la sua monoposto, un passaggio doloroso per il monegasco.

“La prossima gara arriverà qualche piccola novità – ha dichiarato Binotto – ma non saranno modifiche che cambieranno drasticamente le cose”, confermando che serve altro per tornare a competere per il podio.

Però oggi un piccolo passo avanti può comunque servire nella lotta nel ‘midfield’, ovvero la zona di classifica in cui oggi naviga la Ferrari. Al Mugello gli strateghi hanno giocato anche dei jolly che non hanno funzionato (come le gomme hard), peggiorando anche un po' la situazione ma non influendo di fatto sui verdetti finali, ma sono scelte che testimoniano la voglia di non arrendersi anche davanti ad una dura realtà.

“Ho fatto una buona partenza e mi sono messo nella migliore posizione possibile – ha commentato Leclerc - le due Mercedes sono andate via quindi avevo anche aria libera davanti a me, ma faticavo tanto con la macchina. È un momento difficile”.

Non è certo l’atmosfera ideale in cui celebrare il traguardo dei 1000 Gran Premi, ma proprio dal lungo cammino iniziato dalla Scuderia nel 1950 possono arrivare degli insegnamenti. N

el 1980 la Ferrari campione del Mondo in carica concluse la stagione con un quinto posto come migliore risultato, ma pose la basi per una resurrezione, consacrata la stagione successiva dalla storica vittoria di Gilles Villeneuve a Monaco. Non è tanto il presente a spaventare, quanto la pianificazione di un futuro che poi tanto lontano non è.

Sebastian Vettel, Ferrari SF1000, Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Sebastian Vettel, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Ferrari SF1000, dettaglio del freno
Charles Leclerc, Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari e Mattia Binotto, Team Principal Ferrari con il Pirelli Pole Postion Award per la 1000a Gara della Ferrari
Ferrari SF1000, dettaglio tecnico
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Mario Isola, Racing Manager, Pirelli Motorsport e Sebastian Vettel, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, Romain Grosjean, Haas VF-20
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11, Charles Leclerc, Ferrari SF1000, Alex Albon, Red Bull Racing RB16, Lance Stroll, Racing Point RP20 e il resto delle auto al via
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Prove Pit stop della Ferrari
Prove pit stop Ferrari
17

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Vettel: "Non siamo veloci e non sappiamo il perché"
Prossimo Articolo F1: il Mugello è la nuova frontiera della paura?

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia