Ferrari: errore strategico o consapevolezza dei propri limiti?
La Ferrari ha sbagliato la strategia andando sulle due soste oppure ha voluto evitare il confronto diretto con la Mercedes, pur avendo portato Vettel a soli cinque secondi da Hamilton? Perché motore e giro secco da qualifica sono migliorati.
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H leads at the start of the race as Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W07
XPB Images
Uno stupito Lewis Hamilton a Sebastian Vettel la domanda l’ha posta un paio di volte prima di salire sul podio: “Come mai avete anticipato il pit stop?”. E il tedesco per due volte non ha risposto. Ha fatto finta di niente. Perché avrebbe dovuto ammettere con il vincitore del GP del Canada che il “muretto” dei box Ferrari gli aveva “regalato” su un piatto d’argento il secondo successo stagionale. La vulgata generale ha dato credito a Lewis, ma è stato proprio così?
Vettel difende la squadra
Sebastian difende la Ferrari e non tradisce i suoi. Fedele al motto si vince e si perde tutti insieme ha indossato i panni dell’aziendalista anche a Montreal per sposare le scelte strategiche del suo team: "A me però non piace addossare la colpa a qualcuno o a qualcosa. Voglio difendere la squadra perché credo che i nostri strateghi siano tra i migliori. Inoltre è facile giudicare con il senno di poi, ma noi le decisioni le dobbiamo prendere in una frazione di secondo".
Il discorso fila e non fa una grinza. Peccato che il team del Cavallino abbia preso una decisione che, forse, spettasse alla Mercedes. È possibile che la partenza strepitosa di Vettel abbia sconvolto i piani strategici di Maranello? Kimi Raikkonen con la franchezza di sempre ha detto senza mezze parole che la tattica dei due pit stop era stata studiata prima della gara. E perché non credergli?
Le due soste era state decise prima della gara
Insomma il remote garage del Cavallino aveva previsto una corsa tutta all’attacco, ma non in testa? Lo scatto della Rossa è stato davvero prodigioso, perché le due frecce d’argento sembravano ferme, mentre la SF16-H è schizzava davanti come un razzo (ricordate lo start di Melbourne?). Lewis Hamilton non si è preoccupato di lasciare aperto un… portone alla Ferrari, ma ha badato solo a chiudere Nico Rosberg (il leader del mondiale). Ha accompagnato il compagno di squadra verso la via di fuga.
L’analisi delle telemetrie della Mercedes ha evidenziato che non c’è stata una partenza lenta dell’inglese, perché in realtà è stato vittima di un surriscaldamento della frizione. Un problema ricorrente sulla W07 Hybrid che, evidentemente, non sarebbe stato risolto. Sta di fatto che abbiamo rivisto una Ferrari al comando in grado di dettare il passo anche alla freccia d’argento, per lo meno con le Ultrasoft.
Virtual Safety Car un'opportunità o no?
L’esplosione del motore Honda di Jenson Button ha richiesto l’attivazione della Virtual Safety Car e il muretto del Cavallino all’11esimo giro ha richiamato Vettel per il pit stop, anticipando di sei tornate la strategia prevista dalla Pirelli. La chiamata è costata solo 11 secondi invece dei soliti 20 per cui i tecnici di Maurizio Arrivabene erano convinti di aver fatto una mossa azzeccata. Il discorso era valido per Kimi Raikkonen che doveva rimontare, ma non per Sebastian che era al comando, tanto più che il distacco fra i primi due era congelato.
L’undercut, infatti, sarebbe spettato alla Mercedes e la Ferrari avrebbe potuto giocare la sua scelta strategica di rimessa. Restando davanti e costringendo la freccia d’argento all’inseguimento, con tutto quello che di solito ne consegue.
Il passo in Supersoft non... esaltante
Il risultato è stato che quando Sebastian ha montato il treno di Supersoft si è trovato nel traffico e non ha potuto guadagnare quei secondi che gli avrebbero permesso di tornare al comando quando Lewis Hamilton si è fermato al 24esimo giro per montare le soft e andare al traguardo. Il dubbio è che il passo della SF16-H con le gomme Rosse non sia stato pari alle aspettative, considerando che Lewis poteva già “marcare” la Ferrari quando aveva montato le “gialle”. E con una mescola più dura andava come Sebastian.
L’inglese ha anticipato di una tornata quella che per la Pirelli era la strategia migliore: i tecnici della Mercedes si sono attenuti alle indicazioni degli uomini di Paul Hembery e non hanno sbagliato di una virgola. Alcuni osservatori hanno messo in risalto che la W07 Hybid è riuscita a coprire 13 giri in più della Ferrari con il treno di Soft. Ma sono stati quelli di Maranello a non crederci. Il dubbio è che potessero temere un calo di prestazione della SF16-H con le “gialle”, patendo magari un sorpasso in pista da parte di Lewis? È lecito pensarlo visto che Hamilton ad un certo punto è sembrato che giocasse con Vettel come il gatto con il topo.
Anche Bottas sul podio con una sosta
Eppure Valtteri Bottas con la Williams è salito sul terzo gradino del podio solo perché ha coperto ben 47 giri con le soft, mettendo in scacco le più veloci Red Bull RB12. E la FW38 del finlandese non è certo una monoposto che si può vantare di avere molto carico aerodinamico, certamente meno della Rossa. Insomma, a nostro modo di vedere la Mercedes non ha fatto niente di straordinario, ma si è limitata a svolgere al meglio il compito del GP del Canada ed è stata la Ferrari a scegliere una strategia che non la portasse al confronto diretto con la freccia d’argento sulla soft.
Auto-limitazione o consapevolezza dei propri limiti? Non lo sapremo mai: i tifosi del Cavallino hanno avuto l’illusione di vedere Vettel lottare con Hamilton. Quei cinque secondi dal campione del mondo non sono niente se si è sbagliata la strategia, mentre rischiano di diventare una montagna da scalare se il vero divario è stato abilmente nascosto.
Bene il motore e nel giro secco in qualifica
Qual è la vera Ferrari? Cercheremo una risposta nel weekend di Baku sull’anacronistico circuito cittadino dell’Azerbaijan. La Formula 1 non si concede soste con sei GP in otto settimane. La SF16-H vista a Montreal in qualifica a un decimo dalle Mercedes ha dimostrato che il potenziale nascosto in realtà esiste. La power unit, corroborata dalla nuova sovralimentazione, ha migliorato la capacità di ricarica elettrica dell’ERS, recuperando efficienza. E una volta tanto le gomme sono andate in temperatura nel giro secco (anche con il fresco) senza temere i fantasmi di come si regolano le pressioni.
E, una volta tanto, gli aerodinamici del Cavallino sono saliti sul banco degli… inquisiti perché hanno proposto un’ala posteriore che fa flettere il mono pilone più dei controlli statici della FIA. Quando era solo Adrian Newey a farlo, l’inglese era un genio, (guardate la bandella anteriore della RB12 come si muove) mentre ora che ci riescono anche quelli di Maranello rischiano di passare solo per… furbi. Per Charlie Whiting è tutto in regola, ma è il segno che Loic Bigois e Dirk de Beer non stanno dormendo. Ma ora aspettiamoci la reazione di Brackley che non staranno a guardare…
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