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Ferrari: è stato cambiato il modo di scaldare le gomme

Vettel ha lottato con le Mercedes per la pole nel GP del Canada: il ferrarista soddisfatto delle modifiche al turbocompressore, ma è stato determinante capire in quale modo portare in temperatura le gomme Pirelli.

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
La Top 3 delle qualifiche nel parco chiuso: Sebastian Vettel, Ferrari, terzo; Lewis Hamilton, Merced
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Ferrari SF16-H, dettaglio della sospensione
Jock Clear, Ferrari Engineering Director in the FIA Press Conference
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Scuderia Ferrari

C’è terzo posto e terzo posto. Quello conquistato dalla Ferrari e da Sebastian Vettel nelle qualifiche  sul circuito di Montreal è un piazzamento che si carica di significati. Sono stati 178 i millesimi che hanno separato Sebastian Vettel dal poleman Hamilton, e nel paddock (non solo in Ferrari) nessuno ci avrebbe scommesso.

Il primo verdetto arrivato dalle qualifiche del Gp del Canadai riguarda il problema che ha tormentato la Ferrari il sabato di Barcellona e soprattutto quello di Montecarlo, ovvero lo sfruttamento degli pneumatici nel giro veloce.

Risolto il problema della qualifica

Dopo il weekend nel Principato a Maranello hanno analizzato tutti i dati, arrivando alla conclusione che il problema era nella procedura che i piloti effettuano nel giro di lancio per mandare in temperatura le gomme.

A giudicare da quanto si è visto oggi sul circuito Gilles Villeneuve, il problema dovrebbe essere alle spalle. La squadra ha impostato una procedura molto dettagliata sui giri di warm-up della gomma, e seppur con risultati meno esaltanti, anche Kimi Raikkonen è tornato a migliorare sessione dopo sessione, abbassando di 3 decimi il suo crono nella Q3. In Ferrari, insomma, è tornato il sorriso, ma attendono anche una conferma su piste più calde prima di tirare una linea definitiva sull’incubo “qualifiche”.

Promosso il nuovo turbocompressore

La seconda buona notizia arrivata dal sabato ferrarista riguarda i riscontri emersi dal nuovo sistema di sovralimentazione. Mattia Binotto, a Maranello, e Lorenzo Sassi, presente a Montreal, hanno tirato un sospiro di sollievo. Su una pista dove la potenza pura e la trazione sono determinanti, la power unit della Ferrari è sembrata all’altezza di quella Mercedes.

Secondo alcuni addetti ai lavori questo “step”, che è costato due gettoni per l'adozione di un nuovo turbo compressore, rappresenta quello dell’aggancio finale alla Mercedes, almeno su questo fronte.

Serviranno conferme nella gara di domani e nelle prossime prove in calendario, ma ora c’è più ottimismo. “Sapevamo che su questa pista gli aggiornamenti alla power unit ci avrebbero aiutato – ha commentato Vettel – ed abbiamo spinto per averli a disposizione proprio in questo weekend. E le performance hanno confermato che avevamo ragione. Credo che le prestazioni della power unit ci aiuteranno anche domani in gara”.

Vettel ha creduto nella pole

In Ferrari prima delle qualifiche non avrebbero mai scommesso sulla possibilità di scendere sotto il muro del minuto e tredici secondi. E l’opinione è rimasta la stessa anche dopo le sessioni Q1 e Q2.

Poi è arrivato il primo tentativo in Q3, con quel 1’13”479 con gomma ultrasoft usata che ha stupito gli stessi uomini del Cavallino. A quel punto sognare era lecito, ma alla fine il meno sorpreso è stato proprio Vettel.

“Già nelle prime fasi della qualifica ho pensato che fosse possibile lottare per la pole – ha commentato il tedesco – ma sono comunque molto contento del mio ultimo giro in Q3, anche se ho forzato un po’ l’uscita della curva 10 e sono stato un po’ conservativo nella 6. Sono molto contento di come sta andando questo weekend".

"Credevo nella possibilità di stare vicini alla Mercedes e così è stato. Purtroppo non li abbiamo battuti, ma siamo vicini. E visto che ho già baciato il ‘muro dei campioni’, non avrò bisogno di farlo domani”.

Quando Vettel sente aria di giornata buona, solitamente non si sbaglia. Ma un rischio lo ha comuque corso, quando all’ultima curva in Q3 (nel corso del primo “run” con ultrasoft usate) ha toccato il muro esterno dopo l’ultima chicane.

Una volta tornato ai box, Jock Clear ha visionato la sospensione dando l’okay, ma qualche dubbio c’era. C’è voluto il giro finale per sciogliere ogni timore sull’efficienza della vettura e permettere agli uomini del muretto Ferrari di ritrovare il sorriso.

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