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Ferrari e il dilemma di Binotto: sviluppare la SF16-H o pensare al 2017?

La Ferrari nella seconda parte del campionato ha l'ambizione di riprendersi il secondo posto nella classifica dei Costruttori: ha senso sviluppare la Rossa o sarebbe meglio dedicare tutte le risorse al progetto del 2017 con le nuove regole.

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H

Foto di: Ferenc Ember

Mattia Binotto, Ferrari Race Engine Manager alla Conferenza Stampa FIA
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H e il compagno di squadra Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H nel parco c
Jock Clear, Direttore dell'ingegneria Ferrari con Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal in gri
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Grid girl for Sebastian Vettel, Ferrari
Ferrari SF16-H, dettaglio del T-Tray

Alla Ferrari stanno lavorando a pieno regime dopo le vacanze estive. Mattia Binotto, Chief Technical Officer del Cavallino dovrebbe fare il suo debutto in pista a Spa Francorchamps dopo aver assunto il nuovo incarico a fine luglio dopo l’uscita dal Reparto Corse del direttore tecnico James Allison.

L’ingegnere reggiano, quindi, sarà alla tolda di comando dello staff tecnico del Cavallino: deve decidere se portare avanti lo sviluppo della SF16-H nel tentativo di andare a riprendere il secondo posto nel mondiale Costruttori ai danni della Red Bull Racing che è riuscita a fare il sorpasso ad Hockenheim o se, invece, trasferire tutte le energie umane ed economiche sul progetto della 668, la monoposto 2017 che dovrà nascere secondo i nuovi regolamenti.

È molto probabile che la decisione definitiva venga posticipata al GP d’Italia: nei prossimi due appuntamenti (Spa Francorchamps e Monza) la Ferrari può sperare di rimettere il naso davanti alle monoposto di Milton Keynes, cercando di riprendersi il ruolo di seconda forza del campionato alle spalle dell’imprendibile Mercedes su due tracciati veloci che, almeno sulla carta, dovrebbero essere più favorevoli alla Rossa, anche se la RB12 con il motore Renault rivisto ha bene impressionato a Hockenheim, pista dove la potenza della power unit è tutt’altro che un aspetto trascurabile.

La Mercedes, per esempio, ha già destinato tutte le risorse alla monoposto del prossimo anno: la W06 Hybrid negli ultimi nove GP della stagione disporrà solo degli aggiornamenti che sono stati progettati prima della sosta e che sono stati messi in produzione, ma sulle frecce d’argento non si vedranno altre novità, vista la netta superiorità che hanno mostrato nel corso del campionato.

La Ferrari, invece, vuole cercare ancora un colpo di reni, nella speranza di riallineare un 2016 molto più difficile del previsto, dopo i peana invernali nei quali il presidente in prima persona, Sergio Marchionne, aveva alimentato nei tifosi del Cavallino rampante un’aspettativa che poi è stata delusa dai fatti. La SF16-T è ancora a bocca asciutta in fatto di vittorie, mentre la F15-T l’anno scorso di questi tempi aveva già messo in saccoccia due affermazioni (Malesia e Ungheria) prima di aggiungere il tris di Vettel a Singapore. Vale la pena insistere nello sviluppo della Rossa o è meglio concentrarsi sul futuro?

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