Ferrari: Domenicali resta in Lamborghini, a Maranello si pensa alla Rossa 2019
Le voci di una trattativa fra il presidente Ferrari, John Elkann, e Stefano Domenicali si sono spente: l'imolese intende restare al suo posto in Lamborghini per godersi il momento migliore della Casa del Toro. La promozione di Binotto, intanto, ha stabilizzato il Reparto Corse.
Foto di: Motorsport.com
Stefano Domenicali sta bene dov’è. E non ha alcuna intenzione di muoversi da Sant’Agata Bolognese dove è presidente e amministratore delegato della Lamborghini. Certo, le voci di un possibile rientro alla Ferrari dove il 53enne imolese ha trascorso 23 anni della sua carriera dal 1991 al 2014 arrivando fino al ruolo di team principal, possono aver fatto piacere, ma la sostanza è un’altra: non sarà il CEO del Cavallino.
La Casa del Toro sta chiudendo il bilancio più lusinghiero della sua storia e grazie alla vendita della Urus anche i numeri di produzione stanno raddoppiando, segno che la politica aziendale portata avanti da Domenicali sta esprimendo i suoi frutti, per cui una eventuale uscita dalla Lamborghini del numero uno verrebbe letta come un “tradimento” delle persone che hanno creduto in questa magnifica avventura.
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Photo by: Lamborghini Super Trofeo
È da escludere, almeno a tempi brevi, che a Maranello si riformi una coppia che al Cavallino rampante ha dato molto: Mattia Binotto e Stefano Domenicali, sono due amici fraterni che hanno iniziato una crescita all’interno del Reparto Corse quasi parallela, conseguendo negli anni ruoli sempre più importanti fino ad arrivare al vertice della Scuderia.
Il ricongiungimento dei due “gemelli”, con Domenicali nel ruolo di CEO che è di Louis Camilleri non pare si possa attuare, anche se l’esperienza di Stefano nelle questioni FIA (è presidente della commissione monoposto) e la conoscenza di Ross Brawn potevano essere molto utili nella discussione dei nuovi assetti economici e sportivi della F1, mentre quelli tecnici restano saldamente in mano a Binotto.
La scelta degli azionisti (John Elkann e Piero Ferrari) di dare lo scettro del comando a Mattia Binotto mettendo fine al dualismo con Maurizio Arrrivabene sembra aver rasserenato un ambiente che era diventato turbolento nel momento di massima attività nella costruzione della monoposto 2019 che si vedrà il 15 febbraio.
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Photo by: Erik Junius
E il vice-presidente del Cavallino ha voluto dare tempo anche al CEO, Camilleri, la cui conduzione della Ferrari ha lasciato molti dubbi agli analisti per quel suo modo di agire sempre sotto-traccia, dopo due Presidenti come Sergio Marchionne e Luca di Montezemolo che erano sempre stati i primi agitatori del sogno ferrarista.
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