Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

Ferrari: tutte le verità di Binotto sugli errori 2019

Nel corso della classica cena di Natale con la stampa, Mattia Binotto ha parlato della stagione 2019 della Ferrari, ma anche del futuro su cosa servirà per battere Mercedes.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari e 
Louis Camilleri, Ferrari

Foto di: Ferrari

C’è un Cavallino bianco su sfondo rosso, proiettato da uno schermo gigante posto proprio alle spalle di Louis Camilleri e Mattia Binotto. Alla destra del team principal spicca la SF90 che ha appena concluso il suo ciclo di vita nel Gran Premio di Abu Dhabi, alla sinistra dell’amministratore delegato la SF90 Stradale ‘assetto Fiorano’, a testimonianza di un collegamento tra pista e strada che è sempre stato un fiore all’occhiello della Ferrari.

Il contesto è la tradizionale cena pre-natalizia del Cavallino, un momento in cui si fondono i bilanci del campionato appena concluso e le aspettative in vista di una prossima stagione molto più vicina di quello che si potrebbe immaginare. Binotto parte del 2019, un lungo viaggio all’interno di una stagione (la prima per Mattia nel ruolo attuale) che ha avuto alti e bassi, tra esaltazioni indimenticabili e momenti di frustrazione. Un racconto-analisi che inizia dai test di Barcellona, dello scorso mese di febbraio e si conclude ad Abu Dhabi.

La grande fiducia di Montmelò, la SF90 sembra vincente

 

“Allora, finito il primo, se siete d’accordo, iniziamo a fare due chiacchiere. Come ho anticipato prima, iniziamo dal ripercorrere la stagione, la nostra stagione intanto dal punto di vista della prestazione. Quando siamo arrivati ai test a Barcellona, specialmente nella prima settimana, i riscontri delle vetture erano sicuramente molto positivi, una macchina bilanciata, con tanto grip, posteriore molto stabile e, confrontandoci anche con i nostri avversari, sicuramente in quella prima settimana avevamo un discreto vantaggio competitivo, che noi avevamo stimato di mezzo secondo. Il che ci ha dato molta fiducia come squadra, come piloti. Credo che i nostri piloti per primi uscivano sorridenti dalla vettura e non hanno mancato di fare dichiarazioni di apprezzamento per quel che era la prestazione. Quindi credo che, da un punto di vista delle nostre aspettative, in quella settimana sono cresciute molto, convinti di potercela giocare fino in fondo nella stagione 2019”. 

“Nella seconda settimana dei test, Mercedes ha portato parecchi sviluppi. Noi in realtà siamo rimasti quasi stabili nella nostra vettura, perché il nostro sforzo era di portare già alla prima settimana il pacchetto con cui poi avremmo iniziato la stagione. Nella seconda e ultima parte dei test, tutti i team hanno iniziato a provare condizioni più simili alla qualifica, quindi togliendo benzina, gomme più morbide, settaggi motore più spinti. In quel momento avevamo fatto un tempo praticamente identico a quello che poi Lewis ha fatto anche lui con la Mercedes. Però, anche se lui aveva avvicinato o fatto il nostro stesso tempo, l’impressione positiva della prima settimana era comunque rimasta. Magari non più il mezzo secondo di vantaggio, però convinti di avere una macchina competitiva e stabile con un buon bilancio. Le condizioni di Barcellona sono sicuramente condizioni molto particolari, un asfalto nuovo, temperature ambienti molto fredde per quella stagione. Però è così che noi abbiamo iniziato, convinti di andare in Australia e poter in qualche modo giocarcela per la pole e la vittoria”.

La doccia fredda di Melbourne

 

“Arrivati in Australia, devo dire che c’è stata subito una doccia fredda. La nostra prestazione non era all’altezza. Poi, se confrontata agli altri team, credo che rispetto a quasi tutti gli altri, eccetto Mercedes, ci siamo ritrovati dove dovevamo essere. Chi ha fatto il vero passo in avanti è stato Mercedes, che forse non avevamo visto completamente in quell’ultima settimana di test per il pacchetto portato e anche perché loro, banalmente, hanno messo insieme più di un elemento arrivando in Australia. Noi in Australia non eravamo nemmeno al nostro top per scelte di cooling, conservativi forse fin troppo. Sapevamo di aver lasciato comunque parte della prestazione su scelte nostre o configurazioni vettura. Però la prima doccia fredda ce la siamo presi in Australia. Nella gara subito dopo in Bahrein, invece la prestazione si è capovolta. Abbiamo fatto la pole. Se non fosse per un problema di affidabilità, vinceva Charles. Era in testa a pochi giri dalla fine. Seb, a meno di un errore, anche lui aveva una vettura competitiva e quant’altro. Quindi uno arriva in Australia, doccia fredda; nella gara subito dopo ritrova l’equilibrio che si aspettava; siamo tornati forse alla normalità; una normalità che in realtà nelle gare successive poi non è stata. E credo che abbiamo toccato il fondo in Spagna, alla quinta gara, con sessanta secondi di distacco a fine gara da chi ha vinto”.

La scoperta delle debolezze della SF90 tra la pressione che sale

La gamma di pneumatici Pirelli

La gamma di pneumatici Pirelli

Photo by: Erik Junius

“Perché ho raccontato questo? 1) Per dire che credo non abbiamo mai capito in fondo cos’è capitato da Barcellona alla prima gara, se non per quel che erano le condizioni specifiche del momento; 2) perché ci abbiamo impiegato troppo tempo, quindi come nostro errore, a capire che in realtà la prestazione non era sufficiente, e quindi cercare in qualche modo di reagire. Che poi, quando uno dice “reagire”, non è che si mette a lavorare di più, perché si lavora sempre tanto, ma cercare perlomeno di capire quali erano le aree di debolezza, cosa non funzionava e dove in qualche modo concentrare e indirizzare gli sforzi. E credo che questo è stato il primo errore importante di quest’anno: aver impiegato troppo a realizzare la debolezza del nostro progetto e in qualche modo cercare poi di indirizzarlo. Le gomme di cui si è parlato tanto hanno avuto un loro ruolo, secondario, ma hanno avuto un loro ruolo. Le gomme dell’anno scorso, con battistrada più grande, avevano forse anche più grip. Quindi uno compensava la mancanza di carico aerodinamico con una gomma che magari in quel momento dava la parte di grip lei stessa”.

“Quindi è per quello che noi ci siamo attaccati alle gomme, non per attaccare Pirelli, perché non abbiamo mai criticato Pirelli, ma perché sicuramente una gomma di tipologia diversa poteva aiutare maggiormente quel che era il nostro progetto in quel momento. Credo che la parte positiva è che, di fronte a queste difficoltà, non scontate e non banali... vi assicuro, è stata una prima parte di stagione molto difficile anche dal punto di vista della pressione e poi perché le aspettative, per quel che sono state le stagioni passate e per quel che abbiamo visto a Barcellona durante i test, le aspettative nostre e anche esterne erano elevatissime. Quando uno poi si trova di fronte a una prima parte di stagione non positiva, è chiaro che il livello di pressione a livello di stress, ma anche interna, non solo esterna, è elevato”.

La reazione di una squadra compatta, arriva la vittoria

 

“Invece credo che la parte positiva (ne parlava anche prima Louis) è aver visto una squadra che è rimasta unita, che ha saputo lavorare bene in quel frangente, che ha saputo reagire, che ha saputo individuare le debolezze e in qualche modo ripresentarsi, dopo la pausa estiva, con un prodotto migliorato. Forse non ancora all’altezza degli avversari, però migliorato. Credo che la seconda parte della stagione sia iniziata bene, innanzitutto perché le due prime gare, Belgio e Monza, si adattavano a quel che era il progetto della nostra vettura, una vettura magari con meno carico aerodinamico quando si tratta di girare su piste come Barcellona e Ungheria, dove serve il massimo carico, ma che faceva dei rettilinei il punto forte. Quindi Barcellona e Monza è iniziato così. Poi a Singapore invece abbiamo portato quel che è stato per noi il pacchetto più importante della stagione, un pacchetto aerodinamico nuovo, che non solo migliorava quel che era il carico verticale, ma migliorava anche quelle che noi chiamiamo le mappe aerodinamiche per togliere quei difetti di sottosterzo, abbinato a un altro assetto che avevamo a metà curva”.

“I difetti che avevamo ad inizio stagione erano di instabilità in frenata sul posteriore e di sottosterzo a metà curva, tutti difetti che durante i test invernali non avevamo percepito, per le condizioni varie che dicevo. Quindi abbiamo lavorato su quello, portando carico, lavorando sull’assetto, ma lavorando appunto sulle mappe aerodinamiche. E credo che, tutto sommato, la seconda parte della stagione ha visto una Ferrari cresciuta. Cresciuta non ancora abbastanza, perché, se uno guarda le percorrenze in curva nella prima parte della stagione, pagavamo rispetto ai migliori circa sei decimi mediamente, nella seconda parte della stagione siamo arrivati a pagare un paio di decimi, poi compensando con il vantaggio sul rettilineo. Però la squadra ha saputo indirizzare e in qualche modo ridurre quel che era questo svantaggio. Questo da un punto di vista prestazionale”.

Il calo di performance post-test invernali è ancora un mistero

 

“Credo che non devo ammettere quel che è successo dopo Barcellona, perché a Barcellona non abbiamo subito percepito queste lacune e credo che ancora non ce lo siamo spiegate. Ma credo che, come nel nostro caso, non se lo stanno spiegando neanche gli altri, a dimostrazione di quanto poi, tutto sommato, l’esercizio non è banale. Vediamo in pista monoposto molto diverse l’una dall’altra, però poi se si guardano ad esempio i verdetti di Austin (in qualifica) vede 12 millesimi di secondo di differenza! Quindi progetti molto diversi, vetture molto complesse, power unit differenti e complesse allo stesso tempo, per poi vedere due progetti separati a 12 millesimi di differenza!”.

“A volte si può dire che un progetto è sbagliato, ma non stiamo parlando di secondi, stiamo parlando di differenze su un giro davvero piccole, ma allo stesso tempo differenze che fanno sì che una macchina sia migliore di un’altra. Però, così come credo che noi non abbiamo capito il dopo Barcellona, nemmeno gli avversari (lo dico in modo sincero per aver parlato con loro e per aver visto le loro facce durante i test) hanno colto ciò che è accaduto”.

Gli errori di ‘squadra’

 

“Credo che quest’anno abbiamo commesso tanti errori come squadra. Quando dico “come squadra”, è a tutto tondo, ad esempio sul fronte delle strategie. Mi viene in mente sicuramente Monaco, la qualifica di Charles, così come un pit stop che è durato più di 6 secondi. Questo non dev’essere il livello dalla Ferrari. A volte ci sono stati problemi di strategia, in altri casi errori di guida, ed infine problemi di affidabilità: ancora oggi la delusione del Bahrain e delle Russia brucia. Penso ai problemi di affidabilità in gara e anche ai problemi che abbiamo avuto in qualifica, che ci sono costati un prezzo elevato, come in Austria e Germania, erano tutte gare dove la nostra vettura aveva sicuramente un potenziale da vittoria che abbiamo compromesso, per dei problemi di affidabilità, già in qualifica”.

“Quest'anno si è visto e si è mostrato che per vincere bisogna essere perfetti sotto ogni punto di vista. Che sia la guida dei piloti, perché anche loro hanno commesso degli errori quest'anno. Mi viene in mente Charles a Baku in una qualifica che poteva essere molto positiva per lui. Senza togliere nulla alla sua giovinezza e a quello che ha fatto di positivo, però ci sono stati da parte di entrambi errori evidenti come quello del Brasile o della partenza in Giappone. A Monza c'è stato quello di Sebastian, ma il concetto è che quest'anno ci ha dimostrato che per vincere bisogna essere perfetti su tutti i fronti. Le poche gare che abbiamo vinto, tre, lo abbiamo fatto perché siamo stati perfetti su tutti i fronti: prestazioni, guida, affidabilità, pit stop e strategie".

La forza della Mercedes, perfetta su tutti i fronti

 

“Questo mostra quanto siano forti i nostri avversari. Io in 25 anni di Formula 1 non ricordo di aver mai avuto avversari così forti, o comunque più di uno. Però questo è anche un grande stimolo a lavorare e a fare bene. Questo però dimostra anche che non si può lavorare su un solo fronte, che non c'è solo un tema aerodinamico, ma che bisogna essere forti su tutti i fronti. Di carne al fuoco o di lavoro da fare c'è sempre tanto. Prima ho citato i pit stop. Non credo che sia un problema di un singolo meccanico, è proprio una questione di approccio all'esercizio e di metodologia di allenamento. Mi piace anche paragonarlo ad una squadra di calcio: bisogna analizzare i dati, confrontarli, seguire gli schemi ed applicarli. C'è un grande lavoro di + metodologia e questo è applicabile su tutti i fronti”.

“Abbiamo concluso la stagione con la Mercedes ha vinto ad Abu Dhabi e lo ha fatto in modo netto, facendo la pole e vincendo la gara con una discreta facilità. E' una pista che sicuramente si adatta molto bene alla loro vettura, ma ancora una volta si è mostrato quanto sono avanti come prestazione generale e quanto lavoro abbiamo ancora da fare. Quando uno pensa al 2020, deve partite da lì: prima di superarli, bisogna pensare di raggiungerli, per poi fare ancora meglio. È un tema di stabilità, di pazienza, di investimento, perché ogni ciclo vincente si costruisce anche nel tempo. Credo che abbiamo i talenti, ma che c'è ancora molto lavoro da fare”.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari e 
Louis Camilleri, Ferrari
Mattia Binotto, Team Principal Ferrari e 
Louis Camilleri, Ferrari
Atmosfera
Atmosfera
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Laurent Mekies, Sporting Director, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Conferenza stampa: Charles Leclerc, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF90
Charles Leclerc, Ferrari SF90
20

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Ferrari: la presentazione della Rossa 2020 sarà l'11 febbraio
Prossimo Articolo Ferrari: nel 2020 niente prima guida, Vettel e Leclerc alla pari

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia