Ferrari: meno velocità e più carico. Fuoco trova la correlazione col simulatore
La SF90 del calabrese è stata strumentata per raccogliere dati e scoprire il male oscuro della Rossa. La squadra test di Maranello ha potuto fare una serie di comparazioni utili a comprendere cosa non funziona: è questione di aerodinamica e di sospensione anteriore?
Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images
I test di Barcellona sono stati decisamente blindati, soprattutto dai top-team. Poche informazioni, zero conferenze stampa, solo indicazioni intuite. Ma nella due-giorni di Montmelò un dato è emerso molto chiaro: mentre diverse squadre hanno dedicato tempo (chi più, chi meno) per prepararsi al weekend di Monte Carlo, prossima tappa del Mondiale, nel box della Ferrari si è lavorato per un futuro più a lungo termine, cercando di capire cosa non ha funzionato lo scorso weekend nella speranza di identificare e debellare in modo definitivo il virus che sembra aver colpito la SF90.
I tecnici del Cavallino, sia ieri con Leclerc che oggi con Antonio Fuoco, hanno lavorato molto sul setup. In certi ‘run’ l’ottima velocità di punta confermata lo scorso weekend nel primo settore è drasticamente calata, un’indicazione chiara che per provare a trovare un equilibrio nel famigerato terzo settore (con le temute curve lente) è stato aumentato il carico aerodinamico.
Barcellona è utile per questo, perché evidenzia l’equilibrio tra settori lenti, veloci e guidati, premiando e bocciando senza sconti. Non sono arrivati temponi, e non era neanche nei programmi considerano che solo Fuoco (in un run finale della sessione odierna) ha montato un set di gomme C4.
Gli obiettivi erano altri. La squadra test della Ferrari ha raccolto molti dati (la SF90 portata in pista oggi da Fuoco era molto ‘strumentata’) che ora saranno esaminati a Maranello, ed il verdetto arriverà al termine delle analisi degli ingegneri.
Il target era comprendere una monoposto diventata in poco tempo un oggetto misterioso, mandando fuori strada i tecnici, e in questo quadro il test di Montmelò è arrivato al momento giusto per dare una mano al box del Cavallino. Ma la soluzione dei problemi non è automatica.
Il ritorno di Fuoco
Quando stamattina alle ore 09 il semaforo posto in fondo alla pit-lane è diventato verde, il più emozionato nel box Ferrari era indubbiamente Antonio Fuoco. Dopo mille giorni si è ritrovato sulla stessa pista in cui nel 2016 pensava di aver salutato per sempre la Formula 1, ma la vita a volte è imprevedibile, e per Antonio è arrivata una chance insperata.
Opportunità che Fuoco ha onorato molto bene, completando una giornata senza errori con 120 giri all’attivo ed anche il terzo tempo ottenuto con gomma C4.
“Questa è stata senz'altro una giornata positiva – ha commentato Antonio - abbiamo completato una serie di prove su diverse componenti percorrendo in totale 120 giri. Per quanto riguarda il programma di giornata, al mattino ci siamo concentrati su una serie di short run con diversi tipi di gomme, mentre nel pomeriggio abbiamo lavorato sulla performance con alcuni long run".
"La vettura è stata molto divertente da guidare. Abbiamo raccolto molti dati che ci saranno utili per continuare le analisi sulla SF90 e serviranno anche per verificare la correlazione con il mio lavoro al simulatore. Nel complesso questa giornata per me è stata veramente piacevole. Ringrazio il team per avermi dato l'opportunità di provare in pista”.
Il test di Fuoco è servito molto anche al pilota per il lavoro che svolge abitualmente sul simulatore di Maranello. Antonio non aveva mai guidato una Formula 1 di questa generazione ‘reale’, e indubbiamente le prove completate oggi gli hanno consentito di raccogliere elementi per migliorare la correlazione con il mondo virtuale con cui ha a che fare nei lunghi venerdì notte che trascorre sul ‘ragno’. Un tassello prezioso nell’economia dei weekend di gara, che fornisce una grande mano alla squadra in pista.
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