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F1 | Williams: come la freccia blu ha giocato di strategia a Monza

L'appuntamento di Monza era tra quelli su cui la Williams aveva puntato già da inizio stagione, ben consapevole che il circuito brianzolo si sarebbe ben adattato alle caratteristiche della FW45 grazie ai suoi lunghi tratti rettilinei. Tenendo a mente i punti di forza della "freccia blu", il team ha saputo mettere in piedi una strategia audace ma perfetta, che ha poi permesso di tenere alle spalle avversari più quotati fino al traguardo. Analizziamo le decisioni della squadra di Grove per comprendere come sia stata in grado di conquistare un settimo posto fondamentale per la classifica.

Alex Albon, Williams Racing

Monza è spesso nota agli appassionati come il “Tempio della velocità” grazie alla sua storia e al suo particolare layout, che tende a far emergere quelle vetture che fanno delle prestazioni sui rettilinei uno dei propri punti di forza. Indubbiamente non è una regola, ma anche quest’anno c’era una freccia tinta di blu che ha saputo sfruttare le caratteristiche della propria monoposto e del circuito brianzolo per guadagnare un arrivo a punti che potrebbe rivelarsi fondamentale per il resto della stagione.

Quella freccia era la Williams FW45, settima sotto la bandiera a scacchi grazie a un’ottima gara di Alex Albon, il quale ha saputo trarre il massimo dalla strategia preparata dalla squadra, ben consapevole che vi sarebbe stato solamente un modo per uscire da Monza con il risultato sperato. La monoposto di Grove ha fatto dei circuiti a basso carico - o con lunghi tratti rettilinei - il proprio punto di forza, seppur non sia mancato qualche piacevole exploit come a Zandvoort, dove gli ingegneri hanno saputo estrarre il potenziale della vettura comprendendo al meglio gli pneumatici e come lavorare sull’auto con temperature più fresche. 

In qualifica, Alex Albon ha raggiunto in scia i 349 km/h, solamente uno in meno di Carlos Sainz, il quale poteva anch’egli contare su un traino nell’ultimo tentativo del Q3. Al contrario, Logan Sargeant, senza scia, con una Power Unit con più chilometri alle spalle e un’ala anteriore non aggiornata a causa della mancanza di scorte, ha toccato i 346 km/h, gli stessi registrati in condizioni simili dalla Ferrari Charles Leclerc. Un elemento fondamentale che ha permesso di compensare il tempo perso nella maggior parte delle curve rispetto alla McLaren e alla Mercedes, le quali potevano contare su un carico aerodinamico superiore. Se il confronto con George Russell è andato a favore del britannico, nel duello con i due alfieri della squadra di Woking a prevalere è stato proprio Alex Albon grazie a un primo settore convincente, che ha poi permesso di bilanciare le difficoltà incontrate dalla FW45 nell'intertempo centrale, specie nelle due Lesmo.

Confronto telemetrico tra Albon e Piastri nel primo stint, nell'ultimo giro prima che l'australiano entrasse in zona DRS. Si nota come, anche in scia, McLaren registri velocità di punta più basse della Williams.

Confronto telemetrico tra Albon e Piastri nel primo stint, nell'ultimo giro prima che l'australiano entrasse in zona DRS. Si nota come, anche in scia, McLaren registri velocità di punta più basse della Williams.

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Essere riusciti a mettersi alle spalle i rivali più diretti sulla griglia di partenza, nello specifico le due McLaren, ha rappresentato il primo tassello di un puzzle da completare in gara puntando tutto sulla strategia. In Canada il team si era dimostrato scaltro sfruttando gli episodi, il che l’aveva spinto a tentare una strategia a una singola sosta mentre tutti gli altri aveva optato per le due soste, finendo così negli scarichi della monoposto di Albon. Nonostante i lunghi tentativi da parte degli inseguitori, nessuno riuscì ad impensierire le alte velocità di punta registrate dalla Williams, che così conquistò un settimo posto di vitale importanza per il mondiale costruttori.

Seppur in maniera leggermente differente, la scuderia di Grove ha applicato il medesimo principio anche sul tracciato brianzolo. Se a Montréal l’dea della singola sosta era nata solamente con il passare dei giri, quasi come un’opportunità creata dagli episodi, a Monza la strategia è stata preparata, studiata e messa in azione grazie a una lettura perfetta degli scenari di gara, sia prima che durante la corsa. Nel primo stint, al netto di un breve duello nelle primissime fasi dopo lo spegnimento dei semafori, Alex Albon ha svolto in maniera perfetta il suo compito, sfruttando le alte velocità di punta della FW45 per tenere a bada le due MCL60, le quali a loro volta dovevano prestare attenzione a Lewis Hamilton, pronto ad approfittarne in un momento successivo della gara grazie alla strategia alternativa.

Basti pensare che, pur trovandosi scia, le velocità massime registrate da Piastri erano comunque inferiori a quelle ottenute dall’alfiere della Williams, garantendo così un piccolo margine di sicurezza. Pensare di passare in circostanze normali era dunque piuttosto improbabile, motivo per il quale l’unica soluzione rimaneva provare ad avvicinarsi e tentare l’undercut. Ma proprio nel momento in cui l’australiano è stato in grado di chiudere il gap sotto il secondo potendo attivare l’ala mobile, la scuderia di Grove ha reagito prontamente, anticipando la sosta.

Alex Albon, Williams FW45, Oscar Piastri, McLaren MCL60

Alex Albon, Williams FW45, Oscar Piastri, McLaren MCL60

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Anche se ciò avrebbe costretto Albon a percorrere un lunghissimo secondo stint, dovendo per altro gestire un degrado piuttosto marcato dato l’eccessivo scivolamento, questa decisione avrebbe quantomeno evitato qualsiasi tentativo di undercut dagli avversari. A quel punto, per gli avversari l'unica opzione percorribile sarebbe stata quella di rimanere in pista per allungare il primo run, in modo da avere gomme più fresche per la seconda parte del Gran Premio.

Le McLaren si sono infatti fermate solamente sette più giri più tardi, dovendo così recuperare uno svantaggio da Albon di circa quattro secondi. Un minimo gap che ha dato brevemente l’opportunità all’anglo-tailandese iniziare ad amministrare gli pneumatici, anche se, dato il passo puro più consistente della MCL60 rispetto alla FW45, la missione riaggancio non ha richiesto molto tempo, dando nuovamente il via alle danze.

Seppur in qualche occasione Norris sia stato effettivamente in grado di infastidire il rivale della Williams, tentando anche di sfruttare il momento di confusione generato dalla rimonta di Lewis Hamilton, non è mai riuscito a trovare la mossa decisiva. In parte ad aver pesato è stato il fatto di non essere riusciti a sfruttare a dovere il punto debole della FW45, la percorrenza della Parabolica, ritrovandosi poi eccessivamente staccati a inizio rettilineo. Non avendo un delta di velocità sufficiente anche a DRS aperto per completare il sorpasso, spesso si è dimostrato complicato riuscire anche solo ad affiancarsi alla prima staccata. A ciò si è aggiunto il fatto che, dopo diversi tentativi, la MCL60 ha mostrato un derating alquanto marcato, dovendo attendere di ricaricare le batterie.

Confronto telemetrico tra Albon e Norris nel secondo stint: si nota il derating della MCL60 dopo diversi tentativi di rimanere in scia

Confronto telemetrico tra Albon e Norris nel secondo stint: si nota il derating della MCL60 dopo diversi tentativi di rimanere in scia

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Sfruttando i punti di forza della propria vettura, Albon è così riuscito a far muro, sopperendo al degrado gomma e placando ogni tentativo degli avversari fino alla bandiera a scacchi: "È stato difficile perché eravamo molto deboli nell'ultima curva, quindi anche... in realtà siamo bravi in Ascari, ma lenti alla curva 11, e loro mi raggiungevano sempre lì. Il deg era enorme e io e Logan stavamo arrivando in gara, con i giri alla griglia, pensando che sarebbe stata una gara davvero difficile", ha spiegato l'anglo-tailandese.

"Ma oggi non avevamo il ritmo, ma avevamo la velocità in rettilineo ed è stato questo a tenere Lando dietro. Penso che ovviamente sarebbe... sarà molto frustrato. Lo sarei anch'io. E siamo stati abbastanza bravi in frenata alla prima curva, che anche se loro hanno più carico di noi, non sarebbe stato un sorpasso pulito per loro, si vedeva che ogni volta che cercavano di superarmi, tendevano ad andare larghi".

Il settimo posto sul traguardo rappresenta un bottino fondamentale per la Williams, che ora può contare su ben 10 punti di vantaggio in classifica rispetto ai propri rivali più diretti. Una testimonianza dell'ottimo sviluppo messo in piedi dal team non solo durante lo scorso inverno, ma anche durante la stagione con il pacchetto che ha debuttato in Canada. Seppur la FW45 non abbia tradito la propria natura, dimostrandosi particolarmente convincente sui tracciati a basso carico, il percorso tecnico scelto ha aiutato a renderla una vettura che può guardare con maggior fiducia al resto del mondiale.

 

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