F1 | Waché svela le difficoltà che ha Red Bull nell'aiutare Perez
Il direttore tecnico della Red Bull spiega quali siano le difficoltà che il team sta affrontando per cercare di aiutare Perez a tornare competitivo. Le simulazioni non permettono ancora di replicare tutte le situazioni in pista e questo rallenta il lavoro per aiutare il messicano.
Sergio Perez, Red Bull Racing RB20
Foto di: Erik Junius
Ormai da un anno e mezzo, fatti salvi alcuni sporadici guizzi, le prestazioni di Sergio Perez sono in caduta libera. Pochi giorni fa il messicano è stato riconfermato dopo una riunione post Gran Premio del Belgio dove i vertici di Red Bull hanno capito quanto i contro fossero maggiori dei pro qualora il messicano fosse stato appiedato. Ma, questi contro, sarebbero stati tutti minus economici, non certo legati alle prestazioni.
Una situazione poco edificante per Sergio, che si è visto così confermare da Red Bull solo per questioni che esulano dal suo talento e dalle sue capacità in pista. Il team, però, continuerà ad avere tutto l'interesse nel trovare una chiave che possa aiutarlo a ritrovare la forma dei giorni migliori, quella che sfoggia spesso nelle prime gare dell'anno per poi perderla in modo inesorabile con l'arrivo della primavera.
In un'intervista rilasciata a Motorsport.com, il direttore tecnico di Red Bull Racing Pierre Waché ha cercato di spiegare quali siano le difficoltà riscontrate dalla squadra nel trovare il giusto compromesso per aiutare Perez a tornare competitivo.
"L'obiettivo è sempre quello di rendere le monoposto più veloci, anche se i piloti non si sentono a loro agio con esse. Abbiamo cercato di migliorare il bilanciamento aerodinamico e meccanico con l'introduzione di novità in Ungheria", ha dichiarato il 49enne nativo di Auchel.
Pierre Wache, Direttore Tecnico della Red Bull Racing
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
"Quando la vettura è piacevole da guidare abbiamo visto che Max va forte e anche Checo è più vicino a lui. Quando invece le difficoltà sono maggiori, ecco che sorge maggiormente il divario tra i due, perché Max riesce a convivere meglio con alcuni problemi".
Waché è poi entrato più in profondità sulle tematiche che riguardano i problemi di Perez. Il team sta lavorando da tempo con le simulazioni per cercare di replicare cosa non vada in pista e, di conseguenza, lavorare su potenziali soluzioni da trasmettere poi a chi deve fare l'assetto in pista.
Le simulazioni, però, per quanto avanzate, non permettono ancora di replicare perfettamente alcuni comportamenti della macchina e delle gomme in determinate condizioni. Ecco perché a Milton Keynes sembrano essere ancora in alto mare.
"Per capire su cosa stia faticando Checo cerchiamo di vedere alcune tendenze, ma è molto difficile evidenziarle perché anche l'anno scorso faceva fatica. Quindi è difficile per noi individuarle".
"Il problema principale che abbiamo è che stiamo cercando di riprodurre la vettura e tutte queste cose nelle simulazioni, ma questo non significa che simuli esattamente ciò che la vettura fa in tutte le condizioni. Inoltre l'interazione con le gomme è molto difficile da riprodurre, anche se facciamo del nostro meglio. Migliorare queste aree è una parte importante del nostro processo".
"Vogliamo avere la macchina più veloce, certo, ma vogliamo anche che possa essere sfruttata dai piloti. Questo è sempre l'obiettivo principale. Se rendiamo la macchina più veloce in modo che Checo possa usarla, significa che entrambi i piloti saranno in grado di trarre il massimo da essa".
"Anche se Max e Checo hanno esigenze o preferenze diverse, i requisiti della vettura sono comunque molto simili. Fondamentalmente è la stessa. Sicuramente ci possono essere delle differenze nello stile di guida, ma non useremo lo sviluppo della vettura per questo. Per questo lavoreremo sull'assetto".
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