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Villeneuve: "Per Leclerc il vero pericolo è Sainz"

Alla vigilia dei 50 anni il Corriere della Sera ha dedicato una lunga intervista di Daniele Sparisci al pilota canadese che è stato campione del mondo di F1 nel 1997. Ecco un estratto molto interessante della chiacchierata con il figlio di Gilles che guarda ai GP di ieri e di oggi.

Jacques Villeneuve, ex Campione del mondo

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Jacques Villeneuve domani compie 50 anni, un passaggio esistenziale importante per il quale il Corriere della Sera ha dedicato all’ex campione del mondo di F1 una bella intervista curata da Daniele Sparisci.

Il canadese che vive in Italia e che ora corre in Nascar Whelen Euro Series 2021con il team di Alex Caffi, non si crea problemi… “Per ora è un numero. Invecchiare non è un problema”.

Ha vinto Indy 500, si è aggiudicato un titolo mondiale nel 1997, ma ammette che gli manca il successo alla 24 Ore più prestigiosa dove ha corso con la Peugeot: “Mi manca Le Mans. Con quella avrei avuto la Tripla Corona, ci è riuscito solo Graham Hill”.

Jacques racconta quanto difficile sia stato essere il figlio di Gilles: “Il problema non era essere considerato il figlio di Gilles, ne andavo fiero. Il problema era che si arrabbiavano quando dicevo che non correvo per continuare il sogno di mio padre. Così ho deciso di non parlarne più, perché era diventato impossibile dire la verità. Papà mi ha fatto conoscere le corse, ma correvo perché lo volevo io non per proseguire ciò che si era interrotto».

Il debutto in F1 nel 1996 con una pole e un secondo posto con la Williams. A capo del team c’era Sir Frank che Jacques ricorda con affetto: “…un grande personaggio. Sapeva far funzionare tutto, ma se non ci andavi d’accordo ti liquidava in due secondi. Contavano solo le corse e la sua squadra, ma aveva molto rispetto di chi vinceva per lui”. E il mondiale, che è mancato a papà Gilles, è arrivato nel 1997 dopo il duello a Jerez con Schumacher: “Michael, venendomi addosso, mi ha aiutato a vincere. Non posso essere arrabbiato, anche se come a scuola, c’è sempre qualcuno con cui non andrai mai d’accordo. Era uno scontro fra lupi, lui era il lupo più forte. Da battere”.

Jacques di quel titolo iridato ricorda più la sfida personale con Schumi più che l’aver battuto la Ferrari: “Sì, contava molto più Michael. La Ferrari quell’anno non era la squadra da battere, Michael sì. Si era costruito un team attorno a lui”.

Villeneuve analizza la Scuderia di oggi ed è abbastanza sicuro che è “…meglio dell’anno scorso. A Imola si capirà di più”, mentre su Leclerc ammette: “Per Charles il vero pericolo è Sainz. Perché Carlos non è mai stato in una squadra così importante: si è costruito nel tempo, arriva con grinta ed esperienza, è abituato a confrontarsi con compagni veloci. È freddo, studia, può dare molto fastidio a Charles».

Su Hamilton che punta all’ottavo mondiale non si azzarda a dire che sia un pilota migliore di Senna e Schumacher, anzi esprime un suo dubbio: “Non lo so. Michael e Ayrton hanno vinto con macchine che non dovevano vincere, in situazioni complicate, senza il sostegno del team. Lewis invece ha sempre dominato con il mezzo migliore e con l’appoggio interno. Bisognerebbe vederlo senza queste due condizioni”.

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