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Vettel: "Noi piloti siamo sempre sul lato opposto del tavolo"

Il tedesco si allinea a certe dichiarazioni di Ricciardo e sostiene che "a volte ci vuole più rispetto per il nostro ruolo e a tal proposito mostrare degli incidenti cruenti in modo ripetuto come domenica scorsa, credo che non sia un approccio corretto". Seb è lusingato di essere un riferimento per Mick Schumacher: "Sarò sempre a disposizione".

Sebastian Vettel. Ferrari

Ferrari

-2. Sebastian Vettel è agli sgoccioli della sua esperienza ferrarista, ma l’avvicinarsi dei titoli di coda non sembra avere sul tedesco un impatto stressante.

Anzi, il Seb visto alla vigilia del GP del Sakhir ha poco a che vedere con quello smarrito di inizio anno, quando nel giro di poche settimane ha capito che non sarebbe stato nei piani futuri della Scuderia e, soprattutto, che con la SF1000 sarebbe stata una stagione dura.

“Ormai è andata”, sembra dire Seb (anche se non lo dice) ma fino alla fine proverà a lasciare la Scuderia con un bel risultato, un commiato che Vettel sarebbe pronto a dedicare alle persone con le quali ha lavorato negli ultimi anni.

Seb non è interessato al ricordo che lascerà in Ferrari, ma all’opinione delle persone che stima, ed è per loro che spera di lanciare un ultimo acuto prima di trasferirsi in Aston Martin.

Ti sei chiarito con Charles in merito alla partenza di domenica scorsa?
“È stata una di quelle situazioni che non possono funzionare per entrambi e alla fine ci ho rimesso parecchio perché ho dato priorità a terminare la gara. Ne abbiamo parlato dopo la corsa, e credo che Charles abbia capito cosa intendo. Questo è tutto, non credo ci sia molto altro da aggiungere”.

C’è qualcosa o qualche aspetto che avresti potuto far meglio in questo Mondiale?
“La stagione 2020 è stata molto diversa dalle precedenti, ad iniziare da molte circostanze particolari. È stato un anno difficile, quindi non credo che si possa fare riferimento a qualcosa di preciso, in generale credo di aver avuto bisogno di più tempo per adattarmi a certe cose, ma ora sono in una posizione più tranquilla e non vedo l'ora che arrivino queste ultime due gare e poi il prossimo anno”.

Sei stati un grande fan di Michael Schumacher. Ti senti di poter dare qualche consiglio a Mick in vista del suo esordio in Formula 1?
“Prima di tutto, sono ancora un fan di Michael, poi sì, sono felice di poter aiutare Mick dove sarà possibile perché è un ragazzo eccezionale e ovviamente perché ho un legame molto speciale con suo padre".

"È un peccato che Michael non sia stato in grado di assistere ai progressi che ha confermato Mick negli ultimi anni, culminati con il suo passaggio ora in Formula 1. Da parte mia posso dire che mi piace molto, andiamo d'accordo e sarò sempre felice di dirgli tutto quello che so”.

Mick ha detto che per lui sei una figura di riferimento, proprio come suo padre lo è stato per te. Come commenti queste parole?
“Beh, ovviamente sono lusingato. Ho visto suo padre vincere molte più gare di quante Mick ha potuto vedere con me, e ovviamente sarò sempre a sua disposizione per qualsiasi consiglio. Ma penso che sia molto importante per lui trovare la sua strada e seguirla, io ho cercato di fare la stessa cosa, ma quando ho avuto bisogno Michael mi ha sempre dato dei consigli, e da parte mia ho sempre cercato di fare la stessa cosa con Mick”.

Il podio di Istanbul è stato un passaggio importante nella tua stagione?
“Credo che già prima di Istanbul si era confermata una crescita positiva che per diverse ragioni non si è vista. Oggi penso di essere in una posizione migliore rispetto alla prima metà di stagione, e mi piacerebbe chiudere bene queste ultime due gare anche per tutte le persone che hanno lavorato con me in passato, i meccanici, i ragazzi del box e gli ingegneri".

"Poi ci sono tante persone che operano in fabbrica, mi piacerebbe chiudere bene anche per loro, per dimostrare un po' di più ciò di cui siamo capaci. Sarà difficile, questa pista probabilmente non è per noi la migliore, ma aspettiamo di vedere come andrà il weekend”.

Hai avuto modo di confrontarti con Liberty in merito ai molti replay dell’incidente di Grosjean trasmessi domenica?
“No, credo che ci sarà un’indagine e un confronto a tempo debito, e arriveranno le risposte. Non c’è fretta sotto questo aspetto, ma l’idea che mi sono fatto è che siamo seduti al lato opposto dello stesso tavolo. Noi piloti siamo quelli che guidano le macchine e siamo esposti ai rischi, poi c’è chi guarda dall’esterno".

"Abbiamo sentito delle critiche negli ultimi anni in merito ad una Formula 1 che non è più pericolosa, e questo la renderebbe meno eccitante e così via, ma personalmente sono convinto che un certo rischio ci sia sempre e ci sia sempre stato, anche se il grande lavoro fatto sul fronte della sicurezza ha ridotto molto la soglia di pericolo".

"È molto apprezzabile vedere che c'è uno sforzo continuo per cercare di migliorare, e non bisogna mai dimenticare che alla fine al volante delle monoposto ci sono egli esseri umani che mettono le loro vite in pericolo".

"Abbiamo una grande passione per ciò che facciamo, ma a volte credo che sia necessario un maggiore rispetto per il nostro ruolo e a tal proposito mostrare degli incidenti cruenti in modo ripetuto come domenica scorsa, credo che non sia un approccio corretto".

"Tutti hanno visto che Romain stava bene, ma questo aspetto non cambia il fatto che potessero esserci dei bambini davanti alla televisione, e credo che non sia stata una cosa carina mostrare una macchina con dentro un uomo che stava lottando per uscirne”.

Ti è capitato di soffermarti a pensare al ricordo che lascerai di te in Ferrari?
“No, non lavoro così. Non mi preoccupo per me stesso, almeno sotto questo aspetto, detto questo non voglio sembrare arrogante ma davvero non mi interessa come verrò ricordato. Le persone che mi conoscono porteranno con loro dei momenti belli ed altri meno, ma da parte mia non ho rimpianti".

"Penso che sia stato un privilegio guidare per questa squadra, lavorare con persone che hanno una così grande passione per il marchio e per il loro lavoro, ed è sempre un privilegio poter lavorare con professionisti molto entusiasti, ho imparato molto da loro".

"Nella vita ci siano anche altri livelli di giudizio che vanno oltre i semplici risultati, so già che mi mancheranno delle persone ma l’aspetto positivo è che non le perderò di vista, saremo ancora in giro e se vorrò so come contattarle. Non credo che tutto possa essere catalogato con i colori dei vari team, io metto le persone al primo posto, e mi interessano questi rapporti più che il modo in cui sarò ricordato”.

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