Vettel-Leclerc: una relazione che ora scotta
La qualifica d Monza forse ha modificato i rapporti fra i due piloti della squadra del Cavallino. Seb ha fatto un lungo in chicane nel primo stint e così non ha dato la scia al compagno. Il monegasco dopo ha fatto lo stesso in modo più plateale. Il tedesco doveva andare per la sua strada.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Ci sono delle leggi non scritte nel motorsport, cementate nel tempo molto più di quanto lo siano regolamenti tecnici e sportivi, soggetti a periodici cambiamenti. Una di queste riguarda le relazioni tra compagni di squadra. Nella fase in cui un team fatica a raggiungere i propri obiettivi, i piloti fanno quadrato e lavorano con lo scopo comune di arrivare ad avere una monoposto competitiva.
Quando il potenziale tecnico permette di lottare per l’assoluto, i rapporti iniziano inevitabilmente ad essere tesi. Ovviamente la storia riporta esempi di coppie che non sono scoppiate, ma sono casi in cui le gerarchie sono definite, dalla pista o dai contratti. Ma quando due piloti si sentono in diritto di lottare per gli stessi obiettivi, prende forma il contesto ideale per confronti fratricidi.
La premessa è importante perché dipinge il contesto nel quale la Ferrari si è presentata a Monza. Ci sono state altre gare nel corso di questo Mondiale in cui la Scuderia è stata in grado di lottare per il successo, ma la conferma arrivata lo scorso fine settimana in Belgio ha posto la Ferrari nel ruolo di favorita della vigilia alla conquista del successo nel Gran Premio d’Italia.
Come ha confermato oggi la pista, sia i piloti che i tecnici del Cavallino erano consapevoli di poter lottare per la pole position, ed il briefing che ha preceduto la qualifica non deve essere stato semplice come in altre occasioni.
Dato per scontato che tutte le squadre hanno ritenuto lo sfruttamento della scia un elemento cruciale per svettare (il finale caotico ne è stato una conferma) il punto chiave deve essere stato uno solo: decidere chi avrebbe concesso la scia al compagno di squadra nell’ultimo ‘run’ della Q3.
La decisione non deve essere stata facile, perché chi è chiamato ad aiutare il compagno di squadra nel momento clou della sessione finale non la prende certo come una buona notizia, sentendosi tagliato fuori dalla lotta per la pole position, visto che normalmente il ‘run’ conclusivo è il più veloce.
Il problema non sussiste alla Mercedes, dove i ruoli nella seconda parte di stagione sembrano abbastanza chiari, ma in Ferrari non ci sono ordini gerarchici, tra l’altro non necessari alla luce della classifica di campionato.
Una decisione però andava presa, ed osservando quanto è avvenuto oggi a Monza è stato chiaro che nell’ultimo run il pilota destinato a beneficiare della scia del compagno era Sebastian Vettel.
Mettendoci nei panni del team è una decisione comprensibile, soprattutto pensando al ruolo avuto da Seb sei giorni fa in Belgio nel successo ottenuto da Leclerc.
C’è però da scommettere che Charles non l’abbia presa bene, soprattutto dopo aver confermato nelle prove libere di avere un ottimo passo. Ed anche quanto è accaduto nel primo ‘run’ della Q3 non è stato d’aiuto.
In questo caso, come da programma, è stato Vettel ad uscire per primo dalla pit-lane, seguito in scia da Leclerc, poi Seb è andato lungo alla prima Variante (passaggio programmato o no?) ma comunque Leclerc aveva il tempo necessario per raggiungere il compagno di squadra, ma così non è stato, e Charles ha iniziato il suo giro veloce dietro alle due Renault, a loro volta alle spalle di Vettel.
Questa fase non è chiara: è stato Seb ad accelerare e non attendere il compagno di squadra o Leclerc a non spingere per raggiungerlo? Qui siamo nel caso delle ipotesi.
Forse il monegasco ha pensato di non usare la scia del compagno per non sentirsi in obbligo di aiutarlo nel secondo ‘run’, o magari si è semplicemente accontentato della scia delle due Renault (tra l’altro velocissime), che gli hanno comunque permesso di ottenere la pole position.
Alla fine il conto più salato l’ha pagato Vettel, con molte recriminazioni, inclusa quella di chi (a posteriori) sostiene che il muretto-box viste le circostanze avrebbe dovuto dire a Seb di lanciarsi nell’ultimo giro senza scia, considerando che già nel primo ‘run’ (in solitario Vettel) il tempo di Vettel era comunque a soli 150 millesimi dalla pole position e a 111 dalla prima fila. Ora sarà compito della squadra provare a riportare la calma in vista di una corsa che al di là del bottino di giornata è tutt’altro che in discesa.
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