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Intervista

F1 | Vasseur: "Ferrari nuova al 95%, ma non sarà una rivoluzione"

Il tradizionale pranzo di Natale con i giornalisti di F1 è stato l'occasione per il team principal del Cavallino per fare un'analisi della stagione 2023 molto deludente all'inizio, ma certamente più promettente nel finale e per guardare al mondiale 2024. Il francese non fa promesse, ma assicura una Ferrari più competitiva, consapevole del potenziale che è in grado di tirare fuori non solo dalla nuova monoposto, ma anche dalla struttura in continuo divenire. Il rinnovo dei piloti prima del via stagionale.

Atmosfera al pranzo di Natale Ferrari

Fred Vasseur un anno dopo. A inizio gennaio gli avevano appena dato le chiavi del Reparto Corse e non poteva sapere quale Ferrari avrebbe trovato. In occasione del tradizionale pranzo di Natale della Ferrari con i giornalisti selezionati della F1, Motorsport.com ha potuto fare il punto con il team principal francese in vista della stagione 2024.

Il manager transalpino non fa promesse mirabolanti che potrebbero torcersi contro di lui dopo le prime gare, ma offre uno spaccato molto interessante del Reparto Corse, consapevole del lavoro svolto: c’è fiducia nel prossimo campionato che arriverà sulla scia del buon finale di stagione 2023. La macchina, che sarà presentata il 13 febbraio, non sarà una rivoluzione rispetto alla SF-23 sebbene disporrà del 95% di parti nuove.

E sui piloti arriverà presto il rinnovo contrattuale. Fred ha capito di essere in ritardo sui piani, ma la conferma arriverà prima che parta la nuova stagione, indicando che il futuro sarà con Charles Leclerc e Carlos Sainz. Esclude che ci siano state trattative con Lewis Hamilton e non chiude la porta a un futuribile approdo di Verstappen a Maranello, togliendo il divieto che aveva messo a suo tempo Sergio Marchionne, ma siamo solo a un  “mai dire mai”, molto sibillino…

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Photo by: Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Tra pochi giorni completerai il tuo primo anno nel ruolo di team principal della Ferrari. Quanto è cambiato Fred Vasseur nel corso di questi dodici mesi?
“Sono ancora vivo! Quando sono arrivato qui un anno fa ho affrontato una vera sfida perché era abbastanza tardi nell’ottica della stagione che si apprestava ad iniziare. Ho dovuto capire un enorme quantità di cose, il tutto ad un paio di settimane dalla presentazione della monoposto e a quattro dall’inizio dell’attività in Bahrain. Ora mi trovo in una situazione molto più confortevole, conosco quasi tutti in azienda, ho una migliore comprensione generale e questo mi consente di lavorare meglio. Ma siamo una squadra di Formula 1, se hai la sensazione di essere in buona forma rischi di ritrovarti al tappeto. Dobbiamo mantenere lo slancio, l'ultima parte di stagione è andata abbastanza bene ma sappiamo che non è mai abbastanza e che non dobbiamo fermarci”.

Quando sei arrivato in Ferrari hai detto che non avresti modificato nulla. Ora che hai una buona conoscenza dello scenario hai pensato di apportare dei cambiamenti? Continuerai a puntare sulle stesse persone?
“Abbiamo già cambiato alcune persone ma non mi piace fare nomi, non l'ho mai fatto e non lo farò mai. Alla fine, non si tratta di una persona, inclusa la mia figura, la cosa più importante è il gruppo di lavoro che abbiamo, sono orgoglioso della reazione che ha avuto la squadra durante la stagione, tutti, compresi i piloti, siamo stati in grado di reagire dopo sei mesi difficili e a partire da Monza si sono visti i risultati”.

“Poi sappiamo che in un’organizzazione ci sono sempre da apportare alcune modifiche individuali e lo stiamo facendo, stiamo assumendo molto, ma conosciamo il sistema Formula 1. All’inizio c’è una sorta di enorme inerzia dovuta ai contratti in vigore. Quando realizzi di avere un problema che necessita di ricorrere ad assunzioni, sappiamo che una nuova persona che si unirà alla squadra dovrà rispettare dodici mesi di gardening, un preavviso di sei mesi e, trascorso questo periodo, potrà essere attiva solo sul progetto dell’anno seguente. Quindi dal momento in cui hai la necessità di una persona a quello in cui sarà operativa, si rischia che passino dai due ai tre anni. Per questo credo che per noi il punto più importante sia stato il miglioramento sull'approccio e della mentalità. Penso che alla fine abbiamo preso più rischi e siamo stati in grado di essere un po’ più aggressivi”.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: James Sutton / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Ci sono aggiornamenti sullo stato delle trattative contrattuali per il rinnovo di Charles e Carlos? L’obiettivo è ancora quello di rinnovare con entrambi?
“Come sapete, loro sono sotto contratto con noi fino alla fine del 2024, vuol dire che abbiamo ancora alcuni mesi davanti a noi. Lo scorso anno la Mercedes ha rinnovato il contratto per il 2024 ad entrambi i suoi piloti alla fine di agosto; quindi, credo che abbiamo ancora settimane e mesi davanti a noi. Un anno fa vi avevo detto che avrei provato a prendere una decisione entro la fine di quest’anno, ma devo ammettere che l'ultima parte della stagione è stata molto impegnativa. Ci siamo incontrati e abbiamo iniziato le discussioni, ma siamo un po' in ritardo rispetto al piano iniziale. Non lo ritengo affatto un problema, prenderemo una decisione presto”.

Pensi che il rinnovo dei piloti arriverà prima dell'inizio della stagione?
"Potrebbe essere l'obiettivo".

Un anno fa l’amministratore delegato Benedetto Vigna disse che il secondo posto in campionato era da considerare il primo dei perdenti, ma siete arrivati terzi. Come hanno commentato Vigna e il presidente John Elkann?
“Non abbiamo aspettato la fine del campionato per parlarne, il vantaggio della Ferrari è che abbiamo discussioni quotidiane. Nessuno può essere contento di quello che abbiamo fatto all'inizio della stagione. In primo luogo, abbiamo avuto troppi problemi in termini di affidabilità e, quindi, sono stato il primo ad essere contrariato per questo e per le prestazioni in generale. Ma oggi penso più di tutto alla reazione del gruppo, al fatto che siamo riusciti a fare i passi avanti che ci eravamo prefissati. Non sono un grande fan delle statistiche, ma se non sbaglio abbiamo conquistato cinque pole position negli ultimi nove weekend, riuscendo a lottare con Max in qualche occasione, quindi è stato un bel passo avanti. Ma ovviamente non siamo contenti, io sono il primo a non esserlo e non ho bisogno che il signor Vigna o il signor Elkann mi dicano che non devo essere contento felice della terza posizione. Questo è chiaro. Ma allo stesso tempo sono più che soddisfatto della squadra”.

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Photo by: Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Nell’ultimo terzo di stagione avete confermato un chiaro passo avanti nonostante abbiate portato in pista un solo aggiornamento tecnico, a Suzuka. Se calcoliamo i punti dopo la pausa estiva la Ferrari ne ha conquistati più di Mercedes e McLaren, come si può spiegare un cambio di passo solo con la mentalità?
“Ad inizio stagione ci siamo trovati in una situazione difficile, ci mancavano due o tre decimi. Poi abbiamo recuperato un po' di quel margine e, in griglia di partenza abbiamo visto come uno o due decimi cambiano completamente la fisionomia del weekend. È vero che abbiamo portato uno sviluppo in Giappone, ma non è stato un grande aggiornamento, sono ancora convinto che si tratti più del lavoro fatto in pista, e questo aspetto è stato più importante degli aggiornamenti tecnici. Abbiamo aggiornato la macchina soprattutto nella prima parte della stagione, e ci è voluto del tempo per capire come gestirla adeguatamente”.

Hai citato il cambiamento di approccio e mentalità. Come ci sei riuscito effettivamente e cosa significa in termini reali? Si tratta di eliminare la paura di sbagliare?
“La prima cosa è capire come funziona il gruppo, come vengono prese le decisioni. Il mio compito è stato spronare tutti ad essere aggressivi, dobbiamo essere ambiziosi e non avere paura di sbagliare. Sotto questo aspetto la Red Bull è molto performante, ma credo che noi siamo riusciti a fare un buon passo avanti”.

La Ferrari ha ufficialmente sostenuto la posizione di Susie e Toto Wolff nella recente disputa con la FIA. Sei un po' preoccupato per la situazione che si è creata?
“Penso che tutte queste storie siano state imbarazzanti, tutto è iniziato con un articolo apparso su un giornale. In una situazione che coinvolge una persona bisogna fare molta attenzione a ciò che si dice e credo che sarebbe stato opportuno da parte della FIA prendersi più tempo e far passare le 24 ore trascorse tra il primo ed il secondo annuncio. Si sarebbe evitata una brutta situazione”.

Quali sono gli argomenti principali che le squadre e la FIA dovrebbero affrontare durante la prossima stagione?
“Non so se la discussione debba essere tra la FIA e le squadre, abbiamo un organo per la governance che è la F.1 Commission e fino a quest'anno ha funzionato bene. Personalmente credo che il problema principale che abbiamo avuto nel corso di questa stagione sia stato la coerenza delle decisioni. Questo è tuttora un argomento all’interno della Commissione perché la cosa più importante è che i fan abbiano una comprensione facile del nostro sport”.

“Alcune decisioni prese della FIA, come la gestione dei track limit, non vanno in questa direzione, il tempo massimo sul giro di lancio in qualifica è stato uno scherzo: Russell è stato chiamato 14 volte dai commissari sportivi e non ha mai ricevuto una penalità. Questo significa che le regole non sono corrette o che gli steward non applicano le regole. In generale credo che abbiamo bisogno di coerenza nei confronti dei tifosi, degli sponsor, delle Case che investono e per gli azionisti che credono nel nostro sport. Abbiamo davanti a noi argomenti molto importanti, credo che quello principale sia il 2026, e sarà necessario poter contare su una grande cooperazione. Dobbiamo lavorare insieme, come sta già accadendo con il dipartimento tecnico della FIA, un gruppo con il quale stiamo portando avanti un buon lavoro”.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Photo by: Jake Grant / Motorsport Images

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

I rinnovi dei due piloti prevedono la stessa durata in termini di anni di contratto o ci saranno accordi differenti per ciascuno di loro?
“Ricordo perfettamente che un anno fa in questa stessa stanza ricevevo molte domande in merito all’argomento ‘Charles numero uno e Carlos numero due della squadra’. Abbiamo dimostrato in più occasioni di garantire ai nostri piloti un trattamento più che paritario, credo che Singapore sia stato il miglior esempio”.

“Charles ha accettato di iniziare la gara con un set di gomme morbide per riuscire a superare Russell e a controllarlo, il tutto per aiutare Carlos. Abbiamo due piloti che stanno facendo un buon lavoro, Carlos è stato molto forte dopo la pausa estiva con due ottimi weekend in sequenza a Monza e Singapore, e probabilmente è stato di stimolo a Charles, come abbiamo visto nel finale di stagione”.

“Continueremo in questa direzione, non voglio avere una buona risorsa e un'altra di secondo livello, abbiamo due macchine e due piloti di valore, e credo che uno degli aspetti positivi della stagione sia stato il rendimento di Carlos e Charles. Hanno garantito alla squadra praticamente gli stessi punti, con un piccolo delta di differenza e vogliamo andare avanti così”.

Quanto sei fiducioso in merito al potenziale della monoposto 2024? Sarà una vettura rivoluzionaria?
“Rivoluzionaria, non è la parola giusta. Ormai da tre anni abbiamo lo stesso regolamento tecnico e in questa situazione non si può cambiare un progetto in modo massiccio. Siamo in uno scenario nel quale a fare la differenza sono una manciata di decimi di secondo. Detto questo, dobbiamo sicuramente fare un passo avanti e non sottovalutare nulla, cambieremo il 95% dei componenti della monoposto, e detta così può sembrare una rivoluzione, ma non lo è”.

“Alla fine, come ho già detto, sarà una questione di decimi e siamo coscienti che se miglioreremo di un margine più ampio rispetto ai nostri avversari sembreremo bravi, ma se qualcuno tra i team rivali riuscirà a far meglio allora tutto verrà ridimensionato. Quello che posso dire ora è che tutti stiamo spingendo, ed anche piloti sono coinvolti al centro del progetto”.

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Photo by: Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Scuderia Ferrari

Christian Horner ha dichiarato di ritenere impossibile per la Red Bull ripetere l’exploit del 2023. Credi anche tu che ci sarà una convergenza delle prestazioni?
“Possiamo ipotizzare che la stabilità dei regolamenti permetterà una convergenza, e di conseguenza che la Red Bull possa ripetere quanto fatto nella stagione appena conclusa. Ma bisogna anche considerare che una squadra che ha vinto tanto ha sempre una sorta di slancio positivo, un effetto valanga, e si può permettere di terminare lo sviluppo della monoposto molto presto per concentrarsi sul progetto della stagione successiva”.

“Vedremo, ma posso dire che una certa convergenza l’abbiamo già vista, se il livello di performance del 2023 fosse stato sempre quello visto nelle ultime tre gare, la Red Bull avrebbe vinto meno. Sta a noi darci da fare, non voglio concentrarmi sulla Red Bull perché abbiamo abbastanza da fare a casa nostra, la comprensione dei punti deboli della vettura 2023 ci ha permesso di capire dove dobbiamo concentrarci”.

Ricoprire il ruolo di team principal alla fine è una professione, ma c’è un lato emotivo che hai avuto modo di sentire da quando sei a Maranello?
“La pressione legata alla posizione che si ricopre penso ci sia ovunque, ma allo stesso tempo è diversa quando sei in una piccola squadra, perché a volte chi gestisce un piccolo team lotta per sopravvivere, e non deve essere semplice quando sai che dal risultato delle ultime due o tre gare dell’anno dipenderà la sopravvivenza della squadra”.

“Ricordo nel 2016 in Brasile quando la Manor mancò l’obiettivo terminando la stagione in undicesima posizione, il giorno dopo chiusero la squadra. Credetemi, in quelle situazioni la pressione è enorme. Nel caso della Ferrari la differenza è che la pressione viene per lo più dall'esterno, dai tifosi, ma in questo caso è una pressione positiva”.

“Sono rimasto molto sorpreso da questo aspetto, quando siamo arrivati a Monza eravamo reduci dal weekend di Zandvoort, uno dei più difficili dell’anno per noi, eppure già da mercoledì c’erano tifosi che venivano a supportarci, ragazzi senza biglietto che ci aspettavano fuori dal circuito per incitarci, e questo ti trasmette una grande energia. Personalmente per me il fine settimana di Monza, concluso con il podio, è stato davvero bello, ho sentito una sensazione nuova, eppure a Monza in precedenza c’ero già stato forse quaranta volte”.

Quale obiettivo di potrebbe soddisfare l’anno prossimo?
"Sarò contento se nel 2024 riusciremo a fare un lavoro migliore di quanto abbiamo fatto nel 2023, come prima cosa. È importante migliorare e poi continuare a crescere. Mi avevano messo in guardia diverse persone: di solito la Ferrari parte bene, per poi andare in difficoltà nella seconda parte della stagione. Quando siamo arrivati verso Jeddah e Melbourne, se avessi pensato 'Questa è la miglior parte della stagione' sarebbe stato un vero problema. Ma siamo stati in grado di reagire e quella è stata la vera lezione della nostra stagione”. 

A volte le cose viste dall’esterno sono molto diverse da chi le vive da dentro…
“Questo significa che, da fuori, si ha la percezione sbagliata di quello che è la Ferrari. Il team è stato capace di reagire a ogni minimo problema. È riuscito a stare molto calmo, eravamo consci della situazione, dei problemi della macchina, ma abbiamo avuto la giusta attitudine per cambiare le cose. E questa è una buona lezione da imparare. Quando sei in difficoltà, in qualunque lavoro tu sia coinvolto, è necessario stare calmi e costruire la rimonta passo dopo passo".

La SF-23 ha avuto uno dei suoi punti deboli nella prematura usura delle gomme, un problema atavico della Ferrari…
"Non è sempre stata una questione di degrado gomme. A volte deriva dal fatto di essere costretti a spingere di più. Abu Dhabi è stato un ottimo esempio di gestione delle gomme. Nella prima parte della gara stavamo gestendo gli pneumatici in maniera molto importante. All'inizio della stagione, invece, se volevamo inseguire gli avversari, dovevamo spingere davvero al massimo. Credo che il fatto che ci sia stato un deficit di passo, che ti portava a spingere molto di più e il degrado gomme era figlio di quella situazione. Non è solo questione di caratteristiche della monoposto. È difficile dire se abbiamo fatto passi avanti nella gestione delle gomme. Credo sia più giusto dire che abbiamo migliorato il passo della vettura".

Qual è la posizione della Ferrari sull’11esimo team?
"Dipende da qual è l'11esimo team. Sulla carta c'è sempre spazio per un 11esimo team se i team ricevono qualcosa da Formula 1. Abbiamo parlato della provenienza del team, ma per me non è il giusto approccio alla vicenda. La F1 ha successo dove ci sono piloti vincenti. Attualmente uno dei paesi in cui la F1 ha più attenzione è l'Olanda perché c'è Verstappen”.

“È una questione di nazionalità dei piloti, non dei team. Attualmente abbiamo già un team americano, che è la Haas, e se stiamo parlando di Andretti, immagino che arriverà con il medesimo approccio della Haas. Se vogliamo davvero avere successo negli Stati Uniti, sarà più una questione di avere piloti statunitensi al via e averne di successo, più che avere dei team americani”.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Glenn Dunbar

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Ma siete favorevoli o contrari?
“Per me avere un 11esimo team e un altro Costruttore va bene, perché no? Però bisogna tenere a mente che, quando abbiamo aperto le porte ad un 11esimo team 4-5 anni fa, la situazione era completamente diversa da quella attuale. Riguardo al Patto della Concordia, Ferrari c'era, Mercedes c'era. Honda era quasi fuori. Renault pensava che avrebbe continuato. Significa che c'erano due Costruttori e un fornitore di motori che avrebbero proseguito per altri 5 anni”.

“Noi eravamo d'accordo per un 11esimo team, ma se questo non avesse trovato un accordo anche solo con uno dei 10 team presenti in Formula 1 e avesse voluto entrare come Costruttore di vetture e motori, avremmo dovuto trovare una soluzione per il benessere della F1. Oggi siamo in una situazione un po' diversa. Abbiamo 6 fornitori di motori, e qualche mio collega sta dicendo che sono troppi... (ride) perché vorremmo avere 2 team per ogni fornitore di power unit e non siamo in quella situazione. Tornando a quanto detto prima, anche per la situazione attuale non è questione di team, ma di nazionalità dei piloti".

Le dieci squadre hanno difeso i coniugi Wolff e F1 dall’azione della FIA che aveva aperto un’inchiesta per un presunto conflitto d’interessi…
"Credo che, almeno, la cosa più importante riguardo 'l'incidente' della scorsa settimana è che tutti i team siano stati uniti. Siamo stati capaci di fare gruppo e non è successo molto spesso. Anche la Red Bull ha supportato Toto, e credo che questa non sia una cosa facile da vedere (ride). Onestamente credo sia un buon punto per discutere con gli altri azionisti. È la prima volta che i team, insieme, hanno mostrato di essere così uniti, andando nella la stessa direzione”.

“Ora intavoleremo le discussioni per il nuovo Patto della Concordia, ma come dicevo prima, la situazione credo sia differente rispetto a 4-5 anni fa, diciamo prima dell'avvento del COVID. Ora è decisamente migliore. Quando siglammo l'attuale Patto della Concordia avevamo 4-5 team quasi in bancarotta. La situazione, oggi, è molto diversa. La F1 è diventata molto più sostenibile grazie al Budget Cap e a una diversa distribuzione delle risorse economiche. Questo per la F1 è garanzia di stabilità per il futuro. Certo, potremo discutere dal punto di vista del regolamento tecnico, della governance e della distribuzione delle risorse. Ma ora la situazione è molto compatta e solida. Non sono sicuro che senza la regolamentazione finanziaria che è stata imposta saremmo stati in grado di attrarre Audi, per esempio. Questo significa che non avremmo avuto nuovi investitori che arrivano in F1. Ora siamo invece sulla strada giusta per lavorare assieme in serenità".

C’è timore nel paddock per lo scambio di soluzioni tecniche in casa Red Bull?
"Il legame tra Red Bull e AlphaTauri? Dovremo vedere come procederà il rapporto tra i due team. Credo sia una strana situazione con due team che hanno lo stesso proprietario. Ma la FIA è stata capace di gestire la cosa sino a ora e credo proprio che lo farà anche in futuro".

Bisognerà aspettare le regole 2026 per sperare di rompere il ciclo Red Bull?
"Di sicuro nel 2026 ci sarà l'opportunità di stoppare quel ciclo. La F1 ha sempre vissuto di cicli, soprattutto negli ultimi 25 anni ci sono stati domini legati a cicli. È accaduto molto spesso che il cambio di regolamento abbia influito nel cambiamento. E le variazioni delle norme sono delle ottime opportunità per modificare le cose. È abbastanza chiaro dove ci troviamo attualmente a livello di vettura e motore. Dovremo adattarci e fare del nostro meglio, ma dobbiamo anche assicurarci che nessuno, oggi, possa prendere un vantaggio”.

“È per questo che il regolamento tecnico 2026 dei telai non verrà fissato prima di giugno 2024 e altre norme non prima di gennaio 2025. Questo per evitare che ci possano essere dei team che accantonano lo sviluppo del 2024 e 2025 per arrivare più pronti possibile al 2026. Sarebbe una sorta di trucco. Vediamo quale sarà il regolamento tecnico per quanto riguarda il telaio. Quello del motore lo conosciamo e avremo tempo per lavorarci".

Nei weekend delle gare Sprint sarà giusto riaprire il parco chiuso fra la garetta e la qualifica del GP?
"Non posso certo dire di essere stato contento quando siamo stati squalificati ad Austin per aver avuto il Parco Chiuso dopo il primo turno di prove libere. Avevamo solo una sessione per fare il set up della macchina, del raffreddamento. E a volte nelle Libere 1 hai piccoli problemi o magari i piloti non prendono la direzione giusta nell'assetto. Di fatto è come essere ciechi. Credo sia una buona scelta aprire il Parco Chiuso. Penso si possa discutere su quali parametri poter lavorare, ma credo sia la strada giusta da seguire".

Quanto ha contato Verstappen nel dominio della Red Bull?
"Di sicuro, se guardiamo i risultati, la stagione 2023 senza Verstappen sarebbe stata completamente diversa. Ma Max fa parte del gioco, di un team, sviluppa una macchina e non possiamo scindere il potenziale di una macchina da quello di un pilota. Non lo farò mai".

Il muretto dei box della Ferrari

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Il muretto dei box della Ferrari

Qual è il giudizio sulle strategie della squadra?
"Dobbiamo sempre progredire e fare un lavoro migliore, ma devo dire che nel 2023 il team ha fatto molto bene per quanto riguarda le strategie. Possiamo discutere su Austin, per esempio, quando Charles ha fatto un solo pit stop. Ma è stata una questione di scelta gomme, quello ha fatto sì che sia andata male. Le strategie erano giuste. Certo, si possono fare errori durante la stagione, per esempio, quando entra in pista una Safety Car, ma non puoi avere la sfera di cristallo. Sono molto felice delle procedure, del supporto della fabbrica e di ciò che ha fatto il muretto durante le gare”.

“L'atmosfera è sempre stata molto calma e ci ha permesso di prendere buone decisioni. Credo che gli errori siano stati fatti maggiormente quando siamo andati in difficoltà con il passo gara. Quando abbiamo avuto la macchina competitiva, anche le strategie erano andate molto bene. Quando sei lento, puoi fare le strategie che vuoi, magari 2-3 pit stop, ma rimani sempre lento".

Il calendario 2024 andrà ad allungarsi a 24 GP, ma il fine stagione è stato molto duro già quest’anno…
"Leclerc e Sainz sono stati molto coinvolti nello sviluppo della macchina sin dall'inizio, e sono piuttosto contenti della situazione, per quanto non valga come un'indicazione sul prossimo anno. Carlos e Charles sono piuttosto stanchi dopo una stagione che è stata piuttosto lunga per tutti, ma anche per loro. Sono tornati dai test di Abu Dhabi e hanno avuto un evento in Arabia Saudita. Poi sono rientrati e hanno fatto delle sessioni al simulatore. Avremo una sosta nelle prossime 2-3 settimane e poi torneremo il 9 o il 10 di gennaio: quello sarà un buon periodo per recuperare le energie. E l'anno prossimo, probabilmente, sarà ancora più difficile perché dovremo affrontare più gare, inizieremo leggermente prima e finiremo un po’ dopo rispetto a questa stagione. È normale avere alti e bassi da parte dei piloti, con stagioni così lunghe. Dovremo fare un buon lavoro su questo tema perché fa parte della performance".

C’è la disponibilità a dilatare ancora il numero dei GP?
"Ogni gara che avremmo in più in calendario produrrebbe un budget extra al limite dei costi. Siamo tutti consapevoli che dovremo avere un approccio migliore sul lavoro dei meccanici perché fanno parte della performance, dell'affidabilità. Non è strano che ad Abu Dhabi quasi tutti i pit stop non siano andati per il verso giusto. I meccanici erano stremati. Dobbiamo pensare a una rotazione più efficace dei meccanici o avere due gruppi di meccanici, uno ai gran premi e uno che si prende cura delle monoposto quando le macchine tornano in fabbrica. Io resto positivo: due anni facevamo fatica a trovare i circuiti dove correre e ora siamo nella situazione di avere 24 GP in calendario. Forse potremmo essere un po' più selettivi, ma dobbiamo lavorare sule date del calendario. Il prossimo anno avremo la prima parte della stagione dalla parte orientale del mondo: Melbourne, Giappone e Cina saranno in fila. E questo ci permetterà di gestire meglio la situazione. Dovremo pensare a come e quando concedere un po' di riposo al personale, ma non credo che ridurre il calendario sia la cosa giusta da fare".

Qual è il livello delle infrastrutture della Ferrari: è competitivo?
"Credo che il livello sia ok. Ma ci sono aree in cui dovremo migliorare. Il simulatore è una di queste, come la galleria del vento. Alla fine vuoi sempre poter lavorare sui flussi, sulle scale dei modelli. Le fabbriche e le infrastrutture di Fiorano e Maranello non sono affatto un problema. Sono al top. Dobbiamo continuare però a migliorare la capacità di produrre pezzi con più rapidità e ci stiamo lavorando, stiamo investendo. Non è solo questione di simulatore o galleria del vento. Se si vuole migliorare, bisogna anche fare passi avanti anche nella produzione".

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Ma avendo Fiorano e il Mugello non avrebbe senso reintrodurre dei test in pista?
"Se dovessimo mantenere questo Budget Cap, sarà più che difficile introdurre nuovamente i test privati, perché i loro costi sono molto alti. Quando fai dei test devi avere più motori, devi fare tanti chilometri. Più o meno quelli che percorri in un fine settimana di gara. Quindi diventerebbe dispendioso anche dal punto di vista delle componenti da produrre. Si può immaginare che senza test sia molto difficile recuperare. Lo è anche quando non c'è tanta correlazione tra pista, simulatore e galleria del vento. O quando non riesci a prevedere certi fenomeni come il bouncing. In qualche area è difficile avere buone correlazioni e se si hanno questi problemi, è difficile recuperare delle prestazioni durante l’anno. Abbiamo usato delle Libere 1 e Libere 2 per cercare di avere dei benefici nei fine settimana successivi. Ma con questo Budget Cap è impossibile introdurre dei test privati proprio per via dei costi. Non dimentichiamoci che partecipiamo anche i test per la Pirelli. E questi comunque richiedono risorse. Stiamo facendo tanto per loro. Dobbiamo guardare anche il calendario e bisogna già trovare i giorni per i test Pirelli. Stiamo già facendo tantissimo al riguardo".

Come regalo di Natale per i tifosi che promessa puoi fare?
"Non ho promesse, la cosa migliore è concentrarsi su ciò che abbiamo da fare ora. L'unico regalo di Natale per loro è cercare di fare del nostro meglio per essere pronti a marzo; lì, allora, potremmo magari fargli un regalo di Pasqua".

Sergio Marchionne disse che Max Verstappen non avrebbe mai corso con la Ferrari, pensi che un giorno potrà farlo, invece?
"Credo che se si ponesse la stessa domanda ai 10 Team Principal della griglia, tutti risponderebbero che avrebbero piacere di averlo in squadra. Max ha un contratto fino al 2026 con Red Bull, dobbiamo concentrarci su noi stessi per non perdere energie e lavorare sulle nostre cose, pensando a chi c'è nel team. Non è solamente una questione di piloti, ma bisogna guardare l'insieme. Per cui, ad oggi, non è un aspetto di cui dobbiamo discutere. Ma dico anche: mai dire mai".

Prima del rinnovo con la Mercedes, si era parlato anche di Lewis Hamilton; c'è stato qualcosa di vero?
"Da 20 anni parlo con Lewis ogni settimana di ogni mese, ma sono in contatto anche con metà della griglia perché si tratta di piloti che hanno corso per me in passato. A Baku abbiamo parlato un po' e da lì tutti hanno cominciato a discuterne, ma se firmassi contratti con tutti quelli che hanno gareggiato per me in passato mi costerebbe una fortuna".

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