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Intervista

F1 | Vasseur carico: "La Ferrari parte per vincere due mondiali"

Il 54enne francese alla sua prima uscita da team principal della Scuderia ha messo subito dei punti fermi: l'ambizione del Cavallino è quella di lottare per i titoli iridati. I due piloti avranno pari opportunità e poi sarà la stagione a definire su chi puntare. Frederic ha trovato un ambiente molto motivato epr cui non ha intenzione di toccare l'organigramma. Sulle strategie ammette che c'è stato un problema, più di procedure che di uomini. Sta studiando l'italiano per comunicare anche con i tifosi.

Frédéric Vasseur, Ferrari

Frédéric Vasseur, Ferrari

Ferrari

“Prima di tutto, buongiorno. Scusate per l’italiano, studio tutti i giorni, ma… adesso passo all’inglese”. Fred Vasseur ha promesso che a fine stagione sarà in grado di parlare in italiano, ed è una delle tante sfide che attende il cinquantaquattrenne ingegnere francese.

Il primo incontro con i media nazionali è avvenuto a Maranello, un’occasione per rompere il ghiaccio con quella realtà italiana che Vasseur sta vivendo a tempo pieno dalla seconda settimana di gennaio.

Il primo ‘esame’ è stato superato in modo brillante: il nuovo team principal della Ferrari è apparso rilassato, non è incappato in scivolate e ha fatto passare i suoi messaggi. Il primo, il più chiaro, è la priorità di assicurarsi uno spirito di squadra totale, senza il quale è impossibile puntare ai massimi traguardi.

Obiettivi che non ha nascosto: la Ferrari nel 2023 punta ai due titoli mondiali, non potrebbe essere altrimenti, e per farlo non ci saranno rivoluzioni. Vasseur ha parlato con le figure chiave della Scuderia, immagazzinando informazioni e sensazioni, e andrà avanti così per un po'.

Inizierà la stagione e, se i riscontri non saranno quelli sperati, interverrà. Ha sottolineato l’importanza di un corretto rapporto tra i piloti, un contesto in cui si sente a suo agio, così come la presenza costante di John Elkann e Benedetto Vigna, ovvero le due persone che lo hanno voluto a Maranello. I confronti col passato sembrano interessarlo poco, lo sguardo è puntato su ciò che attende la Ferrari a partire dal primo weekend di marzo sul circuito del Bahrain.

Frédéric Vasseur, Ferrari

Frédéric Vasseur, Ferrari

Photo by: Ferrari

Sei consapevole di non essere ‘solo’ un team principal ma il team principal di una sorta di Cattedrale del motorsport?
“Sì, ho avuto la stessa sensazione quando sono arrivato (Vasseur sorride…). Penso che sia un aspetto positivo del progetto, è bello vedere che ci sia così tanto entusiasmo intorno alla squadra. Abbiamo bisogno dei tifosi e del loro supporto, poi ci saranno momenti in cui dovremo contenere l’entusiasmo di tutti per essere un pochino più pragmatici. Ma penso che l’affetto che circonda questa squadra sia positivo per tutto il progetto. Non ci si può certo lamentare dell’entusiasmo per la Formula 1 e per questa squadra. E poi ne ero già a conoscenza!”

Consideri questa come la tua sfida più grande nel motorsport?
“Si, è chiaro. In passato ho affrontato delle sfide complesse, probabilmente la più difficile è stata quella che ho dovuto affrontare quando ho iniziato in Formula Renault, se guardo indietro è stata molto complicata. Ma sicuramente alla Ferrari sei più esposto, le aspettative sono molto alte, ma fa parte della natura e della storia di questo team. Siamo una delle tre squadre di vertice, abbiamo obiettivi molto chiari per quanto riguarda i campionati mondiali, piloti e Costruttori. Dobbiamo avere questo tipo di motivazione e obiettivi chiari, non dobbiamo essere timidi su questo, vogliamo vincere, tutti vogliono vedere la Ferrari vincere i titoli mondiali e sarà il mio obiettivo”.

Cosa hai provato quando hai ricevuto la chiamata dalla Ferrari?
“Stavo bevendo un caffè a casa! C’erano state alcune voci sui media, ed è stata una sensazione strana perché ho dovuto gestire la situazione nella settimana precedente il weekend di Abu Dhabi. Per me l’obiettivo non è essere alla Ferrari, l’obiettivo è vincere con la Ferrari, è il top. Per me il traguardo non è essere qui, ma sarà il giorno in cui saremo in grado di vincere”.

Frédéric Vasseur nel box di Fiorano durante il test della SF21 con Leclerc

Frédéric Vasseur nel box di Fiorano durante il test della SF21 con Leclerc

Photo by: Ferrari

Il feeling con la squadra è ottimo

Hai trascorso le tue prime tre settimane a Maranello. Quali sono state le tue prime impressioni?
“Si inizia a lavorare molto presto e si finisce molto tardi! Il primo obiettivo è quello di incontrare quante più persone possibile per capire tanti aspetti, credo che ci sia tanto potenziale ma so che ogni team è basato principalmente sui rapporti umani. Ho già parlato faccia a faccia con 30 o 35 persone, voglio conoscerle, e questo è stato il lavoro che più mi ha impiegato nelle mie prime due settimane. Posso dire che il feeling fino ad ora è ottimo, l’umore è positivo”

In queste settimane hai capito cosa non ha funzionato l’anno scorso?
“La parte più difficile del mio lavoro, non importa che tu sia in Ferrari, alla Sauber o in Formula 2, è capire e analizzare cosa non sta funzionando quando non vinci. Direi che è la parte più complicata del mio lavoro, non voglio essere arrogante, non posso essere la persona che è arrivata qui da due settimane e che è subito in grado di capire cosa non ha funzionato, non è l’approccio corretto".

"Penso che tutti, anche esternamente, abbiano visto che l’affidabilità lo scorso anno è stata un problema, e che le prestazioni rispetto agli avversari diretti nella parte finale della stagione non sono state ottimali. Ma questo è solo il primo livello di analisi, bisogna capire il perché, e questa è la sfida, passo dopo passo cercherò di avere una visione più chiara della situazione”.

A Maranello nulla è impossibile!

Cosa ti rende fiducioso in vista della stagione che si appresta ad iniziare?
“Nella prima parte della scorsa stagione la squadra ha lavorato molto bene. Come ho detto prima, cercheremo di capire e analizzare i motivi per cui non c’è stata continuità, ma per quanto riguarda il futuro e lo sviluppo del team, posso dire che la cooperazione è molto forte, l’umore all’interno del team è di ottimo, sono rimasto impressionato da questo aspetto".

"Ora dobbiamo assicurarci che sia così ad ogni singolo livello della piramide. Ciò che mi spinge ad essere ottimista è che la motivazione all’interno della squadra è molto alta. Durante la mia esperienza in Sauber, ho avuto alcuni colleghi che provenivano dalla Ferrari e mi hanno raccontato che a Maranello nulla è impossibile. Dopo due settimane posso confermare che è vero, nulla è impossibile, ci sono le capacità per muovere le montagne e questo sarà importante durante la stagione”.

La Scuderia è un settore della Ferrari

Il precedente Team Principal ricopriva sia il ruolo di Team Principal che quello di Managing Director della Scuderia, mentre tu sei Team Principal e General Manager. Chi ricoprirà il ruolo e le funzioni di Managing Director?
“Posso dire che sembra un po' un abuso di linguaggio, perché la Scuderia non è un’azienda tradizionale, quindi non c’è un vero e proprio CEO. La Scuderia è un settore della Ferrari, quindi non c’è un CEO, credo ci sia un po’ di confusione esternamente. Il mio ruolo è chiaro e il mio obiettivo è chiaro, vincere il titolo guidando il team, dalla scelta dei piloti ai meccanici”.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Erik Junius

Non ci sarà una prima guida

Charles punterà ad essere primo pilota, è corretto dire che deve conquistare questo titolo in pista o la Ferrari può concedergli questo ruolo?
“Penso che la Ferrari abbia la capacità di fornire la stessa identica vettura a entrambi i piloti. L’obiettivo è vincere, non è vincere con Charles, non è vincere con Carlos o qualcun altro, l’obiettivo è vincere. La mia politica su questo aspetto è chiara, spingeremo con entrambi i piloti, e se a un certo punto della stagione sarà chiaro che dovremo spingere di più su uno dei due piloti, allora si farò quadrato intorno a lui, ma non abbiamo un pilota numero uno o numero due. Il numero uno è la Ferrari”.

Sei stato scelto da John Elkann, lo hai incontrato? Che tipologia di rapporto hai con lui e con Benedetto Vigna?
“John rappresentava il title sponsor alla Sauber con l’Alfa Romeo quando ero team principal della squadra, quindi abbiamo già avuto dei contatti in passato grazie a questo progetto. Oggi posso dire che parlo quotidianamente con John e Benedetto, entrambi seguono ciò che succede nel team e rappresentano una parte molto importante del progetto Ferrari. Questa tipologia di collaborazione è la migliore, devono essere sempre consapevoli di ciò che stiamo facendo”.

Toto Wolff, Team Principal e CEO di Mercedes AMG

Toto Wolff, Team Principal e CEO di Mercedes AMG

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Il rapporto con Wolff non cambierà

Come sarà la tua relazione con Toto?
“Sono certo che manterrò una buona relazione con Toto. Credo che siamo abbastanza intelligenti per poter lottare in pista, lottare con la FIA, lottare con gli steward e avere comunque una buona relazione. Credo che sia anche il modo migliore per la Formula 1 nel suo insieme, per andare avanti, e non cambierò su questo punto”.

Quale è stata la tua prima decisione come Team Principal della Ferrari?
“Seguire lezioni di italiano! [ride]”.

Per quale motivo credi che la Ferrari ti abbia ritenuto l’uomo giusto?
“Dovreste porre questa domanda a John. Sarebbe arrogante da parte mia rispondere, ma abbiamo avuto diversi colloqui. Il mio ruolo è chiaro, non sono un aerodinamico, non sono un meccanico o un chief designer, il mio compito è quello di mettere tutto il personale nella giusta condizione per far rendere al meglio. In passato ho avuto successo in questa tipologia di organizzazioni, e dopo anni al pit wall penso di avere una buona comprensione di una squadra corse, dai meccanici al chief designer”.

Pensi che l’amicizia con Charles abbia contribuito al tuo arrivo in Ferrari?
“Onestamente non so nulla a riguardo e non credo che questo abbia aiutato, perché il ruolo del Team Principal non è mettere Charles nelle migliori condizioni, ma mettere il team nelle migliori condizioni possibili. Ovviamente ho una buona relazione con Charles, lo conosco da quando aveva 12 anni, ed è più semplice gestire qualcuno che si conosce da vent’anni rispetto ad una persona che hai appena incontrato, ma non è stato uno dei motivi che ha avuto un peso nella mia decisione”.

Frederic Vasseur con Mattia Binotto l'anno scorso

Frederic Vasseur con Mattia Binotto l'anno scorso

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Ho apprezzato il passagio di consegne di Binotto

Hai parlato con Binotto prima e dopo essere arrivato alla Ferrari?
“Ho parlato molto con Mattia in passato, abbiamo parlato dopo Abu Dhabi e ho apprezzato che ci sia stato un passaggio di consegne quando sono venuto a Maranello qualche settimana fa a visitare il team. L’ho apprezzato, è stato un bel gesto da parte sua nei miei confronti, abbiamo parlato apertamente della squadra”.

Quando Todt arrivò in Ferrari, chiarì subito che il suo unico referente era il Presidente. È la stessa situazione per te o devi riferire anche al CEO?
“Come ho detto prima, la Scuderia Ferrari è un settore della Ferrari. Non conosco la struttura dell’organizzazione di 20 anni fa, ma oggi è chiara, il CEO della Ferrari è Vigna e devo riferire a lui, ed anche John è coinvolto nel sistema”.

Ferrari inizierà il 2023 puntando a vincere entrambi i titoli?
“Questo è l’obiettivo. L’obiettivo di Benedetto, John e oltre mille persone. Quando c’è una sfida di questo genere, quando hai le risorse e gli strumenti che abbiamo, quando hai Charles e Carlos in macchina, non puoi avere altro obiettivo che vincere. È lo stesso per la Mercedes e per la Red Bull, ma alla fine ci sarà un solo vincitore, questo è lo sport. Non possiamo avere un altro obiettivo”.

L'affidabilità ora è sotto controllo

Sappiamo che sei appena arrivato e che avrai bisogno di tempo per capire, ma c’è una lista di cose che vorresti fare in questa parte della stagione?
“Ho la mia to-do list, ma non la condividerò [ride]. Sicuramente ci sono un paio di punti che cercheremo di sistemare. Abbiamo parlato dell’affidabilità del motore, uno dei problemi della passata stagione, anche per quanto concerne le penalità. Ma questo ora sembra sotto controllo".

"Un altro aspetto riguarda le relazioni all’interno del team, un elemento che ritengo molto importante, lo spirito di squadra. Uno delle sfide più complesse per ogni singola squadra in F1, non solo per la Ferrari, è poter contare su una buona collaborazione tra tutte le persone che compongono il team. Il mio lavoro nelle prime settimane sarà assicurarmi che tutti spingano nella stessa direzione”.

La squadra è fatta, la macchina anche, quanto ci vorrà per vedere la tua impronta sul team, sempre se sarà necessario?
“Credo che esternamente tutti siano convinti che la F1 sia un ambiente semplice, ma la realtà è diversa. Se vuoi lavorare con qualcuno sai che potrà essere operativo tra 18 o 24 mesi, e lavorerà sulla vettura dell’anno successivo. L’impatto che può avere un nuovo acquisto che si unisce oggi al team è piuttosto basso, per questo parlo di spirito di squadra e motivazione, su questo fronte le cose possono cambiare più rapidamente. Sarà il mio primo compito cercare di fornire quella motivazione extra per porre le persone nelle migliori condizioni possibili per fare il loro lavoro”.

Carlos Sainz, Ferrari

Carlos Sainz, Ferrari

Photo by: Ferrari

Sainz l'avevo cercato per la Sauber

Passiamo a Carlos. Quale credi possa essere il suo punto di forza?
“Alcune persone conoscono questa storia, ma non tutti. Quando ero alla Renault sono stato il primo a mettere in contatto Carlos con la squadra, e anche quando mi sono trasferito in Sauber ho provato ad averlo con noi. Credo che questo basti a confermare la fiducia che ho nelle sue qualità, sono convinto che sia un pilota molto forte".

"Aggiungo che sono rimasto sorpreso molto positivamente del rapporto che c’è tra i due ragazzi (il riferimento è al rapporto con Leclerc), ho cenato con loro separatamente, poi tutti insieme, e abbiamo avuto modo di trascorrere diverso tempo insieme nelle ultime settimane. Devo dire che rispetto al Carlos che ricordavo ho trovato una persona più matura, e lo stesso vale per Charles dopo questi anni trascorsi in Ferrari. Credo che la collaborazione tra loro sia molto più forte di quanto appaia dall’esterno".

Sto parlando molto con i due piloti

Quanto credi potrà essere difficile gestire due piloti di grande ambizione?
“Credo che dopo il primo weekend della stagione in Bahrain saprò rispondere meglio… scherzo, perché sono davvero convinto che sarà tutto sotto controllo, abbiamo toccato l’argomento un paio di volte e sono stato chiarissimo sugli obiettivi, da parte mia, della squadra, ed anche dei loro".

"Il gruppo è al primo posto, e questo è stato chiarito molto bene. Non sono preoccupato su questo fronte, conosco questi ragazzi da anni, abbiamo avuto una relazione in passato e mi sono sentito subito con loro quando ho preso la mia decisione di accettare questa sfida. Ho avuto già modo di toccare con mano il grande entusiasmo che c’è nella squadra e intorno alla squadra, credo sia collegato anche al modo stesso di vivere che c’è in Italia, e devo dire che è un’ottima sensazione. Non voglio fare paragoni con altre squadre, ma la motivazione che ho visto è enorme”.

Cosa possono aspettarsi i tifosi e cosa ti aspetti tu stesso dalla nuova monoposto?
“Al momento abbiamo solo i dati relativi al nuovo progetto, ma non siamo ancora scesi in pista. La prima verifica che faremo è quella relativa alla correlazione tra ciò che vediamo in galleria del vento, sul simulatore e quello che emergerà dalle prove in circuito, ma credo che andrà bene, visto che anche in passato non c’erano grandi problemi. È ancora presto per sbilanciarsi, aspettiamo di essere in pista e vedremo. Ma l’obiettivo è chiaro, non si viene in Ferrari per puntare ad un quinto posto, l’obiettivo è vincere, non ce ne sono altri”.

Frédéric Vasseur, Ferrari

Frédéric Vasseur, Ferrari

Photo by: Ferrari

L'organigramma per ora non cambia

Nelle ultime stagioni la Ferrari si è differenziata rispetto agli altri team per la mancanza della tradizionale figura del direttore tecnico. Pensate di tornare ad una figura di riferimento?
“Anche se sono un ingegnere non coprirò questo ruolo. Al momento manterremo questo organigramma”.

Sul fronte strategie ci saranno novità? Lo scorso anno è stato uno dei settori che ha evidenziato delle criticità.
“È un argomento sul tavolo, abbiamo ancora un paio di settimane di tempo per eventuali interventi. L’aspetto più importante non credo che riguardi il personale, ma il lavoro di gruppo, la struttura nel suo insieme. Ho bisogno per prima cosa di capire quali sono state le criticità, è un passaggio indispensabile prima di intraprendere eventuali azioni correttive”.

Le relazioni tra la Ferrari e la FIA negli ultimi tempi non sono sempre state idilliache. Ci sono degli obiettivi sul tavolo su questo fronte per migliorare i rapporti?
“Fa parte dei compiti che spettano al mio ruolo, è importante avere i migliori rapporti possibili con tutto il sistema Formula 1, ovviamente FIA inclusa. È un aspetto su cui sarò impegnato direttamente”.

Si è parlato della tua amicizia con il numero 1 di Stellantis, Carlos Tavares...
“Ci siamo conosciuti quando era il responsabile del programma di Megane di Renault alla fine degli anni ’90, condividiamo la passione per il motorsport e non capita spesso di incontrare dei manager del suo livello innamorati delle corse. Siamo sempre rimasti in contatto negli anni, anche quando è passato alla Nissan in Giappone, ed ovviamente ci siamo ritrovati quando Alfa Romeo è entrata in Sauber”.

I contratti dei piloti non sono priorità

Nell’agenda di lavoro c’è anche il rinnovo del contratto dei due piloti o è un argomento che verrà affrontato in seguito?
“Conosco entrambi abbastanza bene, e credo che abbiamo ancora un certo tempo prima di iniziare a parlare di futuro. Per me oggi non è la priorità numero uno, dobbiamo iniziare molto bene la stagione poi ci sarà tempo per il resto, credo che sarebbe un errore iniziare delle trattative in un momento in cui la priorità è un’altra”.

Senti un po' la pressione? Stai dormendo bene?
“Dormo benissimo, ma la pressione bisogna sentirla. Se non la senti hai sbagliato lavoro, è una parte di questo mondo. Mi stabilirò presto a Maranello o nelle vicinanze con la famiglia, e ci sto dando dentro con l’italiano”.

Farete un filming day subito dopo la presentazione?
“Si, presto avrete le informazioni”.

C’è qualcosa che ti spaventa un po' in questo nuovo passo della tua carriera professionale?
“Spaventa?… Non credo sia la parola corretta. Quando decidi di affrontare una sfida di questa portata sei cosciente che ti stai esponendo, e sotto alcuni aspetti esponi anche la tua famiglia, ma se giochi a tennis, vuoi vincere Wimbledon, e se lavori nel motorsport vuoi vincere con la Ferrari. La metafora è emersa mentre ne parlavo con mia moglie subito dopo i primi colloqui con John (Elkann), negli ultimi 32 anni della mia vita mi sono sempre concentrato sul risultato della stagione in corso, senza un vero piano a lungo termine, ora invece avrò la possibilità di potermi concentrare solo su ciò di cui abbiamo bisogno per ottenere i risultati che vogliamo raggiungere”.

 

 

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