Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Ultime notizie

La FIA non dà una linea ai piloti: Max favorevole, Lewis contro

Il Direttore di gara Michael Masi ha discusso coi piloti del circus sulle uniformità di valutazione del rispetto dei limiti della pista durante i GP. Ai concorrenti non è chiaro il metodo di giudizio delle varie situazioni, così come le penalità inflitte di volta in volta, mentre il responsabile FIA difende l'operato dei suoi uomini, che ogni gara hanno davanti scenari differenti.

Mick Schumacher, Haas VF-21, Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, e Pierre Gasly, AlphaTauri AT02

Mick Schumacher, Haas VF-21, Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, e Pierre Gasly, AlphaTauri AT02

Mark Sutton / Motorsport Images

C’è chi pensa che sia tutto chiaro, ma andando a verificare ognuno dei piloti ha in mente una chiarezza diversa.

L’andamento lineare del Gran Premio del Qatar, e la configurazione del tracciato, non ha aiutato a capire quale sarà la linea presa dai piloti dopo l’animato confronto che c’è stato a Losail con il direttore di gara.

L’oggetto è stata la discussa difesa tenuta da Max Verstappen nei confronti di Lewis Hamilton in Brasile, ma in ballo c’era di più, ovvero la necessità dei piloti di comprendere cosa è permesso, e cosa no, a chi affronta un sorpasso e a chi difende una posizione.

La Federazione Internazionale ha però spiegato ai piloti la linea che sarà seguita, ovvero una valutazione ‘caso per caso’, uno scenario che non da tutti è stato accolto favorevolmente.

“Non abbiamo una spiegazione su cosa possiamo fare o meno – ha commentato Valtteri Bottas – quindi ogni sorpasso ed ogni difesa faranno storia a sé”.

“Ci hanno detto che stewards diversi potrebbero avere una visione differente - ha confermato Hamilton - tutti i piloti, tranne Max, chiedono solo una regola chiara, ad iniziare dalla necessità di rispettare la linea bianca a bordo pista come limite da non superare, cosa che in Brasile non è stata fatta. Quindi, se a Interlagos si è deciso in una direzione, dovrebbe essere lo stesso in tutti gli scenari simili a quello”.

La posizione di Verstappen in questa storia è ovviamente diversa. Oltre ad essere restio a commentare con i media i dettagli della vicenda, Max sembra essere contro la volontà di standardizzare il comportamento dei piloti con una regola chiara.

“Si cerca sempre di allinearci in un unico modo di pensare – ha commentato – io invece credo che ognuno di noi sia diverso, così come penso che ognuno ha un suo modo di correre, difendersi e sorpassare, quindi mi rendo conto che per la FIA non sia semplice mettere tutti sulla stessa linea".

"Certo, decidono loro, ma ogni pilota ha un'opinione diversa. Per quanto mi riguarda, la FIA ha spiegato il suo processo decisionale, e alla fine credo sia stato abbastanza chiaro”.

“Per me no – ha replicato Hamilton – non è chiaro”.

Ciò che emerge in modo netto è la difficoltà da parte della FIA nel riuscire a creare una regola valida per tutte le circostanze che possono verificarsi durante un tentativo di sorpasso e la conseguente difesa della posizione.

“Abbiamo chiarito lo scenario – ha commentato Michael Masi – alcuni piloti erano d’accordo altri meno. Sono state date loro alcune indicazioni generali, ma siamo anche stati molto chiari sul fatto che ogni singolo caso sarà giudicato nel merito”.

Quando è stato chiesto a Masi se la vicenda Hamilton-Verstappen potrebbe essere stata giudicata diversamente da un diverso collegio di commissari sportivi la risposta è stata ‘molto probabilmente sì’.

Ad innervosire maggiormente i piloti è proprio la mancanza di coerenza. Dopo i fatti di Interlagos c’è chi ha ricordato un episodio simile avvenuto nello scorso Gran Premio d’Austria tra Lando Norris e Sergio Perez, costato 5 secondi di penalità al pilota della McLaren, colpevole di aver costretto l’avversario a transitare nella via di fuga.

“Credo mi abbiano penalizzato perché in Austria in quel tratto c’è la sabbia – ha spiegato Norris – mentre in Brasile all’esterno della curva 4 c’era l’asfalto”.

Il punto che Masi non spiega chiaramente, ma fa intendere abbastanza bene, è che gli stewards al di là della loro visione personale, terranno conto delle conseguenze causate da un episodio, e non della natura in sé di una manovra.

“Dobbiamo tener presente che è difficile trovarsi di fronte a due episodi identici – ha confermato il direttore di gara - ogni incidente è diverso, anche solo a livello di sfumature. Si prova sempre a dire che un episodio è identico ad un caso precedente, ma in realtà non lo sono, ed è qui che penso che a volte l'incoerenza percepita entri in gioco. Ma il processo di analisi che viene fatto da chi opera in circuito è sempre lo stesso”.

Un ultimo argomento di discussione, che esula da quanto affrontato da Masi con i piloti, riguarda il suggerimento di provare ad avvicinarsi ad una maggiore coerenza nelle decisioni dei commissari sportivi rendendo il collegio permanente, ovvero composto dagli stessi membri in tutti i weekend di gara.

“Credo che se chiedete un parere a coloro che si sono trovati ad avere a che fare con un gruppo di steward permanente avrete risposte interessanti – ha concluso Masi – c’erano piloti che erano convinti di essere vittime di un pregiudizio nei loro confronti, e questo ha portato alla formula attualmente in uso".

"Oggi abbiamo un gruppo di quattro persone che cambia di gara in gara, e i vari membri si incontrano regolarmente. Credo anche che dobbiamo fare un passo indietro, e tener presente che dopo tanto tempo ci troviamo davanti in una vera lotta per il campionato mondiale tra due piloti fantastici di due squadre fantastiche, e non c’è nessun commissario al mondo che possa operare in questo contesto mettendo tutti d’accordo”.

"Dovete considerare che quando si prende una decisione, entrano in gioco limiti di tempo per l'appello e tutto il resto. Le squadre devono avere il loro diritto di appello, quindi sta tutto dentro questi limiti di tempo".

Masi ha aggiunto che le udienze per la bandiera gialla del Qatar sono state programmate per domenica pomeriggio perché i piloti non erano in pista sabato sera.

"Era ovviamente tardi, loro non erano qui per via della giornata lunga. Era meglio farlo domenica mattina, quando tutti erano riposati. Bisogna anche pensare a queste cose, a quando le persone sono disponibili, arrivano in pista, i coprifuoco e così via".

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente F1 | Masi difende i ritardi dei commissari nelle decisioni
Prossimo Articolo Video F1 | Verstappen, quante occasioni perse!

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia