F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
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F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

F1 | Tornano i copri cerchi: un'idea lanciata dalla Ferrari

Sulle monoposto 2022 a effetto suolo sarà obbligatorio montare i copri cerchi che careneranno le ruote da 18 pollici per evitare che i progettisti possano sfruttare aerodinamicamente l'aria che entra nei cestelli. I ventoli li aveva introdtti in F1 la Ferrari nel 1990. Andiamo a scoprire qual è stata l'evoluzione di un particolare che è stato vietato nel 2010 e che la McLaren vuole trasformare in uno strumento pubblicitario.

F1 | Tornano i copri cerchi: un'idea lanciata dalla Ferrari
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Il regolamento tecnico della F1 riporta in auge i copri cerchi che nei GP erano stati vietati nel 2010, dopo che la soluzione fu introdotta per la prima volta a Monza nel GP d’Italia del 1990 sulla Ferrari 641 rivista e corretta da Enrique Scalabroni a Steve Nichols.

Trentadue anni dopo quella prima apparizione la FIA e la FOM hanno deciso di rendere addirittura obbligatori i copri cerchi per evitare che i progettisti utilizzassero i corner delle ruote per cercare dei vantaggi aerodinamici.

Ferrari 641, dettaglio del copri cerchio usato al GP d'Italia

Ferrari 641, dettaglio del copri cerchio usato al GP d'Italia

Photo by: Giorgio Piola

La soluzione della Ferrari fu usata a Monza solo in qualifica per ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare la velocità di punta. In gara non poteva essere utilizzata perché avrebbe letteralmente mandato in fumo l’impianto frenante privo dell’adeguato raffreddamento. La copertura lenticolare in carbonio, fra l’altro, chiudeva con una sorta di tappo anche il dado di serraggio rendendo terribilmente più complicato qualsiasi cambio gomme.

Il concetto, quindi, venne scartato ma era stata ripreso nella parte interna dei cerchi, sulla falsariga di quello che John Barnard aveva provato l’anno prima solo al retrotreno nel GP del Messico. Con le carenature all’interno, la Ferrari disputò le qualifiche del GP del Giappone.

Il tema in qualche modo era tornato d’attualità nel 2005 quando sulle monoposto si era registrata una proliferazione di appendici alari sulla presa dei freni che aveva fatto discutere, tanto che a metà stagione, dopo una riunione del F1 Technical Working Group era stata decisa una norma meno restrittiva delle regole per l’anno successivo.

Ferrari 248 F1, dettaglio dell'anello montato in Bahrain e l'evoluzione di Istanbul

Ferrari 248 F1, dettaglio dell'anello montato in Bahrain e l'evoluzione di Istanbul

Photo by: Giorgio Piola

E, ancora una volta, era stata la Ferrari a interpretare le norme nel modo più esteso scatenando le polemiche nel paddock già nel GP del Bahrain 2006. Le ruote posteriore della 248 F1 presentavano un anello in carbonio di circa 5 cm visibile nel bordo esterno: l’idea serviva a facilitare l’estrazione dell’aria calda dai freni e i riduce le turbolenze generate dalle ruote stesse.

La soluzione era stata pesantemente attaccata perché ritenuta un’appendice aerodinamica mobile. In realtà si trattò di una tempesta in un bicchiere d’acqua perché l’idea i tecnici del Cavallino l’avevano sottoposta ai commissari FIA che l’avevano considerata legale.

Toyota TF106, dettaglio del copri cerchio utilizzato a Imola

Toyota TF106, dettaglio del copri cerchio utilizzato a Imola

Photo by: Giorgio Piola

Non essendo riusciti a bloccare la corona di carbonio della Ferrari, le altre squadre cominciarono a copiare il concetto: a Imola la Toyota aveva introdotto sulla TF106 una soluzione simile.

Toro Rosso STR01, dettaglio del copri cerchio... sponsorizzato

Toro Rosso STR01, dettaglio del copri cerchio... sponsorizzato

Photo by: Giorgio Piola

Si era aperta una strada: la Toro Rosso sulla STR01 ha proposto la corona in carbonio al GP di Francia poi rivista per Silverstone. La curiosità della squadra faentina è stata che il copri cerchio mostrava uno slogan Red Bull: Gives you wing (Ti mette le ali).

A fare un salto di qualità è stata ancora la Ferrari che a Istanbul per il GP di Turchia si era avventurata in un’evoluzione ancora più spinta dell’anello molto più grande, sponsorizzato dalla BBS, l’azienda che nel 2022 ha ottenuto la mono fornitura dei cerchi della F1. Corsi e ricorsi storici…

 Ferrari F2007, dettaglio del copri cerchio visto al GP di Monaco 2007

Ferrari F2007, dettaglio del copri cerchio visto al GP di Monaco 2007

Photo by: Giorgio Piola

La Scuderia nel 2007 aveva riproposto il concetto dei copri cerchi all’anteriore: al GP di Monaco sulla F2007 era apparso un anello circolare in carbonio, mentre dal GP di Gran Bretagna si è osservata una carenatura quasi totale delle ruote che restava fissa e non seguiva il movimento del cerchio.

Dettaglio del copri cerchio anteriore della Ferrari F2007  apparso dal GP di Gran Bretagna

Dettaglio del copri cerchio anteriore della Ferrari F2007 apparso dal GP di Gran Bretagna

Photo by: Giorgio Piola

Non era sfuggita, in oltre, l’ampia feritoia visibile con un angolo di 27 gradi rispetto al suolo che consentiva di estrarre l’aria calda dei freni convogliandola nella zona di bassa pressione subito a monte del pneumatico, alimentando il flusso che andava ad energizzare l’aria destinata al diffusore posteriore. La parte lenticolare in carbonio non era piatta a filo del cerchione, come al retrotreno bensì aveva una forma bombata per evitare la generazione di vortici nocivi.

McLaren MP4-23, dettaglio del copri cerchio con presa d'aria anteriore

McLaren MP4-23, dettaglio del copri cerchio con presa d'aria anteriore

Photo by: Giorgio Piola

La “filosofia” Ferrari nel 2008 è stata recepita da altri team: la McLaren sulla MP4-23 erano state sperimentate delle prese d’aria esterne al copri cerchio ma che poi non si erano mai viste in un GP: l’estensione anteriore aveva la funzione di ridurre le turbolente delle ruota in movimento.

 

Se Ferrari, McLaren e BMW avevano optato per sfoghi d’aria che soffiavano verso il basso, Honda e Red Bull soffiavano verso la zona posteriore.

Toyota TF108, dettaglio del copri cerchio con le palette tipo ventilatore

Toyota TF108, dettaglio del copri cerchio con le palette tipo ventilatore

Photo by: Giorgio Piola

Nelle ruote posteriori la Toyota aveva presentato dei copri cerchi con delle palette, tipo ventilatore, con lo scopo di estrarre l’aria intorno al mozzo ruota e ripulire i vortici più nocivi.

Brawn BGP 001, dettaglio del copri cerchio anteriore

Brawn BGP 001, dettaglio del copri cerchio anteriore

Photo by: Giorgio Piola

La BrawnGP, squadra campione del mondo nel 2009, oltre a disporre del contestatissimo doppio fondo aveva un copri cerchio molto evoluto. In quella stagione le carenature avevano creato delle situazioni di pericolo che avevano reso più difficoltosi i cambi gomma ai pit stop.

Ferrari F10, dettaglio del cerchio dotato di anello con funzione aerodinamica

Ferrari F10, dettaglio del cerchio dotato di anello con funzione aerodinamica

Photo by: Giorgio Piola

La FIA, infatti, dal 2010 ha bandito l’uso dei ventolini. Questo divieto, insieme alla minore sezione delle gomme anteriori aveva influito notevolmente sull’aerodinamica anteriore delle monoposto. La Ferrari per ovviare al divieto dei copri cerchi aveva introdotto un cerchio dotato di un anello che aveva chiare funzioni aerodinamiche.

Con le monoposto a effetto suolo di quest’anno i copri cerchio tornano di grande attualità: sono già stati modificati per consentire ai meccanici di impugnare la ruota da 18 pollici durante i pit stop e anche gli avvitatori vengono modificati proprio per evitare problemi nella delicata manovra del cambio gomme.

La McLaren nei test di Abu Dhabi con il copri cerchio dotato delle luci al led

La McLaren nei test di Abu Dhabi con il copri cerchio dotato delle luci al led

Photo by: Giorgio Piola

La McLaren, fra l’altro, ha sperimentato solo per pochi giri nei test di Abu Dhabi una ruota lenticolare posteriore dotata di una serie di led che sarebbero in grado di mostrare il logo di uno sponsor mentre la ruota gira, mantenendo ferma l’immagine anche al variare della velocità. La F1 anche in materia di ventolini sta entrando in una nuova dimensione…

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