La F1 si divide: "Le regole attuali non sono un fallimento, ma..."
All'inizio di questo ciclo regolamentare, l'obiettivo della F1 della FIA era quello di ridurre l'effetto negativo dell'aria sporca in scia. Secondo gli ingegneri, in effetti vi sono stati dei miglioramenti, per quanto i valori siano peggiorati nel corso degli anni con l'aumento del carico: per questo servono correttivi per la prossima generazione.
Sin dalle prime sessioni di test in Bahrain, diversi piloti si sono lamentati del fatto che l'effetto negativo dovuto all'aria sporca nel seguire un'altra vettura fosse ulteriormente peggiorato rispetto alla scorsa stagione. Un pensiero non di certo unanime all'interno del paddock, anche perché è influenzato dalle caratteristiche delle varie monoposto.
Sia i Ferraristi che i piloti della Williams, ad esempio, hanno sottolineato come rispetto allo scorso anno, per loro sia più semplice seguire altre vetture rispetto alla scorsa stagione, ma ciò è dovuto in larga parte al fatto che sia la SF-24 che la FW46 abbiamo fatto dei grossi passi in avanti nella gestione della mappa aerodinamica.
Dall’altra parte, però, vi sono piloti che hanno sottolineato in maniera decisa i peggioramenti rispetto al 2023, come Sergio Perez. Dopo la gara in Bahrain, il messicano aveva lanciato l’allarme rimarcando come il livello di difficoltà nel seguire altre vetture in aria sporca fosse drasticamente aumentando, fino a portare alla mente quello del 2021, ultimo anno della precedente era di monoposto di F1. Un pensiero condiviso anche da Zhou Guanyu, il quale alla vigilia del weekend di Jeddah aveva ipotizzato come, per completare un sorpasso, servisse mediamente un delta di velocità tra le due vetture di circa otto decimi.
George Russell, Mercedes W15
Foto di: Erik Junius
L'attuale pacchetto aerodinamico, introdotto nel 2022, aveva come obiettivo quello di rendere più facile seguire un’altra macchina, sperando che ciò aiutasse anche a incrementare i sorpassi. Quantomeno inizialmente, i nuovi regolamenti hanno contribuito a migliorare lo situazione, rendendo più facile rimanere in scia: chiaramente, però, vi è una grossa differenza tra il riuscire a restare dietro a un’altra monoposto anche a distanze contenute, uno dei grandi problemi della scorsa generazione, ed essere poi in grado di attaccare un’altra auto.
La crescente difficoltà è in parte dovuta a due differenti aspetti. Il primo riguarda direttamente la crescita dei valori di carico sulle monoposto di anno in anno: più le vetture diventano raffinate aerodinamicamente stagione dopo stagione, più sarà ampia la perdita di carico restando nella scia di un’altra macchina. Nel momento in cui si inizia a lavorare anche sui dettagli, alcune soluzioni spinte non saranno più efficaci come nel primo anno del ciclo tecnico. Indubbiamente non si tratta di una novità, anche perché in passato si è assistito più volte a una maggior difficoltà nel seguire altri piloti man mano che le vetture diventavano più complesse dal punto di vista aerodinamico.
Questo fu anche uno dei motivi per cui, ad esempio, si optò per la rivoluzione del 2009, con monoposto molto più semplici e pulite. I principi base di questo ciclo tecnico sono differenti, dato che si è puntato molto sull’effetto suolo per risolvere il problema, ma alcuni elementi rimangono costanti nel tempo. In futuro chiaramente si potrà lavorare per ridurre quanto più possibile gli effetti negativi della scia ma, a meno che le vetture rimangano pressoché uguali o vi sia un set di regole fortemente limitato sul piano degli sviluppi e delle aree di intervento, nel corso di un ciclo tecnico questo tema si continuerà a riproporre.
Dall’altra parte, soffermandoci più su questa generazione di macchine, vi sono aspetti legati anche a certe libertà concesse dalla FIA che hanno permesso agli ingegneri di essere più aggressivi nella ricerca dell’outwash, come sulle ali anteriori. Tutto ciò si ripercuote negativamente anche sulle possibilità di seguire da vicino un’altra auto, andando a sporcare ulteriormente la scia.
Yuki Tsunoda, RB F1 Team VCARB 01, Kevin Magnussen, Haas VF-24
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Il tema della promozione dei sorpassi sarà affrontato anche nelle regole del 2026, le quali sono ancora in fase di definizione, con una prima bozza che dovrebbe arrivare entro giugno. Su questo ciclo tecnico, però, vi sono considerazioni differenti da parte dei tecnici, che hanno valutato l’efficacia di questo regolamento.
"Non credo che i regolamenti abbiano fallito. Penso che sarebbe del tutto ingiusto. Penso che la competizione sia piuttosto serrata a centro gruppo, con diversi sorpassi”, ha spiegato James Vowles.
"Penso che, anche sulla base dei dati che possiamo vedere ora, [l’effetto dell’aria sporca] sia ancora migliore rispetto alle vetture delle generazioni 2020 e 2021. Ma, soprattutto, i primi hanno sviluppato la vettura in maniera straordinaria, tanto che, man mano che si trova e sviluppa carico, diventa più difficile seguirli. Ma ritengo che, sulla base di tutte le metriche e di tutti i dati che possiamo vedere, sia più semplice seguire rispetto a prima, come era nelle intenzioni dei regolamenti iniziali”, ha aggiunto il Team Principal della Williams, sottolineando come l’obiettivo primario fosse quello di rendere più semplice restare in aria sporca.
Mike Krack, Team Principal della Aston Martin, ha appoggiato l'opinione di Vowles sulle attuali norme aerodinamiche. "Sono d'accordo con James [Vowles], penso che i regolamenti non siano affatto un fallimento. Penso che abbia permesso differenti design fin dall'inizio, per quanto poi ci sia stato un dominio che nessuno di noi vuole, ma questo è un dato di fatto. Ma onestamente, penso che i regolamenti attuali siano ben fatti e ben realizzati. Abbiamo visto gare divertenti dietro alla squadra di riferimento".
Nico Hulkenberg, Haas F1 George Russell, Mercedes F1
Foto di: Mark Sutton
Dall’altra parte, vi sono anche tecnici che hanno sottolineato anche degli “errori” da parte della FIA nella stesura di questo set regolamentare, non tanto per il dominio di una singola squadra, bensì perché nel tentare di ridurre gli effetti negativi dell’aria sporca l’organo di governo abbia dedicato poca attenzione ad altri aspetti, tra cui il comportamento delle gomme.
"Non credo necessariamente che [i regolamenti] abbiano fallito perché c'è il dominio di una squadra, perché il nostro compito è cercare di batterli. Ma ci sono cose nei regolamenti che non vanno bene per nessuno di noi”, spiega James Allison.
“Non credo che sia sensato avere auto che si spingono così verso il terreno come queste vetture. E l'idea che si ottenga una gara più movimentata controllando le scie e ignorando il tema degli pneumatici... L'idea di controllare le scie è una sfida a cui è già stata dedicata grande attenzione, ma quell'aspetto è stato studiato fino al limite ormai. Red Bull sta facendo un buon lavoro e il resto di noi ha il dovere di fare un lavoro migliore".
Con la FIA al lavoro sui nuovi regolamenti per il 2026, il direttore tecnico della Mercedes ritiene che si debba trarre insegnamento da ciò che non ha funzionato negli ultimi anni. "Non credo che ci sia nulla di sbagliato nelle vetture a effetto suolo. Ma le particolari caratteristiche di queste vetture, che hanno una risposta all'altezza di marcia posteriore che non è particolarmente semplice da gestire, non è qualcosa che dovremmo portare nel [regolamento] 2026", ha aggiunto Allison, rimarcando quanto il tema della gestione dell’altezza da terra sia fin troppo critico, specie considerando che vi sono squadre, tra cui proprio la Mercedes, che stanno riscontrando delle difficoltà da questo punto di vista.
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