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Analisi
Formula 1 GP di Gran Bretagna

F1 | Telemetrie: Verstappen riferimento, McLaren si esalta nel veloce

Dietro a Max Verstappen, ormai riferimento costante nel corso di questa prima parte di stagione, non ci sono Ferrari o Mercedes, bensì le due McLaren. Le qualità della MCL60 sono state esaltate da una pista ricca di curve veloci e dalle basse temperature, condizioni che hanno permesso il team di Woking di sfruttare quel potenziale in parte nascosto al venerdì. Scopriamo cosa raccontano i dati telemetrici della pole dell'olandese e dell'exploit color papaya.

Lando Norris, McLaren MCL60, Sergio Perez, Red Bull Racing RB19

Inarrivabile, inarrestabile e inattaccabile. Sfogliando il dizionario probabilmente si potrebbero trovare decine di vocaboli utili a descrivere lo stato di forma di un Max Verstappen che gara dopo gara impreziosisce i numeri di una stagione da assoluto protagonista. Ma nella giornata della quinta pole consecutiva, la settima nel corso di questo mondiale, l’olandese ha giocato più il ruolo di comparsa che di attore principale, perché a prendersi la scena sono state le due McLaren, capaci di issarsi in prima e seconda fila.

L’Austria sembrava aver dato i primi importanti segnali sulla bontà del pacchetto di aggiornamenti introdotto proprio a Spielberg, non tanto in termini di qualifica, perché spesso la MCL60 ha mostrato buone qualità sul giro secco, ma di gara, aspetto dove in altre occasioni la vettura inglese aveva invece mostrato le carenze più importanti.

Tuttavia, un solo GP non fa primavera e si è preferito rimandare le valutazioni definitive agli appuntamenti successivi, a partire da Silverstone, uno dei tracciati più complessi sul piano della gestione gomma. Inoltre, proprio in Gran Bretagna avrebbe dovuto fare il proprio debutto la seconda parte del pacchetto progettato dalla scuderia britannica. Tuttavia, come già avvenuto in Austria, a causa della mancanza di pezzi di scorta solo Lando Norris ha avuto modo di provare la nuova anteriore, mentre sulla monoposto di Piastri sono stati montati gli aggiornamenti al cofano motore e al fondo, rimanendo però sull’ala di vecchia specifica.

Oscar Piastri, McLaren, Lando Norris, McLaren, l'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing, in parco chiuso dopo le qualifiche

Oscar Piastri, McLaren, Lando Norris, McLaren, l'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing, in parco chiuso dopo le qualifiche

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

A schiacciare il pedale del freno sono stati sia i piloti che il Team Principal, i quali hanno cercato di spiegare le prestazioni odierne collegandole a specifiche circostanze favorevoli, pur non potendo negare che le novità tecniche abbiano giocato la loro parte nei progressi evidenziati dal team nelle ultime uscite.  

“C'è sicuramente un pattern, curve ad alta velocità, condizioni fredde, pneumatici morbidi, tra l'altro della stessa mescola C3 [di Barcellona]. Quindi, queste condizioni ci piacciono, piacciono alla nostra macchina. Il posteriore trova naturalmente una buona aderenza, che potrebbe invece mancare quando invece giriamo in successione con condizioni più calde”, ha raccontato Andrea Stella al termine delle qualifiche.

“Quindi le condizioni hanno giocato a nostro favore. Allo stesso tempo, credo che in questo risultato abbiano contribuito anche i miglioramenti che abbiamo apportato alla vettura. Misuriamo questi progressi in termini di carico e abbiamo visto che in alcune curve a bassa velocità ora siamo a tratti competitivi”.

Condizioni che si sono ripresentate anche nelle qualifiche inglesi, dopo un venerdì in cui chiaramente McLaren non aveva mostrato tutto il proprio potenziale, anche per la scelta di utilizzare mappature più conservative. Le prestazioni nelle curve veloci sono sempre state un punto di forza per questa monoposto, anche nella sua versione non aggiornata, come si era potuto apprezzare in Australia e in Arabia Saudita, dove la MCL60 aveva però pagato pesantemente le basse velocità di punta e i relativi problemi di resistenza aerodinamica.

L'ala anteriore aggiornata della McLaren: la nuova versione è stata montata solo sulla vettura di Norris, mentre Piastri ha a disposizione la vecchia specifica.

L'ala anteriore aggiornata della McLaren: la nuova versione è stata montata solo sulla vettura di Norris, mentre Piastri ha a disposizione la vecchia specifica.

Photo by: Uncredited

Barcellona è forse l’esempio migliore di questa competitività ritrovata, seppur si sia fermata solamente alle qualifiche, patendo poi il surriscaldamento degli pneumatici alla domenica. Condizioni calde che invece hanno evidenziato tutti i limiti del progetto a Miami, dove le diverse curve da percorrere off-thottle e che richiedono tanto appoggio hanno messo in crisi la vettura britannica, la quale non ha potuto nemmeno sfruttare uno dei suoi punti di forza, ovvero la capacità di portare rapidamente in temperatura le coperture.

Al contrario, Silverstone ne ha esaltato le doti su più livelli. Le temperature fresche della pista, poco sopra i 20°C, hanno permesso di trarre il massimo da questa caratteristica, a cui si è poi aggiunto il grip fornito dalla copertura nuova. Osservando le telemetrie tra i migliori giri di Norris e Verstappen, l’aspetto più interessante lo si nota in curva 4, dove le velocità di percorrenza e d’uscita sono grossomodo simili nonostante le due differenti interpretazioni del tratto precedente. Un tema che si è poi ripresentato anche nella seconda parte dell’ultima chicane, dove il pilota britannico è stato in grado di recuperare parte del gap accumulato in altre zone del tracciato.

La MCL60 si è ben comportata in trazione e in progressione, mentre ha sofferto le basse velocità di punta, quasi 10 km/h più basse di quelle della RB19 sul Wellington Straight, così come sull’Hangar Straight, dove si è rilevato anche qualche classico sintomo di derating. Quello del drag rimane un problema per il momento irrisolto, perché l’ultimo pacchetto si è concentrato più sull’aggiungere carico che potesse aiutare a migliorare il bilanciamento verso il retrotreno che sul migliorare l’efficienza pura sui rettilinei.

GP di Gran Bretagna - Qualifiche Verstappen - Norris

GP di Gran Bretagna - Qualifiche Verstappen - Norris

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Rispetto a Verstappen, altre due aree critiche sono state quelle della parte conclusiva dello snake e curva 15, meglio conosciuta come Stowe. Se è pur vero che Silverstone è un concentrato di curve veloci, con le vetture di questa generazione sono poche quelle che non si affrontano in pieno, per cui assumono ancor più rilevanza quei tratti in cui è fondamentale giocare con i pedali. Aree in cui McLaren ha cercato di lavorare intensamente, in modo da andare a risolvere quei problemi di rotazione che hanno penalizzato la McLaren in altre tappe del mondiale. 

Un primo riferimento è quello di curva 13, dove se si effettua un confronto con Max Verstappen si può notare come l’olandese sia stato in grado di rimanere più a lungo sull’acceleratore, portando maggior velocità in ingresso, poi mantenuta anche in percorrenza. L’aspetto ancor più interessante è che in realtà la MCL60 ha sì mostrato qualche carenza nei confronti della Red Bull, ma ha anche evidenziato un buon passo nei confronti della Ferrari in questa specifica zona, anche se bisogna sottolineare come abbia perso terreno sulla Rossa prima di curva 13, avendo una velocità d'entrata e d'uscita inferiore alla Copse. 

Ma il tratto più rilevante è quello di curva 15, dove emerge uno dei temi su cui il gruppo tecnico sta cercando di concentrare i propri sforzi, ovvero la fase off-throttle a centro curva.

Questo aspetto non entra in gioco solamente nelle tratti rapidi, ma in tutte quelle curve con un raggio particolare come quello della Stowe, quali ad esempio curva 12 di Barcellona o la 7 di Miami. Nel momento in cui si lascia sia l’acceleratore che il freno, la MCL60 tendenzialmente fa fatica a chiudere la curva, dovendo così ritardare il ritorno sull’acceleratore per non finire in sottosterzo. Un punto debole su cui continuare a lavorare, soprattutto per trovare maggior stabilità a centro curva. Un elemento che si vedrà soprattutto su altri circuiti, dato che Silverstone premia soprattutto altre caratteristiche della vettura.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Due tratti che spiegano alla perfezione il vantaggio tecnico che attualmente ha l’accoppiata Verstappen-Red Bull, la quale può contare su una piattaforma stabile che ben si adatta in ogni tipologia di curva, da quelle più lente a quelle più veloci. e tecniche Realisticamente, la squadra di Milton Keynes si aspettava che la minaccia più rivelante fosse tinta di Rosso e, togliendo l’errore di Leclerc alla Stowe, avrebbe effettivamente dovuto essere così. Ma fino a poche settimane fa, un errore del monegasco non lo avrebbe messo nella condizioni di dover cedere il passo alla McLaren e questo, al di là dell’ovvia cautela, è l’iniezione di fiducia migliore per la squadra di Woking.

Seppur per ora si tratti solo di performance sul giro secco, con Andrea Stella che non ha nascosto di avere qualcosina in meno in termini di passo gara, l’essersi affacciati nelle zone alte della classifica è il segnale più incoraggiante, qualcosa di inimmaginabile all’inizio della stagione. Il prossimo passo sarà trovare costanza, una sfida che le altre squadre di vertice stanno ancora cercando di vincere.

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