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Analisi
Formula 1 GP del Canada

F1 | Telemetrie: Verstappen implacabile con un primo settore capolavoro

Anche in Canada Max Verstappen prenderà il via dalla prima casella sulla griglia di partenza. Una pole bagnata figlia sia di buone scelte strategiche che del talento dell'olandese, il quale nel primo settore ha rifilato quasi quattro decimi a tutti i rivali prendendosi dei rischi importanti. Osserviamo cosa raccontano i dati nel confronto con Nico Hulkenberg e il secondo giro di Fernando Alonso.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Spesso si dice che è proprio sotto la pioggia che emerge il talento del piloti, in uno scenario in cui le differenze tra le vetture si assottigliano lasciando spazio a chi sta dietro al volante. Per quanto sia vero che con queste monoposto l'aspetto tecnico abbia una sua rilevanza, soprattutto nel modo in cui vengono gestiti gli pneumatici, dall’altra parte il fattore umano assume un ruolo ancor più decisivo, sia da parte del pilota che di chi deve prendere le decisioni strategiche.

In una qualifica dal meteo imprevedibile e in continua evoluzione, l’aspetto cruciale è stato quello di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, riuscendo a piazzare il miglior crono in quelle piccole finestre in cui la pista si trovava nelle condizioni migliori.

Anche in questa occasione, il sabato canadese non ha mancato di regalare diversi spunti di approfondimento: dall’exploit di Nico Hulkenberg all’esclusione di Charles Leclerc e Sergio Perez in Q2, senza dimenticare una McLaren capace di sfruttare il bagnato e le condizioni più fredde portando entrambe le MCL60 fino all’ultima manche.

I primi tre qualificati Nico Hulkenberg, Haas F1 Team, l'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing, Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team

I primi tre qualificati Nico Hulkenberg, Haas F1 Team, l'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing, Fernando Alonso, Aston Martin F1 Team

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

In questo filone rimane sempre una certezza, ovvero una pole position targata Red Bull in cui emerge il talento di Max Verstappen sotto la pioggia. Una qualifica lineare , in cui ha giocato un ruolo centrale anche il rapporto la definizione delle scelte strategiche: la decisione di attendere per primo al semaforo non è casuale, ma ben ponderata, anche a costo di far raffreddare gli pneumatici attendendo più di due minuti.

Di certo non è stato l’elemento decisivo, perché realisticamente l’olandese avrebbe centrato la pole anche con il tempo ottenuto nel primo tentativo, ma la scelta di uscire davanti a tutti gli ha consentito di mettere in cassaforte il risultato.

Al fianco del due volte campione del mondo sulla griglia di partenza avrebbe dovuto esserci Nico Hulkenberg, il quale aveva sfruttato in maniera impeccabile l’opportunità di effettuare un secondo giro migliorando quel settimo posto ottenuto dopo il primo tentativo. Il tedesco, che in passato spesso ha mostrato la propria classe sul bagnato, ha tolto diversi decimi nel passaggio successivo, concludendo il giro pochi instanti prima che venisse esposta la bandiera rossa per l’incidente di Oscar Piastri. Tuttavia, non avendo rispettato il tempo minimo imposto dalla FIA in caso di neutralizzazione, il pilota della Haas sarà costretto a prendere il via dalla quinta casella, seppur vi siano state delle circostanze mitiganti che hanno spinto i commissari a ridurre la penalità da 10 a 3 posizioni.

Confronto telemetrico tra i due migliori giri di Max Verstappen e Nico Hulkenberg in Q3

Confronto telemetrico tra i due migliori giri di Max Verstappen e Nico Hulkenberg in Q3

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Ad approfittarne sarà Fernando Alonso, il quale realisticamente avrebbe comunque soffiato il secondo posto al portacolori della squadra americana se non fosse stata per la bandiera rossa, esposta proprio mentre lo spagnolo si stava immettendo sul rettilineo conclusivo.

Osservando i riferimenti telemetrici e gli onboard, l’elemento che risalta maggiormente riguarda i rischi presi dall’olandese nel primo settore, sia nel primo che nel secondo tentativo. Difatti, nel primo run è stato l’unico, assieme a Fernando Alonso, a scendere sotto il muro dei venticinque secondi, mentre nel secondo tentativo è stato il solo a girare sul ritmo del ventiquattro e mezzo, rifilando quantomeno quasi quattro decimi a tutti gli altri piloti.

La prima grande differenza la si può riscontrare in curva due, tratto molto particolare in cui serve sia un anteriore preciso per non andare in sottosterzo che un buon retrotreno che permetta di scaricare la potenza a terra senza far pattinare eccessivamente gli pneumatici. Proprio on questa zona l’olandese ha guadagnato i primi centesimi, con un vantaggio che si è poi esteso nella chicane successiva, dove emergono i rischi assunti dal due volte campione del mondo.

Confronto telemetrico tra il miglior tempo di Max Verstappen in Q3 e il secondo giro (non concluso per la bandiera rossa) di Fernando Alonso

Confronto telemetrico tra il miglior tempo di Max Verstappen in Q3 e il secondo giro (non concluso per la bandiera rossa) di Fernando Alonso

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Verstappen riesce ad entrare in maniera più decisa, portando tanta velocità in ingresso e in percorrenza, poi mantenuta andando a tagliare con la gomma anteriore sinistra oltre il cordolo interno nel richiamo. Ciò che sorprende è come, anche senza sacrificare la prima parte della chicane, il pilota della Red Bull sia stato in grado di garantirsi una buona uscita da quel tratto, anche rispetto ad Alonso (nel secondo tentativo), il quale aveva seguito l’approccio opposto.

Infatti, nel momento dell’uscita dalla chicane, lo spagnolo ha perso il posteriore della vettura, patendo così in fase di accelerazione. Il punto cruciale, tuttavia, arriva proprio pochi istanti prima della fine del primo settore, ovvero antecedente alla staccata di curva sei: mentre Alonso e Hulkenberg nella leggera curva 5 a destra parzializzano l’acceleratore fino al 40%, Verstappen riesce a mantenersi sul 70%, garantendosi un consistente vantaggio in termini di velocità di percorrenza, superiore ai 10 km/h. Non è un caso che il pilota di Hasselt abbia rifilato un delta importante a tutti i propri rivali in questo tratto, mettendo in mostra tutta la propria fiducia nella vettura ma anche il proprio talento in una zona piuttosto insidiosa.

Confronto nell'utilizzo dell'acceleratore nel primo settore tra il miglior tempo di Max Verstappen in Q3 e il secondo giro (non concluso per la bandiera rossa) di Fernando Alonso

Confronto nell'utilizzo dell'acceleratore nel primo settore tra il miglior tempo di Max Verstappen in Q3 e il secondo giro (non concluso per la bandiera rossa) di Fernando Alonso

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Allo stesso modo, anche il secondo intertempo inizia con un chiaro dominio del portacolori della Red Bull, capace di gestire bene la fase di trazione nonostante una linea molto più profonda nel cambio di direzione della chicane, mantenendo così parte del vantaggio per tutta la fase di accelerazione sull’allungo che porta poi alla chicane 7-8, quella dove già ieri Verstappen aveva patito nei confronti degli avversari.

Rispetto alle zone precedenti, in questo tratto di pista si è ribaltata la situazione, con lo spagnolo bravo nel recuperare sia in frenata, dove l’olandese è stato più accorto anche nei confronti di Hulkenberg, sia nel momento in cui si è rivelato necessario aggredire i cordoli in percorrenza. A differenza degli altri due intertempi, nel terzo settore il riferimento è unico, perché altri piloti non hanno avuto modo di concludere il secondo giro, se non Hulkenberg, ma anche in questo caso il vantaggio è considerevole. 

Al netto della bandiera rossa, l'olandese ha così tirato fuori dal cilindro l'ennesima pole position stagionale, la seconda consecutiva a Montreal.

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