Telemetria Mercedes: prova di forza con la power unit
L'analisi dei dati dei migliori giri di Lewis Hamilton (Mercedes) e Max Verstappen (Red Bull) è molto interessante perché la telemetria mette in evidenza come a Portimao la Stella abbia puntato a sfruttare di più il motore rispetto a Bahrain e Imola. La differenza si è notata non tanto nella velocità massima, quanto nella fase di accelerazione con un mix micidiale fra sistema ibrido e motore termico.
Foto di: Matteo Bobbi
La telemetria dei migliori giri di Lewis Hamilton e Max Verstappen, i due sfidanti per il mondiale non è troppo veritiera, ma è molto indicativa di cosa potrebbe succedere nel GP del Portogallo.
Il sette volte campione del mondo ha fallito la 100esima pole di 7 millesimi di secondo sul compagno di squadra Valtteri Bottas, ma la qualifica è stata fortemente condizionata da una serie di fatti che hanno cambiato la fisionomia della griglia fra errori di guida, vento a raffiche e scelta di mescole.
La migliore prestazione assoluta l’ha ottenuta Lewis Hamilton in 1’17”968 con le gomme medie (in Mercedes avevano simulato la pole position in 1’17”7) in Q2, poi il vento trasversale rispetto al rettilineo d’arrivo è andato rinforzando e in Q3 nessuno dei top driver è riuscito a migliorare.
Nell’ultimo turno il più veloce è stato Max Verstappen nel primo run ma il tempo di 1’18”209 è stato cancellato per il largo alla curva 4: giusto il provvedimento, anche se l’olandese non avrà guadagnato più di mezzo decimo. E allora dobbiamo mettere a confronto l’1’18”355 di Lewis che è valso la prima fila con l’1’18”746 di Max, terzo ma autore di una tornata tutt’altro che impeccabile.
Il grafico ci mostra come W12 e RB16B si siano praticamente equivalse nella parte centrale del tracciato (la differenza a favore di Hamilton è di 10 millesimi), mentre la Mercedes ha prevalso nettamente nel T1 e nel T3 dove era possibile esaltare le qualità del motore.
Dopo tante reticenze, nel team di Brackley hanno deciso di sfruttare una mappatura della power unit più spinta: stando alle indiscrezioni sono arrivati alla penultima tacca del boost per misurare l’effettiva differenza con l’unità Honda che nei primi due GP sembrava avesse raggiunto la potenza dell’M12 E Performance. Insomma in Mercedes hanno voluto dare una “dimostrazione” del potenziale che hanno a disposizione e che non avevano mai usato finora.
Se nelle curve a bassa velocità le differenze erano minime a favore di uno o dell’altro, le cose sono cambiate drasticamente nel veloce, dove la Mercedes ha fatto una grande differenza: non tanto alla speed trap (Hamilton ha toccato i 314,6 km/h e Verstappen è stato accreditato di 314,4 km/h), quanto nella fase di accelerazione.
Davanti al traguardo, posto nella prima frazione del lungo rettilineo d’arrivo, la W12 ha raggiunto i 299,8 km/h, mentre la RB16B ha pagato nel suo giro migliore 4,5 km/h con un valore di 295,3 km/h. Sembra evidente che la power unit Mercedes giunga prima della Red Bull alla velocità massima potendo contare su un mix micidiale fra motore endotermico e sistema ibrido.
Va detto che Verstappen si è trovato l'Aston Martin di Sebastian Vettel nell'ultima piega e nel grafico si osserva un ingresso curva più lento e una perdita di velocità in percorrenza, ma l'analisi delle accelerazioni è confermata anche negli altri tratti di pista.
Nelle prove libere Mercedes e Ferrari hanno lavorato molto per trovare la giusta ripartizione dell'energia ibrida nell'arco del giro cercando la migliore mappatura per l'Algarve.
La Stella, dunque, ha deciso di suonare la grancassa in Algarve al terzo GP stagionale, ma in gara ci sarà il bisogno di usare tutta la potenza per stare davanti a Verstappen, oppure sarà possibile accontentarsi per non compromettere l’affidabilità, visto che tre motori devono durare per 23 GP?
La sensazione è che in Mercedes vogliano tenere alta la soglia nella “battaglia” dei motori nella consapevolezza che l’unità Honda potrebbe avere qualche debolezza in più alla distanza. La gara di oggi pomeriggio potrebbe darci qualche risposta interessante…
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