F1 | Messaggi politici: servirà l'approvazione FIA un mese prima del GP
Attraverso un comunicato, la FIA ha chiarito la sua stretta sulle dichiarazioni politiche e personali ai piloti di Formula 1, spiegando cosa sarà e non sarà tollerato negli eventi del Gran Premio, pena una sanzione che verrà decisa dai commissari di gara. Per alcuni messaggi servirà l'approvazione un mese prima dell'evento.
In un documento distribuito ai team venerdì, intitolato "Guida al principio di neutralità (articolo 12.2.1.n del CSI)", la FIA ha spiegato come funzionerà all'atto pratico l'aggiornamento apportato al Codice Sportivo Internazionale pubblicato alla fine del 2022 in merito alle dichiarazioni personali dei piloti su vari temi.
Nel documento, una copia del quale è stata visionata da Motorsport.com, la FIA ribadisce che i piloti saranno liberi di esprimere le proprie convinzioni e ideali, ma solo in determinati momenti e circostanze. Tuttavia, la FIA ribadisce che i piloti dovranno comunque chiedere l'autorizzazione per discutere di determinati argomenti.
La FIA ha spiegato che i piloti saranno liberi di "esprimere le loro opinioni su qualsiasi questione politica, religiosa o personale prima, durante e dopo la Competizione Internazionale, nel loro spazio e al di fuori dell'ambito della Competizione Internazionale", come ad esempio sui social media e durante le interviste con i media, comprese le conferenze stampa della FIA.
Ma il chiarimento dell'articolo 12.2.1.n prosegue affermando che, oltre a non fare dichiarazioni particolari durante la sfilata dei piloti, le cerimonie dell'inno nazionale, le foto di gruppo dei piloti prima e dopo la stagione e il podio (compresi quindi i gesti visivi, come indossare un determinato capo di abbigliamento), "i partecipanti non sono autorizzati a fare dichiarazioni politiche, religiose e/o personali in violazione del principio generale di neutralità durante le conferenze stampa della FIA (tranne che in risposta a domande dirette dei giornalisti accreditati)".
La FIA ha anche emesso una guida su cosa si intende per espressioni "politiche", "religiose" o "personali", per quanto riguarda l'Articolo 12.2.1.n.
L'articolo stabilisce che sarà considerata una violazione del regolamento se: "La diffusione e l'esibizione di dichiarazioni o commenti politici, religiosi e personali violano in particolare il principio generale di neutralità promosso dalla FIA nel suo Statuto, a meno che non sia stato preventivamente approvato per iscritto dalla FIA per le gare internazionali, o dalla ASN competente per le gare nazionali nell'ambito della loro giurisdizione".
A stabilire se ci sarà stata una violazione saranno gli steward durante il weekend di gara.
Il chiarimento della FIA afferma che un esempio di dichiarazione politica che viola le regole è rappresentato da un pilota che non chiede l'autorizzazione a discutere "se rilascia dichiarazioni o commenti non approvati" riguardanti "qualsiasi governo locale, regionale o nazionale o qualsiasi suo dipartimento, ufficio o funzione".
Sebastian Vettel, Aston Martin
Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images
Per quanto riguarda la questione religiose, secondo la FIA un esempio di violazione delle regole può essere "qualsiasi cosa critica o ostile alle credenze religiose o spirituali degli altri". La Federazione ha inoltre chiarito che "gesti religiosi privati e non provocatori, come indicare il cielo o fare il segno della croce, non sono considerati dichiarazioni religiose vietate".
I concorrenti non dovranno utilizzare gli eventi come piattaforma per condividere dichiarazioni personali di qualsiasi tipo in violazione del principio generale di neutralità", che riguarda l'articolo 2 dello Statuto FIA (in vigore dall'8 maggio 1970) ed è - secondo la FIA - la principale preoccupazione degli sforzi compiuti per chiarire ciò che i piloti possono e non possono dire agli eventi di F1.
La guida della FIA afferma che i piloti che chiedono l'autorizzazione a rilasciare una dichiarazione che altrimenti violerebbe l'articolo 12.2.1.n dovranno farlo "almeno quattro settimane prima dell'evento in questione" e dice che "le richieste tardive saranno prese in considerazione dalla FIA solo in via eccezionale", con qualsiasi permesso concesso che coprirà un solo evento di F1.
Lewis Hamilton sul podio durante il Gran Premio della Toscana 2020
Photo by: Mark Sutton
Secondo quanto appreso da Motorsport.com, esiste una zona grigia per quanto riguarda i caschi dei piloti, che sono naturalmente molto visibili durante l'azione in pista e possono essere paragonati alle varie nazioni europee che hanno voluto che i capitani delle loro squadre di calcio indossassero una fascia arcobaleno "OneLove" durante la recente Coppa del Mondo in Qatar.
La FIFA ha impedito che ciò avvenisse, affermando che, in caso di violazione, sarebbero state comminate sanzioni sporadiche come un cartellino giallo.
Motorsport.com ha chiesto se, ad esempio, Lewis Hamilton volesse indossare di nuovo un casco con la livrea arcobaleno nel Gran Premio del Qatar del 2023 e, a quanto pare, gli verrebbe consigliato di chiedere l'autorizzazione a farlo o rischierebbe di violare l'articolo 12.2.1.n in caso contrario.
Per quanto riguarda le indicazioni fornite ai team, un portavoce della FIA ha dichiarato: "È stata emessa una nota di orientamento per i partecipanti alle gare internazionali che illustra gli aggiornamenti apportati al Codice sportivo internazionale della FIA a dicembre".
"Gli aggiornamenti rafforzano l'impegno di lunga data della FIA a proteggere la neutralità dello sport automobilistico e garantiranno in particolare la neutralità durante i momenti chiave di tutte le competizioni motoristiche, come i podi, gli inni nazionali e le attività ufficiali 'sul campo di gioco'".
"La nota di orientamento non modifica l'articolo 12.2.1.n del Codice sportivo internazionale della FIA. Era necessario fornire un documento di orientamento separato per facilitare l'attuazione dei principi di neutralità nelle diverse discipline motoristiche".
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