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Analisi

F1 Sprint Race: è un esperimento con tanti pro e contro

Una decisione non è stata ancora presa ma è probabile che alla fine il format dei GP con le qualifiche al venerdì e la gara del sabato si provi in tre eventi del 2021 per valutare sul campo quali possono essere i vantaggi e i rischi. La sensazione è che ci sono diversi punti critici che devono essere discussi: andiamo a scoprire quali sono.

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Max Verstappen, Red Bull Racing RB16, Lance Stroll, Racing Point RP20, Sergio Perez, Racing Point RP20, il resto delle auto alla partenza

Lewis Hamilton, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Max Verstappen, Red Bull Racing RB16, Lance Stroll, Racing Point RP20, Sergio Perez, Racing Point RP20, il resto delle auto alla partenza

Mark Sutton / Motorsport Images

La proposta di introdurre una Sprint Race nei weekend di Formula 1, discussa giovedì dalla F1 Commission alla presenza dei rappresentati di FIA, Liberty Media e squadre, è destinata a dividere non solo chi siede al tavolo di confronto, ma anche gli appassionati.

L’argomento è spinoso, perché pone davanti alla scelta di rinunciare ad un pezzo di tradizione per far spazio ad un formato più frizzante.

La Formula 1 si trova non di rado davanti a questa tipologia di spartiacque, il suo ‘dna’ è pur sempre quello di un mondo HiTech, capace di sperimentare soluzioni all’avanguardia, ma proprio per questo l’obbligo di stare al passo con i tempi spesso pone davanti al dilemma: voltare pagina o restare attaccati alle proprie tradizioni?

Questa volta, però, il cambiamento in discussione non è legato ad aspetti tecnologici, ma al suo format di gara, quella sequenza qualifica-Gran Premio che la caratterizza dal 1950.

Ci sono diversi aspetti che vanno sottolineati per fotografare nel modo corretto la proposta della Sprint Race, spinta molto da Formula 1 nella persona di Ross Brawn.

Il primo è che si tratta ancora di una proposta che per diventare effettiva dovrà essere votata, con il parere positivo di 26 dei 30 rappresentanti che compongono la F1 Commission. Il secondo aspetto è che in caso di approvazione si tratterebbe comunque di una prova che si propone in tre Gran Premi del 2021.

Liberty Media ha espresso la volontà di testare sul campo alcune idee e spera di poterlo fare in una stagione che non presenta grandi novità tecniche, come sarà, invece, il 2022.

Le valutazioni che saranno fatte all’indomani di questi tre weekend di gara determineranno un eventuale conferma del nuovo format a partire dal prossimo anno. Infine, anche in questo quadro, i fine settimana con la Sprint Race non è detto che siano confermati in tutte le tappe del calendario 2022, ma potrebbero essere programmati solo in alcuni weekend di gara, che si sussurra non dovrebbero essere più di sei.

In questi appuntamenti ci sarebbe ovviamente un punteggio complessivo differente, poiché la Sprint Race assegnerebbe a sua volta dei punti validi per la classifica di campionato. Questo aspetto è uno degli aspetti attualmente in discussione per quanto riguarda le tre possibili Sprint Race del 2021.

Non è un aspetto inedito nel motorsport. La serie WEC, ad esempio, ha in calendario gare di 6 ore, 24 ore e 1000 km, ed ognuna di esse assegna un punteggio differente con un coefficiente proporzionale all’importanza dell’evento, come nel caso di Le Mans.

In Formula 1 sarebbe più semplice, ovvero ogni team e pilota aggiungerebbero i punti conquistati nella Sprint Race del sabato pomeriggio nella classifica generale, come da anni accade nelle categorie propedeutiche con format che prevedono più gare in un fine settimana.

Complessivamente i fronti di “favorevoli” e “contrari” mettono sul tavolo argomentazioni a supporto delle loro tesi, e sono argomenti concreti, riassunti nella tabella seguente.

Pro

Contro

-        Incremento generale dello spettacolo per i fans.

-        Maggiore affluenza di pubblico in pista nelle giornate di venerdì e sabato.

-        Maggiore possibilità di imprevisti e risultati a sorpresa.

-        Incremento delle possibilità di accesso al podio per i team minori.

-        Maggiore visibilità per gli sponsor.

-        Potenziale Incremento dello share televisivo.

-        Incremento delle quote economiche destinate alle squadre.

-        Riduzione dell’importanza delle qualifiche.

-        Rottura con la tradizione e la storia della Formula 1 iniziata nel 1950.

-        Riduzione delle prove libere.

-        Perdita dell’opportunità di poter disputare la sessione FP1 con giovani piloti.

-        Calo dell’esclusività della ‘vittoria’ nel weekend.

-        Potenziale complicazione per i team nella rotazione delle power unit

-        Incremento dei costi per le squadre legato a chilometraggio e potenziali incidenti nella Sprint Race.

-        Potenziale incremento di costi legato a pacchetti di sviluppo ad ‘hoc’ per le piste con doppia gara.

Secondo alcuni addetti ai lavori la bilancia al momento pende a favore della prova sul campo, e le tre gare Sprint Race previste nel 2021 alla fine si disputeranno.

Visti i numerosi pro e contro la pista resta il giudizio più attendibile, poi arriverà il momento di sedersi nuovamente al tavolo con dei dati concreti. In una Formula 1 ormai abituata a simulare tutto nel mondo virtuale questa volta la prova reale sembra essere la soluzione migliore per valutare una decisione nel lungo periodo.

Un compromesso che sembra poter accontentare chi spera nel cambiamento, senza allarmare troppo coloro che temono una Formula 1 pronta ad imboccare la via dello show a tutti i costi senza ripensamenti. Ma attenzione alle sorprese, perché ai tavoli delle trattative dove siedono i rappresentanti delle squadre, ogni scelta è mirata agli interessi di parte, con una piccola (se non inesistente) visione globale.

E se cinque team dovessero confermarsi contrari, per la terza volta (dopo il 2015 e il 2020) la proposta di cambiare il format del weekend resterà tale.

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