Simulazione GP Brasile: l'aria è meno densa del 17%
Anche Interlagos si trova in altura, su un altopiano a 786 metri sul livello del mare. I tecnici per il GP del Brasile devono approntare F1 con un medio carico arodinamico e con un raffreddamento maggiorato per escludere problemi di affidabilità, visto che il motore sta full gas per il 70% del giro.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Il dato è interessante: a Interlagos la riduzione della densità dell’aria è del 17%. Siccome il circuito brasiliano intitolato a Carlos Pace si trova a 786 metri sul livello del mare, i tecnici delle squadre devono compensare la riduzione di carico aerodinamico, del raffreddamento della power unit e dell’alimentazione del motore, tenendo conto che il tracciato è caratterizzato anche da un ulteriore dislivello di 40 metri.
Il sistema di sovralimentazione, inoltre, è chiamato a uno sforzo maggiorato con il compressore che deve girare più a lungo al limite di 150 mila giri di rotazione massima, per evitare una perdita di potenza che sui motori aspirati arrivava oltre il 20% e che, invece, grazie al turbo si può compensare quasi totalmente.
Ferrari SF90: si lavora sulla power unit
Photo by: Giorgio Piola
Il circuito di San Paolo è veloce e molto corto (4.309 metri): il motore è impegnato full gas per il 70% del giro, ma l’impianto ibrido non è in grado di assicurare grandi valori di ricarica elettrica sia per la brevità del giro (il record è di Lewis Hamilton in 1’07”281 è stato ottenuto nel 2018 con la Mercedes W09), sia per la presenza di solo due curve lente, come accade anche Montreal, Red Bull Ring e Monza.
La MGU-K in frenata può recuperare 743 kJ, mentre la MGU-H in accelerazione garantisce 2.488 kJ per un totale di 3.231 kJ, un valore che è tra i più bassi dell’intero campionato ma che permetterà di mettere in evidenza chi saprà trarre maggiore efficienza dall’impianto ibrido.
Stephanie Travers, ingegnere Petronas nel laboratorio mobile ai GP
Photo by: Petronas Motorsports
Siccome il consumo di carburante non è critico (secondo la simulazione Marelli bastano 103 kg di benzina dei 110 concessi dai regolamenti per concludere il GP), e il circuito è poco sensibile alle variazioni di peso (10 kg in meno valgono solo un decimo di secondo in meno, mentre a Barcellona, tanto per fare un confronto la differenza diventa di tre decimi!), i team eviteranno di partire con meno carburante del necessario per poi dover ricorrere alla guida lift and coast per rientrare nei parametri.
È più facile che brucino un certo quantitativo di benzina per recuperare dell’energia elettrica dalla MGU-H per generare potenza (in un giro si guadagnano 0”19 con 10 cavalli in più).
La pista brasiliana (con 5 curve a destra e 10 a sinistra) ha un’elevata velocità media (circa 230 km/h) per cui è consigliato un assetto aerodinamico medio.
L’ala mobile aperta è capace di assicurare una velocità di 15 km/h in più sul rettilineo del traguardo (1.240 metri) che si percorre in 14”5 a pieno regime e 12 km/h sul rettifilo opposto che è di 820 metri e si copre in 10”0. Alla speed trap si dovrebbero raggiungere in assetto da qualifica i 349 km/h.
L’efficienza aerodinamica paga: sarà importante trovare un buon compromesso fra una vettura il più scarica possibile che dovrà cedere qualcosa alla resistenza all’avanzamento per garantirsi un buon raffreddamento degli impianti con il 17% di portata d’aria in meno.
Questo discorso vale sia per il motore che per i freni. Ci sono solo tre staccate impegnative (Curva 1, 4 e 6), ma è al fondo del rettilineo dei box che si registra una decelerazione di 5,3 g di picco.
Interlagos non è selettivo per la trasmissione, ma è curioso registrare che il rapporto più usato è l’ottava marcia (29% del giro), seguita dalla terza (18%). Per completare il GP sono necessari 2.840 passaggi di marcia.
Set selezionati per il GP del Brasile
Photo by: Pirelli
La Pirelli per il 20esimo e penultimo appuntamento stagionale ha scelto le gomme dalla mescola più dura (C1, 2 e 3) ripetendo le combinazioni già viste in Bahrain, Spagna, Gran Bretagna, Belgio e Giappone.
In partenza la distanza con la prima staccata è breve: solo 205 metri, per cui conterà moltissimo il modo in cui i piloti sapranno gestire il rilascio della frizione. La gara quasi sicuramente si effettuerà con un solo pit stop: la pit lane lunga 392 si percorre in 17”6 alla velocità limite di 80 km/h. Ma non si perde molto tempo in corsia box per cui c’è chi potrebbe azzardare anche una strategia diversa…
Jean-Pierre Jabouille, Renault RE20, lotta con Gilles Villeneuve, Ferrari 312T5, e Didier Pironi, Ligier JS11/15 Ford, al GP del Brasile del 1981
Photo by: Motorsport Images
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