F1 | Serve lo show della pista, perché non basta il marketing
Il dominio delle due Red Bull in Bahrain ha tolto spettacolo alla gara: c'è già chi pronostica l'assegnazione del titolo a Verstappen già a Singapore, ma non fasciamoci la testa perché l'imprevedibilità della F1 ci ha offerto spettacoli straordinari come la sfida durissima del 2021. C'è chi nel paddock commenta: “Promuovere la F1 è come vendere vino pregiati. Di base si sa che il prodotto è buono, ma a incidere ci sono anche le condizioni climatiche, e bisogna mettere in conto che ci saranno annate migliori di altre".
Il post-gara del Gran Premio del Bahrain è stato per lo più all’insegna della preoccupazione. La Formula 1 ha dovuto prendere atto di essere pur sempre uno sport, e come tale un contesto ad alto tasso di imprevedibilità, una variabile che non fa parte dello showbiz a cui è stata spesso accostata negli ultimi tempi.
Il timore di Liberty Media, dei promotor che ospiteranno le prossime ventidue gare in calendario e degli stessi media, è che il 2023 possa diventare una lunga processione marchiata Red Bull. Non è una certezza, perché essendo uno sport la Formula 1 ha visto in un passato (anche recente) che le gerarchie di inizio anno non erano quelle riportate nelle classifiche finali.
L’uno-due di Verstappen e Perez è però di quelli che fanno paura, agli avversari e a chi ha promesso un campionato avvincente e combattuto, possibilmente fino ad Abu Dhabi. Domenica sera, sull’onda del pessimismo, c’era chi scommetteva già sui festeggiamenti del terzo titolo mondiale di Max al termine del Gran Premio di Singapore.
Max Verstappen e Sergio Perez con le Red Bull RB19: primo e secondo in Bahrain
Photo by: Red Bull Content Pool
Questo momento è utile però a riportare le varie strutture che operano in Formula 1 nei loro ruoli. Negli ultimi due anni si sono celebrate tante realtà come artefici del boom che sta vivendo il ‘Circus’, dalla popolare serie Drive to Survive, al regolamento budget cap, all’apertura sui social, e via dicendo. Ma il più grande spot che ha contribuito a portare sulla Formula 1 un interesse senza precedenti è stato il mondiale 2021.
Il dualismo feroce tra Hamilton e Verstappen, la sfida tra Red Bull e Mercedes sia in pista che fuori, sono stati il copione perfetto per riconquistare vecchi appassionati e soprattutto per crearne di nuovi.
Il resto è una cassa di risonanza, utilissima, ma che nulla può se manca la ciccia da proporre in varie salse. Domenica sera la Formula 1 ha preso atto che non c’è nessuno che può creare lo show se non la pista, ed in mancanza dell’adrenalina che solo la sfida sportiva può garantire, i maghi del marketing e dei social possono fare ben poco.
Max Verstappen con Fernando Alonso e Sergio Perez festeggiano sul podio: la F1 è come il buon vino dipende dall'annata
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Ci può essere qualche aspetto salutare nel riportare tutti con i piedi per terra, e ricordare che la Formula 1 non è Drive to Survive, anche se c’è chi lo vorrebbe. Durante il volo di ritorno dal Bahrain, un addetto ai lavori commentava così la situazione attuale:
“Promuovere la Formula 1 è un po' come vendere vino di ottimi vigneti. Di base si sa che il prodotto è buono, ma a incidere sull'annata ci sono le condizioni climatiche, l'alternanza di sole e pioggia che sono cruciali per l’equilibrio delle piante, e bisogna mettere in conto che ci saranno annate migliori di altre".
"Lo stesso vale per la Formula 1, non è uno spettacolo teatrale con un suo copione scritto, è uno sport, e per fortuna non è prevedibile ciò che accadrà, nel bene e nel male. Ciò che abbiamo visto nel 2021 è stato qualcosa di straordinario, che sarà ricordato per molto tempo, ma non sarà mai la regola”.
C’è però una via di mezzo tra le emozioni che ha regalato la stagione 2021 e un mondiale reso monotono da una superiorità tecnica. È vero che quanto visto domenica a Sakhir ha annichilito la concorrenza, ma proprio perché la Formula 1 è uno sport non bisogna trarre conclusioni affrettate.
Le risposte arriveranno da Jeddah, Melbourne e Baku. Anche ai maghi delle strategie di comunicazione toccherà aspettare ciò che dirà la pista, l’unica sede accreditata a scrivere i copioni nel motorsport.
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