Gastaldi: "Dobbiamo aiutare di più i promoter locali"
Per l'Argentino è fondamentale abbandonare l'atteggiamento da primadonna e diventare tutti più accessibili
Federico Gastaldi, Lotus F1 Team Vice Team Principal con Pastor Maldonado, Lotus F1 Team
XPB Images
Le squadre di Formula 1 devono aiutare i promoter locali a rilanciare l'immagine del Circus, rendendolo un ambiente più accessibile agli appassionati. E' questo il pensiero di Federico Gastaldi, oggi al muretto della Lotus, ma con un passato da organizzatore del Gp d'Argentina. Quindi uno che ha visto entrambi i lati della barricata e che pensa che sia fondamentale un maggior dialogo.
"E' fin dall'inizio dell'anno che parliamo di cosa fare per migliorare lo spettacolo ed è colpa nostra se non è stato fatto ancora nulla. Abbiamo avanzato tante proposte ma, per un motivo o per l'altro, non siamo stati in grado di portarle avanti. Bernie continua ad invitarci ad essere più aperti e in agenda ci sono davvero tanti punti da toccare, ma ce ne sono anche alcuni che possono essere migliorati senza spendere soldi" ha raccontato l'argentino a Motorsport.com.
Secondo lui, è fondamentale impostare un atteggiamento di maggior apertura ed accessibilità: "Per esempio dobbiamo cercare di essere più accessibili. I piloti ed il managemente delle squadre dovrebbe essere più aperto con i giornalisti e con le televisioni, inoltre dovremmo dare ai tifosi la possibilità di avvicinarsi di più ai piloti. Non voglio puntare il dito contro qualcuno, ma siamo diventati delle primedonne nel paddock, penso che abbiamo bisogno di essere più aperti ed aiutare Mister E ad avvicinare lo spettacolo ai fani. Spetta a tutti noi, è una nostra responsabilità. Perché se non aiutiamo i promoter non potremmo più essere qui. Se non esistono i promoter degli eventi, non può esserci la Formula 1".
La sua convinzione è che ne va del futuro della Formula 1, perché bisogna renderla interessante per le nuove generazioni: "Io sono stato un promoter in Argentina e in quel caso siamo stati molto fortunati, perché abbiamo avuto sempre il tutto esaurito. Ho imparato molto da quell'esperienza, inoltre con i miei fratelli abbiamo curato anche la promozione della MotoGp. Quando sono passato dall'altro lato della barricata la situazione era diversa. La Formula 1 andava molto bene, quindi i promoter non avevano bisogno di aiuto. Ora ci sono tante altre opzioni: si possono attirare i giovani con i social media. Ma è fondamentale che ci rendiamo utili per aiutare i promoter".
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