F1: scopriamo perché è complicato costruire il calendario
Liberty Media aveva ufficializzato un calendario 2021 record con 23 GP, ma in piena pandemia da Coronavirus si stanno cambiando i piani: l'Australia è stata posticipata in novembre e la Cina cancellata. Ci sono dubbi sui circuiti cittadini (Monaco, Azerbaijan e Canada). L'obiettivo di arrivare a disputare 18 o 19 GP, nella speranza che nella seconda parte dell'anno si possa aprire al pubblico. Ma ci sono tante difficoltà da superare: proviamo a capire...

La Formula 1 sta monitorando l’andamento della pandemia e dovrà essere molto flessibile nel costruire un calendario che permetta la disputa di una stagione regolare, tenendo conto della diffusione del virus che non accenna a rallentare.
In attesa che la campagna di vaccinazione cominci a dare dei risultati tangibili è evidente che ci vuole molta prudenza nel costruire gli appuntamenti 2021, tenendo conto dell’esperienza maturata la scorsa stagione.
Liberty Media aveva ufficializzato un calendario di 23 gare, che sarebbe stato record per la storia della F1, ma non è un segreto per nessuno sapere che l’elenco comprendesse i GP che avevano un regolare contratto con il promotore.
Questo era un atto dovuto agli organizzatori che hanno sottoscritto un contratto pluriennale, ma era evidente a tutti che si trattava di un calendario di facciata a tutela degli accordi sottoscritti, ma che non sarebbe stato aderente con quello che un po’ alla volta verrà costruito.
Anzi, ci stupisce che ci sia chi si è lamentato per la pubblicazione di questo elenco, sostenendo che ci sarebbe chi avrebbe fatto prenotazioni di viaggi e alberghi, esponendosi con delle spese. Ebbene chi l’avesse fatto sarebbe un vero allocco, come se vivesse al di fuori di quella che è la realtà pandemica.
Non dobbiamo aspettarci una stagione con 23 Gran Premi, ma sarà un grande successo se ne verranno disputati uno o due in più del 2020, vale a dire 18 o 19 GP. Abbiamo già assistito alla cancellazione del GP della Cina e allo spostamento a fine stagione di quello d’Australia (21 novembre).
Ma dovremo essere flessibili nell’accettare diversi cambiamenti di date: abbiamo assistito all’inserimento del GP dell’Emilia Romagna a Imola per il 18 aprile che aprirà ufficialmente la stagione europea dopo il debutto nel GP del Bahrain che avverrà il 28 marzo.
È attesa anche l’ufficializzazione del ritorno del Circus in Portogallo e la data di Portimao potrebbe essere quel 2 maggio che non è stata ancora assegnata. Alla luce di quanto andiamo analizzando, appare evidente che sono a rischio le tre gare che si disputano su un tracciato cittadino e parliamo di Monaco, Azerbaijan e Canada, tre appuntamenti che sono in fila uno dopo l’altro a seguito del GP di Spagna che è confermato.
Nel Principato stanno valutando se effettuare il GP anche a porte chiuse: a Monte Carlo hanno il vantaggio di non dover riconoscere alcun pagamento a Liberty Media per la disputa della gara, ma devono sostenere i costi di allestimento del circuito in un momento in cui non sembra essersi allentata la morsa del Coronavirus. Una decisione dovrà essere presa a fine mese…
Intanto si ricomincia a parlare di Germania (Nurburgring) e Turchia (Istanbul Park), non del Mugello, almeno per ora, ma si sappia che il bonus richiesto agli organizzatori da Liberty Media non sarà lo stesso dello scorso anno e lo sanno bene all’Enzo e Dino Ferrari dove il fee non sarà low cost come nel 2020. E le cifre varieranno in funzione del fatto che il GP si possa disputare a porte chiuse o parzialmente con il pubblico.
La FOM lo scorso anno ha rinunciato, suo malgrado, a importanti ricavi (fee degli organizzatori, paddock club e iniziative speciali, oltre alla riduzione dei proventi dai diritti televisi che sno stati ridiscussi), abbassando di conseguenza i premi da erogare alle squadre, ma quest'anno dovrà trovare una sostenibilità economica per non mettere a rischio la liquidità del promotore.
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