F1 | Salire sul... carro della protesta quando si ha torto
La FIA ha aperto un inchiesta per capire come mai ci fosse un mezzo di sicurezza in pista, mentre transitava l'AlphaTauri di Pierre Gasly. Il francese è rientrato ai box molto agitato, ricordando quanto era accaduto a Jules BIanchi in circostanze analoghe, ma peccato cheguidato a 251 km/h mentre era stata esposta la bandiera rossa, cercando rischi che i piloti dovrebbero evitare accuratamente. Per questo è stato penalizzato di venti secondi.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Molti piloti, ed anche qualche team principal, hanno criticato la gestione dei primi giri del Gran Premio del Giappone. Su tutti Pierre Gasly, tornato ai box letteralmente furioso dopo l’esposizione della bandiera rossa nel corso del secondo giro di gara.
Il pilota dell’AlphaTauri si è ritrovato in pista a transitare alla curva 12 mentre era presente in pista un trattore intento a rimuovere la monoposto di Carlos Sainz ferma contro le barriere esterne.
Una situazione che ha riportato alla mentre il drammatico incidente avvenuto nel 2014 a Jules Bianchi. “Abbiamo perso Jules otto anni fa in condizioni simili – ha tuonato Gasly – proprio con un trattore in pista. Non capisco come otto anni dopo, in condizioni simili, si possa vedere ancora una situazione del genere, non è rispettoso nei confronti di Jules, della sua famiglia, dei suoi cari e di tutti noi. Se avessi perso la macchina in modo simile a Carlos sarei morto, sono estremamente grato di essere ancora in piedi e di poter chiamare ancora la mia famiglia stasera. Per il bene di tutti noi piloti spero che questa sia stata l'ultima volta in cui vediamo un trattore in pista mentre corriamo”.
Pierre Gasly, Scuderia AlphaTauri, corre lungo la corsia dei box
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
L’impatto emotivo è stato forte, ed è comprensibile che per Gasly non sia stato semplice ritrovarsi in una situazione simile.
A gara conclusa, e con animi più sereni, quanto avvenuto è stato oggetto di valutazioni da parte del Collegio dei Commissari sportivi, ed è emerso un quadro un po' diverso. Gasly è stato penalizzato di venti secondi sul suo tempo di gara per un eccesso di velocità in regime di bandiera rossa.
“Dopo aver superato la scena dell'incidente – recita il bollettino FIA – la monoposto numero 10 ha proseguito sotto la bandiera rossa a velocità che hanno superato i 200 km/h in più occasioni, e che a un certo punto ha raggiunto i 251 km/h. Il pilota ha ammesso di aver compreso che in pista avrebbero potuto esserci dei commissari o degli ostacoli e di essere stato troppo veloce. Teniamo anche conto dello shock che il pilota ha subito vedendo un trattore sul luogo dell’incidente”.
Pierre Gasly, AlphaTauri AT03
Photo by: Red Bull Content Pool
La polemica è comunque proseguita, per motivi emotivamente comprensibili, ma in questo caso specifico i regolamenti sono molto chiari. Quando una monoposto è ferma a bordo pista e necessità dell’intervento di mezzi di soccorso per essere rimossa, il regolamento (modificato proprio dopo l’incidente di Bianchi) impone il regime di safety car, o in casi più estremi, la bandiera rossa.
Circostanze i cui i piloti sono obbligati a ridurre drasticamente la loro velocità, sia per accodarsi alla vettura di servizio che per rientrare in corsia box. La condotta imposta dalla FIA, qualora rispettata in pieno, dovrebbe scongiurare situazioni di pericolo, considerando che i piloti sono chiamati a tenere una velocità tale da garantirgli di potersi fermarsi in qualunque momento.
Oggi a Suzuka ci sono state due varabili che hanno complicato ulteriormente le condizioni in pista, ovvero la forte pioggia e la scarsa visibilità.
Per questo motivo la FIA ha comunicato che nel consueto briefing che segue ogni weekend di gara sarà avviata un’analisi approfondita sull’accaduto. “Sebbene sia prassi normale il recupero di monoposto ferme in pista in condizioni di Safety Car e Bandiera Rossa – recita la comunicazione della Federazione Internazionale - a causa delle circostanze particolari e tenendo anche conto del feedback di un certo numero di piloti, la FIA ha avviato un'analisi approfondita degli eventi che hanno comportato il dispiegamento (in pista) di veicoli di recupero durante il Gran Premio del Giappone. Questo fa parte della pratica comune di debriefing e di analisi di tutti gli incidenti di gara”.
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