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Intervista

Sainz: "In McLaren ho capito che si può crescere in fretta"

Lo spagnolo è molto motivato in attesa del debutto con la Ferrari: "L'obiettivo è aiutare la squadra a far meglio dello scorso anno. In due anni di McLaren ho imparato che si può risalire la china e a Maranello c'è tutto per riuscirci". Carlos è guardingo nel dare spiegazioni sul piccolo crash durante i test Pirelli con le gomme da 18: "Sono sessioni provati e non posso dire molto, ma il primo feeling è stato positivo".

Carlos Sainz Jr., Ferrari

Carlos Sainz Jr., Ferrari

Ferrari

Carlos Sainz è approdato a Maranello e si è già immerso nel magico clima della Ferrari: ha respirato l’aria del mito nel debutto a Fiorano con la SF71H, ha annusato quali sono le potenzialità di un top team come la Scuderia lavorando nella Gestione Sportiva con i tecnici che lo seguiranno nel campionato 2021. E oggi ha avuto modo di scoprire quale possa essere la pressione mediatica per un pilota che guida una Rossa.

Lo spagnolo non è un pivello: a 26 anni ha già sei stagioni di F1 sul groppone e 118 GP nel carniere, per cui non è certo quello che deve fare esperienza, ma per dare il suo massimo avrà bisogno di un minimo periodo di assestamento per assuefarsi alla SF21 e alle metodologie di lavoro della squadra: “Spero di essere al top già al primo GP, ma conto di migliorare sessione dopo sessione, di gara in gara”.

Qual è l’obiettivo minimo del 2021?
“La Ferrari come squadra dovrà fare meglio del risultato ottenuto nel 2020, ma mi piacerebbe vedere anche ridurre il gap dalla Mercedes, per prepararci al 2022, visto che realisticamente sarà la prima opportunità per fare un salto più grande e, quindi, puntare in alto. Ora ci vuole un po’ di pazienza: è il momento di rimanere calmi per creare una buona base per il 2022”.

Se sarai in lotta per essere la terza forza con la Ferrari potresti ritrovarti in battaglia con la McLaren: che effetto ti farà?
“Non mi preoccupo con chi sarò in battaglia quest’anno, se con la McLaren, l’Aston Martin o la Red Bull e la Renault. Quello che sarebbe bello vedere è la Ferrari e la McLaren non tanto lottare per il terzo posto quanto per le posizioni di vertice: sarebbe una cosa molto bella per la F1. Perché penso che quella fra la Red Bull e la Mercedes sarà una sfida bellissima da guardare in televisione, ma non credo che saremo ancora pronti per essere lì con loro. E non m’importa con chi dovremo lottare, l’importante è che saremo in battaglia per il terzo posto”.

Cosa ti sei portato dietro dalla McLaren?
“Ho capito che una squadra che era in difficoltà può crescere in fretta se si lavora duro e se si va nella direzione giusta. Alla Ferrari abbiamo tutto quello che serve per recuperare del terreno il più in fretta possibile, anche se non sarò facile. Dovremo dimostrare di essere squadra. Da quello che ho vissuto in McLaren in due anni molto positivi, credo che ci siano tutte le condizioni per crescere anche qui”.

Cosa ha di speciale Max Verstappen tu che lo hai visto da compagno di squadra? E pensi che la Red Bull possa entrare nella lotta per il mondiale con la Mercedes?
“Non mi piace molto parlare degli altri piloti, però posso dire che Max parla in pista, dove mostra il suo enorme talento. Io ho i ricordi del 2015 quando sono stato il suo compagno di squadra e lo valuto come uno dei migliori attuali. In Red Bull si trova in una situazione molto favorevole: è lì da molti anni per cui si trova in una situazione di stabilità e se gli daranno una buona macchina sarà in lizza per il mondiale”.

Hai detto che vuoi diventare campione del mondo con la Ferrari in cinque anni? Dunque non ti senti un pilota di passaggio a Maranello?
“In una video intervista Charles mi ha chiesto come mi sarei visto fra cinque anni. E io gli ho risposto: campione del mondo. Non so se sarà solo un sogno o se si concretizzerà, ma l’obiettivo di ogni pilota che corre in F1 è laurearsi iridato, altrimenti non avrebbe senso essere nel mondo dei GP. Certo fa piacere gareggiare, sicuramente è bello essere parte di una squadra, ma alla fine ogni pilota ambisce a diventare campione. È per quello che si lavora: si continua a crescere imparando dagli errori che si sono commessi nella speranza di diventare un pilota sempre più forte ogni volta che si torna in pista”.

Nel test Pirelli per lo sviluppo delle gomme da 18 con la Ferrari SF90 a Jerez è vero che hai avuto un incidente?
"I test Pirelli sono privati e quindi, onestamente, è difficile rispondere a questo tipo di domande. Non so se contrattualmente posso dire quanto è accaduto nel test. E se fosse successo qualcosa è stato ben poca cosa".

Lo spagnolo sarebbe stato protagonista di un’uscita al martedì, ma la Rossa è stata regolarmente portata in pista il giorno dopo, sempre con lo spagnolo al volante, per cui non si è trattato di niente di serio.

Qual è il primo giudizio sulle gomme ribassate?
"Si sentono alcune differenze rispetto a oggi e ci sono sicuramente alcune cose ancora da sviluppare, ma i primi segnali e il feeling sono stati relativamente positivi”.

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