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Formula 1 GP di Miami

F1 | Sainz: "Gara difficile, la SF-23 non offre flessibilità in gara"

Lo spagnolo del Cavallino è giunto quinto sul traguardo, dietro non solo l'Aston Martin di Fernando Alonso, ma anche la Mercedes di George Russell. Sulla lunga distanza la SF-23 ha mostrato i limiti evidenziati già in altri appuntamenti, in particolare sul passo: secondo Sainz, ciò è dovuto anche alla scarsa flessibilità della vettura.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Alla vigilia dell’appuntamento di Miami, la speranza della Rossa era quella di confermare quanto di buono si era visto in Azerbaijan, tappa in cui era finalmente giunto il primo podio stagionale. Ma se Baku aveva coperto alcuni punti deboli della monoposto, specie in termini di degrado gomma, il Gran Premio statunitense ha messo nuovamente in mostra i limiti di un progetto che ha ancora bisogno di crescere, abbastanza da chiudere alle spalle non solo dell’Aston Martin, ma anche della Mercedes.

Partito dalla terza casella, dopo una prima parte di gara passata a zona di tiro da Fernando Alonso, Ferrari ha scelto di anticipare la sosta per effettuare un undercut, anche se ciò ha significato uscire nel traffico. Una mossa che in sé ha funzionato, permettendo allo spagnolo della Rossa di sopravanzare il connazionale, ma ha anche fatto sì che l’asturiano dell’Aston Martin potesse allungare il primo stint sprigionando il vero passo della AMR23.

Dopo la sosta, infatti, Alonso non ha impiegato molto a recuperare la posizione persa restando in pista, prendendo poi rapidamente il largo mentre Sainz ha dovuto fare i conti con delle sensazioni lontane dall’ideale, come si è visto anche nel duello con Esteban Ocon, il quale si doveva ancora fermare.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, George Russell, Mercedes F1 W14, Esteban Ocon, Alpine A523

Carlos Sainz, Ferrari SF-23, George Russell, Mercedes F1 W14, Esteban Ocon, Alpine A523

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Da quel momento in poi, Sainz ha faticato a ritrovare il ritmo, venendo sopravanzato anche da George Russell: “Gara difficile, difficile. Sono rimasto un po' sorpreso da quanto abbiamo faticato con le gomme dure dopo un ottimo stint con le medie”, ha spiegato il madrileno dopo la corsa, sottolineando che nel primo stint fosse stato in grado di rimanere negli scarichi di Alonso, per quanto il portacolori dell’Aston Martin abbia poi dimostrato di avere ancora qualcosa nel taschino.

“Abbiamo provato l'undercut su Fernando, che ovviamente ha funzionato, ma ha fatto sì che, spingendo le gomme per tre o quattro giri per l'undercut, per qualche motivo in questo momento con la nostra macchina ha zero flessibilità su quanto possiamo spingere e non spingere. Dovevo rimanere sotto il limite per il resto della gara se volevo arrivare alla fine. Con le condizioni del vento e quando noi facciamo fatica nella gestione delle gomme, quello stint sulla hard è diventato troppo lungo per noi”.

Una SF-23 che fatica sulla lunga distanza, esattamente come si era visto in altri appuntamenti in cui la gestione gomma era risultata centrale ai fini dell’ottenimento di un buon risultato. Sainz ha provato a spiegare i limiti dell’attuale monoposto, sottolineando come quest’ultima abbia poca flessibilità, soprattutto in gara.

“Al momento non riesco a spingere. Soprattutto in gara, non appena spingi per un giro, fai un buon giro veloce e poi il giro successivo sei tre decimi più lento con le gomme che erano molto, molto dure e ciò significa che non abbiamo flessibilità per spingere e che, quindi, dobbiamo solo seguire un certo ritmo per arrivare alla fine. Sono sorpreso perché pensavo che avremmo fatto meglio, ma questa gara ci ha dimostrato che abbiamo ancora del lavoro da fare”.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Photo by: Alexander Trienitz / Motorsport Images

A Imola arriveranno ulteriori aggiornamenti dopo il nuovo fondo e sarà anche un esame per la vettura: "Siamo in una posizione dove dobbiamo provare tante cose, perché non capiamo bene come mai in gara facciamo così tanta fatica. Fino a Barcellona proveremo ancora cose di set-up, a Imola arrivano anche altri aggiornamenti che dovrebbero aiutare, ma per me a Barcellona proveremo a cambiare anche un po' la macchina ed andare in un'altra direzione per vedere se aiuta anche il passo gara".

Seppur non sia giunto il risultato sperato, il weekend dello spagnolo può contare su qualche aspetto positivo sul piano personale, con una prestazione indubbiamente migliore di quella in Azerbaijan, dove era mancata del tutto la fiducia con la vettura.

“Ho lavorato tutto il fine settimana [per trovare maggior fiducia nella monoposto], credo di aver fatto più o meno quello che potevo con la macchina, ma la frustrazione non è tanto per me in questo fine settimana per quello che avrei potuto fare, perché so che a Baku è stato un caso isolato”.

“È stato più per la gara, perché spingere Fernando nel primo stint e poi ritrovarsi 20 secondi dietro nel secondo stint è difficile da accettare e dimostra che abbiamo molto lavoro da fare sulla gestione delle gomme e sul ritmo di gara”, ha raccontato il pilota del Cavallino.

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