F1 | Sainz: "Baku pista adatta alla Ferrari: possiamo fare bene"
Lo spagnolo è ottimista dopo il successo della Scuderia a Monza. Carlos ricorda le ultime tre pole azere di Leclerc e si aspetta una SF-24 competitiva in Azerbaijan e Singapore: "Abbiamo una buona opportunità per vincere un'altra gara o per salire sul podio. Poi, se ad Austin la rossa sarà come a Zandvoort, dovremo rivedere i nostri obiettivi".
Carlos Sainz, Ferrari
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
Carlos Sainz è ottimista. Lo spagnolo, sempre molto preciso nelle sue analisi, parla del weekend in Azerbaijan e non vuole spingersi oltre. Le possibilità di disputare a Baku un buon fine settimana secondo Sainz ci sono tutte. “Credo che sia una pista sulla quale la nostra macchina si dovrebbe adattare bene, anche in passato qui siamo stato performanti. Le ultime tre pole le ha conquistate Charles, sappiamo che lui è un esperto su questo tracciato ma anche la nostra monoposto è adatta a queste curve a bassa velocità di 90 gradi".
"Abbiamo avuto buoni riscontri anche lo scorso anno, a Las Vegas come a Singapore, piste molto simili a Baku. Quindi, sì, potremo avere una buona opportunità per vincere un'altra gara o per salire sul podio. Poi, se quando torneremo ad Austin la monoposto sarà come a Zandvoort, allora dovremo rivedere i nostri obiettivi. Ma credo che il giusto approccio sia andare gara per gara, quando diverse squadre sono racchiuse in uno o due decimi è davvero impossibile prevedere dove sarai”.
Carlos Sainz, Ferrari SF-24
Foto di: Ferrari
Sainz è tornato anche su Monza e su una strategia di gara che, analizzata a posteriori, non lo ha aiutato.
“Ho perso un bel po' di tempo estendendo il primo stint, ma è stato fatto perché ero già sulla strategia ad una sosta. Lui (Leclerc) era probabilmente su una doppia sosta, ha spinto di più e poi è riuscito a ripulire la gomma dalla grana pima di me, ed a quel punto è emerso che si poteva completare la corsa con una sola sosta. Ma alla fine, è stato comunque importante vincere la gara con Charles, da parte mia l'ho potuto aiutare tenendo un po' indietro le McLaren".
"Portare a casa una vittoria in Italia per la squadra è una cosa incredibile, c’è felicità ma anche motivazione, perché ti lascia qualcosa dentro per il resto dell'anno. Ovviamente ci sono anche punti preziosi per la classifica Costruttori, oggi non sappiamo quante possibilità avremo perché, come dicevo, sarà cruciale vedere come si comporterà la monoposto sui circuiti permanenti, ma credo che a Baku, Singapore, Las Vegas e forse anche in Messico, dovremmo avere una monoposto competitiva”.
Le possibilità in chiave mondiale che la Ferrari ha ancora saldamente in mano, secondo Carlos sono legate alla crescita della squadra...
“Se analizziamo l’andamento della stagione abbiamo avuto un buon primo terzo di campionato, poi dopo Monaco siamo entrati in una fase più problematica. Ma proprio in questa fase la squadra ha confermato quanto sia cresciuta in termini di lavoro, siamo riusciti ad ottimizzare al massimo quello cha avevamo a disposizione e questo ci ha tenuti in lotta".
"Anche noi piloti siamo stati sempre molto costanti, ci siamo aiutati a vicenda e nel complesso tutta la squadra è sempre stata molto unita. Questo ci ha permesso di avere una buona gestione delle gare anche in weekend difficili. Ora siamo nell’ultimo terzo di stagione, vedremo se riusciremo a confermare le performance di Monza”.
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Foto di: Giorgio Piola
Uno degli argomenti di cui si parla nel paddock alla vigilia del weekend riguarda gli exploit di George Russell a Spa e di Leclerc a Monza, entrambi vincitori con una solo sosta al termine di una gara che alla vigilia era indicata tassativamente con due pit-stop. Cosa sta mettendo in dubbio strategie che sembravano consolidate?
“Credo che la difficoltà principale risieda nelle diverse tipologie di asfalto che variano da pista a pista. Ad esempio, il modo in cui reagisce la gomma in Bahrain non ha nulla a che vedere con il modo in cui reagisce su una superficie nuova come Spa o Monza. E alla fine bisogna ricordare che prima della gara non possiamo fare molto di più di una decina di giri in FP2, quando uno stint in gara è mediamente di trenta. Quindi tutti andiamo alla cieca, ed anche Monza non dico che sia stata una questione di fortuna, ma non potevamo sapere come avrebbe reagito la gomma, c’era il rischio che le performance crollassero al giro 20, 25 o 30".
"Non facciamo test, le poche prove sono i Bahrain che ha condizioni molto atipiche, quindi, c’è sempre un po' di azzardo. Abbiamo rischiato, ci siamo presi un rischio (il riferimento è alla gara di Monza) non avevamo niente da perdere facendo una sosta, sapevamo che saremmo comunque arrivati in terzi e quarti ma se fossimo rimasti in pista ci sarebbe stata la possibilità di vincere a Monza. Abbiamo fatto quel tentativo e abbiamo vinto. E forse la McLaren avrebbe potuto fare lo stesso con una delle due macchine e coprirci, ma non l'hanno fatto…”.
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