F1 | Russell critico: "Lavorare con la FIA è una sfida"
Nonostante una bella prima parte di gara, in cui era stato in grado di prendere la testa della corsa dopo lo spegnimento dei semafori, George Russell ha concluso il GP d'Australia con uno zero sul tabellino per un problema tecnico. Al netto della delusione, l'inglese ha criticato l'atteggiamento della FIA sull'esposizione della bandiere rosse, a suo avviso non necessarie.
Uno scatto fulminante, una prima parte in testa e uno zero a referto. La domenica di George Russell è stata un rollercoaster di emozioni, tra l’entusiasmo per un avvio in cui è stato in grado di soffiare la testa della gara a Max Verstappen e la delusione per il ritiro dovuto a un inconveniente di natura tecnica.
Dopo essere passato in prima posizione allo spegnimento dei sorpassi, l’inglese ha comandato la corsa con autorità davanti a Hamilton, il quale era stato a sua volta in grado di sopravanzare il due volte campione del mondo della Red Bull. Nei primi giri, fornendo la scia al proprio compagno di casacca, i due alfieri della Stella sono stati in grado di contenere gli attacchi di Verstappen, il quale era comunque certo di avere una vettura che gli avrebbe permesso di sferrare l’affondo decisivo in una fase successiva della corsa.
L’entrata della Safety Car per l’incidente che aveva suo malgrado vista protagonista Alex Albon aveva tuttavia cambiato i piani, spingendo gli ingegneri Mercedes a un cambio di strategia. Al fine di sfruttare il vantaggio dato dalla vettura di sicurezza in termini di tempo necessario per la sosta e il ricompattamento del gruppo, i tecnici della squadra di Brackley avevano infatti deciso di richiamare ai box Russell al fine di montare un set di gomme hard con cui avrebbe potuto giungere fino alla bandiera a scacchi.
Per quanto tutti i piloti abbiano mantenuto un ritmo tutto sommato alto nella seconda parte della corsa per essere certi di arrivare al traguardo senza problemi, il degrado ridotto garantito dall’asfalto poco abrasivo di Melbourne permetteva strategie particolari.
A compromettere la gara dell’inglese è stata però la decisione della direzione gara di esporre la bandiera rossa per ripulire la pista dalla ghiaia lasciata sul tracciato da Albon, rendendo di fatto inutile il pit stop completato solo pochi minuti prima da Russell.
Una interruzione che, per quanto dovuta alla necessità di far entrare dei mezzi pesanti per la pulizia, il pilota della casa tedesca ha duramente criticato: “La bandiera rossa non era assolutamente necessaria. Ovviamente c'era un bel po' di ghiaia sulla pista, ma la linea di gara era pulita. Abbiamo visto cose ben peggiori in passato”
Un marshall sventola la bandiera rossa
Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images
“Ricorda un po' la decisione della scorsa settimana in Arabia Saudita di far uscire la Safety Car quando la macchina [di Stroll] era completamente fuori pista. Quindi non so bene cosa stia succedendo con alcune decisioni al momento. Stiamo tutti cercando di lavorare insieme alla FIA per migliorare le cose, ma sembra una sfida”, ha spiegato Russell.
Oltre alla questione della bandiera rossa, l’inglese ha voluto anche sottolineare l’indecisione del direttore di gara nella gestione del passaggio tra la Safety Car e la sospensione della gara, che a suo avviso ha richiesto troppo tempo. Secondo Russell, una delle possibili soluzioni sarebbe quella di chiudere l’entrata della pit lane, in modo che nessuno ne esca svantaggiato: “Quando si tratta di una bandiera rossa, la decisione deve essere presa. Se si tratta di una bandiera rossa, deve essere chiaro che si tratta di una bandiera rossa e che deve essere presa una decisione...”
Il tempo necessario per passare dalla Safety Car alla bandiera rossa è stato troppo lungo. L'incidente è stato mostrato molto rapidamente”, ha spiegato il britannico in merito alla prima interruzione.
La Safety Car George Russell, Mercedes F1 W14
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
“Non sono sicuro, ad essere onesti, di cosa si possa fare per migliorare una situazione del genere. E forse, se si sta pensando di esporre la bandiera rossa, è necessario chiudere l'ingresso ai box per un giro mentre la Safety Car è fuori, in modo da poter valutare. E se si tratta solo di una Safety Car, allora la riaprono. Non lo so. Ma non possiamo prendere decisioni avventate che compromettono la gara”.
Per quanto dopo la sosta fosse chiaramente finito nel gruppone, l’inglese è certo che quella mossa lo avrebbe potuto mettere nelle condizioni di giocarsi la vittoria. Dopo la ripartenza, infatti, Verstappen avrebbe dovuto comunque duellare con Hamilton prima di tentare di prendere il largo, dando così la possibilità a Russell di iniziare la sua rimonta.
“[Quando ho visto la bandiera rossa ho provato] Frustrazione e delusione, perché su una pista come questa non si può sorpassare dopo il pitstop. Ho visto Max e Lewis non rientrare ai box. Sono rimasto molto sorpreso, a dire il vero. Quando sono uscito in settima posizione con le gomme nuove, loro erano davanti. Ho pensato: la gara è nostra adesso. Non vedo perché non avremmo potuto vincere la gara oggi. Max avrebbe ovviamente dovuto passare anche Lewis, ma la gara avrebbe potuta essere la nostra”.
George Russell, Mercedes F1 W14
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Sfortunatamente, a mettere definitivamente fuorigioco Russell da qualsiasi ambizione di lotta per il podio è stato un problema alla Power Unit, il quale lo ha costretto a parcheggiare la vettura sul rettilineo principale. Al netto dell’inconveniente, Russell è comunque soddisfatto di quanto mostrato dalla Mercedes durante il weekend, per quanto comunque si attendano aggiornamenti più concreti che possano far fare un salto di qualità alla W14.
“Onestamente, dal punto di vista complessivo della squadra, mi è sembrato che il weekend in Arabia Saudita sia stato probabilmente alla pari con il mio miglior weekend di gara in F1, probabilmente in Brasile l'anno scorso. Anche questo fine settimana è stato lo stesso, mi sentivo davvero a mio agio in macchina. La squadra mi sta dando gli strumenti giusti e stiamo facendo un buon lavoro di messa a punto. Sento che non c'è nulla che possiamo fare di più”.
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