F1 | Ricciardo irriconoscibile: ecco i motivi del suo malessere
Daniel Ricciardo ha iniziato la stagione 2024 in sordina. Problemi d'assetto, pensieri, ma anche un ambiente, quello di Racing Bulls, in piena confusione dopo l'aumentata sinergia con Red Bull e le opportunità sempre minori di tornare pilota di Milton Keynes.
Racing Bulls s'è scrollata di dosso le prime, grandi critiche di inizio stagione portando a casa i primi punti con Yuki Tsunoda al Gran Premio d'Australia, ma a Faenza c'è un caso che tiene banco ed è quello che coinvolge Daniel Ricciardo.
Il pilota australiano sembra lontano parente di quello ammirato nella seconda parte del 2023, una volta rientrato dall'infortunio alla mano patito a Zandvoort. Questo suo basso stato di forma ha innescato diverse voci sul suo presente. Alcune di queste lo vorrebbero addirittura fuori dal team qualora non riuscisse a fare risultati nel corso delle prossime 2 gare.
Laurent Mekies e Peter Bayer, rispettivamente team principal e amministratore delegato di Racing Bulls, hanno smentito queste voci e, anzi, hanno cercato di fare quadrato attorno al loro pilota, affermando che dovrà essere il team ad aiutarlo per avere un assetto più consono alle sue esigenze.
"La verità è che abbiamo bisogno di dare a Daniel una monoposto più vicina alle sue preferenze", ha dichiarato Mekies ai microfoni di Motorsport.com. "Yuki, invece, in Australia ha avuto una monoposto già molto vicina a ciò che chiede sin dalle Libere 1".
"Probabilmente con Daniel abbiamo raggiunto un buon livello solo nelle qualifiche e da lì dobbiamo ripartire. Da quello che abbiamo visto in gara, Daniel è stato capace di avere un buon passo. E' stato veloce come i piloti che hanno preso gli ultimi punti, dunque avrebbe lottato per i punti se avesse avuto una posizione di partenza decente".
"Questa e un'altra nota positiva che possiamo portare a casa, ovvero che Daniel è stato in grado di mettere insieme una gara molto competitiva, anche se è partito dalle retrovie".
L'amministratore delegato di Racing Bull, Peter Bayer, è del medesimo avviso di Mekies: "Credo che Daniel abbia interpretato male i dati. Abbiamo dato un'occhiata con lui per capire".
"Detto questo, portiamo a casa le cose positive che ci ha mostrato. Ad esempio, in qualifica ha fatto vedere cose molto buone. Penso che se avesse fatto il bel giro in Q1 (poi cancellato per track limits, ndr) già al venerdì, poi avrebbe potuto costruire il suo weekend in maniera differente".
Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, e Daniel Ricciardo, Visa Cash App RB F1 Team
Foto di: Mark Sutton
"Onestamente sono sicuro che in qualifica sarebbe stato in Top 10. Dunque è un aspetto positivo che ci teniamo stretto e che portiamo a casa dall'Australia. In gara non è stato facile, perché Melbourne non è una pista facile in cui fare sorpassi. Onestamente ha fatto un bel lavoro, solido. Sappiamo che possiamo costruire partendo da ciò che ha fatto in Australia".
Se i vertici del team faentino vedono le difficoltà di Ricciardo legate prevalentemente all'aspetto tecnico e di confidenza con la VCARB 01, Helmut Marko pensa invece che i problemi dell'australiano siano molto differenti.
Secondo il super consulente della Red Bull, i problemi di Daniel arriverebbero direttamente da lui stesso. "Le difficoltà di Daniel? E' qualcosa di mentale, perché lui ha dato prova in passato di essere un pilota veloce. A volte queste cose succedono".
"Abbiamo ripreso Daniel perché pensavamo che potesse trovare la sua vecchia forma, dunque lui potrebbe essere uno dei candidati al sedile della Red Bull per la prossima stagione, ma al momento sta faticando e speriamo che possa trovare la sua forma. Ma per ottenere ciò che cerca deve battere Tsunoda, e non è così semplice".
Due visioni molto diverse, dunque. Spesso, però, la verità sta nel mezzo. Ricciardo ha sicuramente faticato a trovare un assetto consono alle sue esigenze nelle prime tre uscite della stagione, ma anche a livello mentale potrebbe non essere così libero come invece lo è stato nella seconda parte della passata stagione.
Stando a quanto appreso da Motorsport.com, l'australiano non ha gradito la situazione che da qualche mese a questa parte imperversa a Faenza, con il team strettamente legato a Red Bull Racing e una mancanza di chiarezza su chi in realtà detta le scelte della squadra italo-austriaca dopo la partenza di Franz Tost e l'arrivo del binomio formato da Peter Bayer e Laurent Mekies.
Bayer, ex segretario generale della FIA, è un uomo Red Bull mandato in Racing Bulls per essere il tramite tra la squadra che controlla e quella controllata. Mekies lavora e dirige il team nel corso dei fine settimana di gara, ma a Faenza le direttive arrivano da Milton Keynes, frutto anche della maggiore sinergia tra le due squadre annunciata da diversi mesi e ora in fase di potenziamento con il passaggio - tra gli altri - di aerodinamici dalla struttura di Bicester a quella di Milton Keynes.
Un'incertezza che non intacca Tsunoda, ma che dall'inizio 2024 crea più di un pensiero al 34enne di Perth. Se vorrà davvero tornare in Red Bull, però, dovrà mettere da parte i suoi malumori e il suo disagio, tornando a fare quello che, a sprazzi, ha fatto vedere nel 2023. L'aspetto che più potrebbe incidere in questa vicenda è però legato alla volontà del team di Milton Keynes: a oggi Horner non ha fretta di decidere chi sarà il nuovo compagno di squadra di Max Verstappen nella prossima stagione.
Al momento Max gradisce Perez (come potrebbe essere altrimenti?), perché impossibilitato a dargli fastidio nella lotta al titolo ma veloce quanto basta a garantire i punti necessari per vincere il Mondiale Costruttori. Il team sta valutando anche Carlos Sainz, in uscita dalla Ferrari a fine anno. Questo fa ben capire come per Ricciardo la strada che porta al Red Bull Technology Centre sia non solo in salita, ma a oggi estremamente lontana...
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