Renault: niente appello alla squalifica del GP del Giappone
La squadra di Enstone ha deciso di non ricorrere alla Corte Internazionale d'Appello della FIA per l'esclusione di Ricciardo e Hulkenberg dal GP di Suzuka, accettando il benevolo giudizio dei commissari sportivi.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
La Renault ha deciso di non presentare appello alla squalifica delle due monoposto dal Gran Premio del Giappone per il ripartitore di frenata automatico che, giustamente, è stato giudicato irregolare dalla FIA.
Alla Casa francese sono stati tolti il sesto posto di Daniel Ricciardo e il mono di Nico Hulkenberg per effetto del reclamo presentato a Suzuka dalla Racing Point: il team di Silverstone ha potuto presentare una protesta di 12 pagine perché un ex dipendente Renault haa spifferato come funzionava il sistema.
L'aspetto curioso è che dopo l'indagine dei tecnici federali il dispositivo della Renault sarebbe risultato conforme alle regole tecniche di F1, ma le vetture sono state tolte di classifica perché non ottemperavano al Regolamento Sportivo, dal momento che i piloti non dovevano intervenire per regolare la ripartizione di frenata e, quindi, hanno considerato il sistema un aiuto alla guida non concesso dalle norme.
La Renault ha avuto tempo fino a giovedì mattina del Messico per decidere se interporre appello, ma alla fine alla Casa francese va bene così perché il provvedimento poteva essere molto più duro di quello che è stato sentenziato dal collegio dei commissari sportivi del GP del Giappone.
La Renault inizialmente aveva lasciato intendere che la pena inflitta era esagerata se paragonata ad analoghi provvedimenti recenti (i 30 secondi inflitti alle Alfa Romeo nel GP di Germania), ma poi ha pensato bene di lasciar perdere evitando di andare alla Corte Internazionale d'Appello dove la sanzione avrebbe potuto diventare più pesante.
La sensazione è che si voglia mettere un coperchio su una situazione che ha messo in serio inbarazzo un marchio prestigioso come la Renault, sfiorato dal rischio di una sanzione per frode sportiva. Al tentativo di derubricare il provvedimento alla stregua di quanto era stato comminato all'Alfa Romeo per ridurre la portata mediatica della squalifica, ha fatto seguito un atteggiamento più realista che ha portato gli uomini di Abiteboul a chiudere l'inglorioso episodio.
"Poiché non abbiamo nuove prove da fornire - spiega la Renaul - oltre a quelle già prodotte per dimostrare la legalità del nostro sistema, non desideriamo investire ulteriore tempo e sforzi in un dibattito sterile di fronte alla Corte Internazionale di Appello in merito al giudizio soggettivo, che ha prodotto la sanzione, relativa al fatto che un aiuto alla guida riduce il carico di lavoro del pilota senza migliorare le prestazioni della vettura, abbiamo quindi deciso di non appellarci alla decisione dei Commissari".
La Renault ha aggiunto che, nonostante il suo sistema sia stato dichiarato illegale, continuerà a spingere sulle idee innovative per migliorare le prestazioni delle sue monoposto...
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