Regole 2021: la Ferrari fa valere il suo peso politico
Nel meeting di Parigi non ci sarà scontro: Todt otterrà il ritorno delle wing car; i top team otterrano meno vincoli aerodinamici per evitare F1 tutte uguali. La Ferrari blocca le parti standard che generano performance. E due team inglesi bocceranno le mini race del sabato.
Logo Ferrari
Erik Junius
A Place de la Concorde si decide oggi il futuro della F1? Alle 10:00 è iniziato il meeting che deve definire le regole 2021. FIA, FOM, team e rappresentanti della GPDA e Pirelli devono arrivare a un punto di sintesi sulle norme tecniche e sportive che daranno vita alla F1 della prossima generazione di monoposto.
Finalmente i giochi politici, le posizioni tattiche devono lasciare il posto ai fatti, alla concretezza e in questo scenario diventa determinante il ruolo della Ferrari. Mattia Binotto ha lasciato intendere di non voler utilizzare il diritto di veto che la Scuderia può esercitare sulle regole, ma è evidente che il ruolo della squadra del Cavallino sarà determinante nel disegnare uno scenario che incardina il futuro.
Jean Todt è intenzionato a portare avanti il ritorno delle wing car e i top team sono disposti ad accettare questa linea tecnica studiata a lungo dai gruppi di lavoro capitanati da Nikolas Tombazis (FIA) e Pat Symonds (Liberty), ma è evidente che si è tirata la corda fino al punto di rottura e adesso si è arrivati a una situazione di non ritorno.
Avremo le monoposto a effetto suolo che ridurranno sensibilmente l’effetto nocivo sulla scia delle turbolenze generate dalle ruote anteriori, ma ci sarà un maggiore grado di libertà nella definizione delle forme con regole meno prescrittive nel disegno dei canali Venturi ai lati del telaio, trovando un compromesso fra il modello di galleria sviluppato da FIA e FOM e l’ultima proposta di regolamento avanzata dai top team.
Anche se la McLaren spinge pesantemente per far passare il pacchetto elaborato da FIA e FOM con il sostegno di Renault, Alfa Romeo e Williams, il fronte che si è formato a sostegno delle norme finora incardinate appare molto debole, perché la saldatura fra Mercedes, Ferrari e Red Bull è molto più forte e politicamente rilevante.
La Ferrari, quindi, si ritrova al centro della questione e farà valere il suo peso per bloccare le parti standard che si vorrebbero introdurre per ridurre i costi e livellare le prestazioni. La posizione del Cavallino al meeting di Parigi sembra meno radicale che nel recente passato: il no resta su tutte le parti che possono avere un impatto sulle performance.
Tanto per fare degli esempi, niente impianto frenante uguale per tutti, né cerchi di mono-fornitura (l’appalto era stato vinto dalla tedesca BBS), ma non è da escludere l’apertura ad un attrezzatura da pit stop (Paoli?) standard. Magari la concessione non arriverà oggi, ma appare evidente la volontà da ambo le parti di non strappare per soddisfare l’attesa di Liberty Media che al GP degli Stati Uniti di fine mese vuole assolutamente ufficializzare le nuove regole.
Sul piatto non ci sono solo le norme tecniche, ma anche quelle sportive. Ross Brawn spinge per far approvare le tre mini gare di qualificazione del sabato (proposte in Francia, Belgio e Russia) ma a Motorsport.com risulta che ci sia l’opposizione di due squadre inglesi, per cui senza accordo unanime non se ne farà niente.
La F1, insomma, sembra andare verso un buon compromesso, che non dovrebbe snaturare il DNA dei GP, facendo in modo che nessuna della parti in causa debba perdere la faccia nel confronto con le altre parti sedute al tavolo. Sarebbe già un grande miracolo…
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