F1 | Red Bull: Verstappen spegne le voci sulla guerra Horner-Marko
Le voci sui possibili dissapori ai vertici di Red Bull Racing sono state spazzate via dalla presa di posizione di Max: il tre volte campione del mondo ha chiesto garanzie sullo status quo, allontanando i timori che il ruolo di Helmut Marko potessere essere ridimensionato, visto che l'austriaco ha ormai raggiunto la veneranda età di 80 anni. Lo stesso Horner ha voluto smussare gli angoli, ma qualcosa è cambiato con la scomparsa di Dietrich Mateschitz: ora il riferimento è diventato Oliver Mintzlaff.
Lo scorso anno la Red Bull fu informata nel paddock di Austin della scomparsa del fondatore del gruppo austriaco Dietrich Mateschitz.
Negli ultimi dodici mesi l’attività del programma Formula 1 è proseguita senza scossoni, una stabilità che ha permesso di mettere a segno la migliore stagione in assoluto da quando nel 2005 prese vita il progetto Red Bull Racing.
L’incetta di vittorie e nuovi record ha aiutato a mantenere un’atmosfera perfetta all’interno della squadra, ma c’è chi è convinto che ai piani alti qualche crepa potrebbe allargarsi. Per diciannove stagioni Helmut Marko e Christian Horner hanno lavorato fianco a fianco, modellando una squadra diventata il riferimento in Formula 1.
Ci sono stati periodi trionfali e momenti difficili, ma la coppia ha sempre viaggiato affiancata, con Horner impegnato nella gestione del team e Marko focalizzato sui piloti. Il tutto sotto l’ombrello di Mateschitz, a cui è spettata l’ultima parola quando sul tavolo ci sono state scelte strategiche di grande portata.
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Helmut Marko, consulente Red Bull Racing, catechizza Sergio Perez
Nel tempo alcune cose sono ovviamente cambiate, Marko ha raggiunto un’età non indifferente (quest’anno ha festeggiato l’ottantesimo compleanno) e Horner da enfant prodige si è affermato come manager di successo.
Con la scomparsa di Mateschitz, il tandem ha perso un collante importante, ed è facile ipotizzare che sia ancora in corso un periodo di assestamento nel quale le due parti reclamano le rispettive aree di competenza.
Il nuovo CEO, Oliver Mintzlaff, proveniente dal mondo del calcio, è ancora in una fase di studio e finora non è mai uscito troppo allo scoperto. Nel paddock, però, ci sono voci che riportano qualcosa di più di un semplice riassestamento, con aree di potere oggetto di una contesa ancora non risolta.
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Max Verstappen è tranquillo: non c'è nessuna guerra di potere in Red Bull
I rumors sono stati smentiti categoricamente dalla stessa Red Bull nonché da Max Verstappen nella giornata di ieri.
“Ci sono persone all'esterno della squadra che riportano delle sciocchezze – ha commentato Max - l'umore nel team è molto buono, tutti sanno esattamente qual è il loro ruolo, abbiamo cercato di mantenere l'eredità che ci ha lasciato Dieter Mateschitz, continuando a portarla avanti”.
Verstappen ha poi aggiunto: “Tutte le persone che abbiamo oggi nella squadra sono molto importanti per il successo che stiamo ottenendo. Ecco perché non ci sono cambiamenti in vista per il futuro”.
Max non lo dice in modo schietto, ma il messaggio è chiaro: non vuole che nel team ci siano modifiche in quello che è il gruppo dirigente. Verstappen è molto legato a Marko, è stato il consulente austriaco a volerlo fortemente nel 2014, offrendogli un volante in Formula 1 a diciassette anni e tutte le opportunità e gli attestati di stima che Max ha dimostrato di meritare, compreso un contratto da top-driver fino al termine del 2028.
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Ecco la Red Bull RB19 in livrea stelle e strisce in preparazione a Austin
Tra i due c’è un rapporto forte, entrambi sono molto schietti e diretti, e Verstappen è sempre stato lontano da vicende politiche. Nel manuale di un manager forse questo sarebbe perfetto per Max di cambiare fronte, ma non lo farà mai, non è nel suo stile e nella sia visione delle cose.
Marko ha un contratto che scade alla fine del prossimo anno, e non sembra intenzionato a fare un passo indietro.
“Ho un contratto fino alla fine del 2024 – ha ribadito - e alla fine la decisione è degli azionisti, non di Christian Horner, e poi al massimo sarò io a decidere”.
Per quanto il lavoro portato avanti dalla squadra sia di fatto eccezionale, in questa stagione il consulente austriaco è inciampato in più di un’occasione rilasciando dichiarazioni che hanno innescato diverse polemiche smorzate poi a fatica dall’ufficio stampa.
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Helmut Marko ha voluto Max Verstappen in Red Bull nel 2014 e l'olandese è riconoscente all'austriaco
Marko è sempre stato indipendente nella sua gestione, inclusa quella con i media, ed è un aspetto che in qualche occasione può aver indispettivo chi gestisce l’attività della squadra.
Al momento Marko continua a prendere molte decisioni importanti nell’economia della squadra. Spetterà a lui decidere se intervenire o meno in merito alla posizione di Sergio Perez, e sarà sempre lui a valutare se (qualora il messicano fosse messo da parte) puntare o meno su Daniel Ricciardo.
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Christian Horner, Team Principal di Red Bull Racing, parla con l'attrice Drew Barrymore
Horner non ha potere su questo fronte, così come nelle decisioni che riguardano l’AlphaTauri, altro feudo di Marko. Tuttavia, Horner è un manager decisamente abile, sa che non ha senso oggi esporsi come un potenziale antagonista di Marko, e per calmare le acque ha rilasciato delle dichiarazioni molto distensive nella speranza di spegnere le polemiche.
“Uno degli svantaggi di vincere così tanto è che arrivi ad un punto dell'anno in cui non c'è molto di cui scrivere – ha esordito Horner – e visto che non c'è stata competizione con altre squadre, è molto facile per qualcuno lanciare sassi".
"In realtà nulla è cambiato, Helmut ovviamente ha perso il suo grande amico e collega Dietrich, ma è attivo come sempre. E apprezzo il suo contributo. Parliamo quasi ogni giorno di qualsiasi questione importante che riguardi il business della F1, abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto di lavoro e nulla è cambiato”.
"Penso che una delle caratteristiche di Helmut sia la sua onestà, a volte anche brutale – ha proseguito Horner – ma questa è una delle cose più belle del lavorare con lui, sai esattamente come la pensa".
"Siamo sempre stati in grado di prendere decisioni rapide, cosa che continuiamo a fare tuttora, ma solo in un modo leggermente diverso. Invece di passare attraverso un singolo individuo come era in precedenza (con Mateschitz) ora c'è una conversazione leggermente più ampia che coinvolge gli azionisti".
"Ma dal punto di vista della squadra, sostanzialmente non è cambiato nulla, stiamo svolgendo le nostre attività e portando avanti il lavoro come sempre. Ci sono stati dei cambiamenti in AlphaTauri, una ristrutturazione del management che lo allinea maggiormente con Red Bull Racing per sfruttare al meglio le sinergie consentite dei regolamenti”.
Con la scomparsa di Mateschitz, la proprietà della Red Bull è divisa tra suo figlio Mark, che detiene il 49%, e Chalerm Yoovidhya che mantiene la maggioranza. L’imprenditore thailandese ha assistito al Gran Premio del Qatar di due settimane fa, e secondo i media olandesi Verstappen non ha perso l’occasione per presente la sua posizione anche al boss del gruppo.
Max non vuole cambiamenti, per un debito di riconoscenza nei confronti di Marko ma anche perché una squadra che vince non si cambia. E visto quanto è riuscito a conquistare in questa stagione, è difficile dargli torto.
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