F1 | Red Bull: un distacco di 20" per tappare la bocca a tutti
Verstappen, dopo la cocente delusione di Singapore, durante una partita a paddle aveva promesso a Christian Horner che avrebbe vinto a Suzuka con un distacco di venti secondi sugli inseguitori. L'olandese ha mantenuto la promessa prima di regalare alla Red Bull il sesto mondiale Costruttori. Max è in stato di grazia, mentre Sergio Perez somma un errore dietro l'altro e quando l'euforia per il titolo si affievolirà, la sua posizione verrà di nuovo messa in discussione.
La Red Bull ha messo d’accordo anche l’aritmetica, festeggiando a Suzuka un titolo mondiale Costruttori annunciato dallo scorso mese di marzo. La festa, iniziata con la presenza sul podio di Christian Horner, è arrivata al termine di una fine settimana in cui la squadra ha messo le cose in chiaro dopo il weekend ‘no’ di Singapore. A Suzuka era attesa una risposta, ed è arrivata in modo inconfutabile, grazie ad una performance dominante di Max Verstappen preannunciata in qualifica e confermata nei 53 giri di gara.
Il leader del mondiale ha dovuto guardare gli specchietti solo per qualche secondo, il tempo che ha separato lo spegnimento del semaforo dall’ingresso di curva 1. “Subito dopo il via ho provato a chiudere Oscar – ha spiegato - ma quando ho guardato alla mia sinistra ho visto Lando arrivare con molta velocità. Non ho potuto far altro che tenere la mia linea, ma per fortuna tra curva 1 e curva 2 il grip sulla traiettoria interna era buono e sono riuscito a mantenere la prima posizione”.
Respinto l’assalto delle due McLaren, Verstappen ha preso il largo disputando una gara a parte. Dopo il secondo pit-stop (giro 37) Max si è lanciato per cercare il giro più veloce, stampando un crono più veloce di 1”064 rispetto al più vicino degli avversari (Norris), 1”428 su Hamilton, 2”004 su Sainz. Il margine sul traguardo, 19 secondi su Norris, è sembrato anche meno ampio rispetto a quanto visto in pista.
Max Verstappen, Red Bull Racing, vittorioso a Suzuka
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Dopo la gara Horner ha svelato un retroscena: “Abbiamo lasciato Singapore o un po’ frustrati, ma mercoledì mi sono visto con Max per giocare a paddle ed era davvero entusiasta! Mi ha incuriosito, e mi ha detto che voleva vincere la gara con 20 secondi di vantaggio, alla fine ha mancato l’obiettivo per sette decimi di secondo! Fin dal primo giro delle prime prove libere, quando è stato 1,8 secondi più veloce rispetto al resto del gruppo, si è capito che era totalmente concentrato su questo fine settimana, ed è arrivata una prestazione eccezionale, il suo ultimo giro in qualifica di ieri rimarrà come uno dei migliori giri di tutti i tempi”.
Horner, come è usanza in queste giornate, ha poi reso omaggio a tutti i 22 dipartimenti che operano nella sede di Milton Keynes, esaltando il lavoro delle figure chiave, Adrian Newey, Pierre Waché, Ben Waterhouse, Craig Skinner ed Enrico Balbo.
Max Verstappen in bagarre con Lando Norris al via del GP del Giappone
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Poi è arrivato il turno della celebrazione di Verstappen: “Max è assolutamente al top – ha spiegato Christian Horner – in questo momento è il miglior pilota in Formula 1, ma deve esserci tutto, macchina, pilota e una squadra in totale armonia. Max ha una fame incredibile, così come una grande determinazione ed un enorme talento, e riesce a mettere insieme queste qualità senza farsi distrarre da alcuni degli aspetti della Formula 1”.
“Ad inizio stagione eravamo fiduciosi – ha proseguito Horner – ma questo titolo Costruttori, per come è arrivato, è andato oltre i nostri sogni più ottimisti”.
L’unica nota stonata in una giornata trionfale per la Red Bull è stato Sergio Perez. La festa della squadra ha fatto passare in secondo piano la disastrosa domenica del messicano, ma nei briefing dei prossimi giorni l’argomento, anche all’interno della squadra, sarà affrontato.
Perez ha motivato la catena di errori che lo ha visto protagonista con i danni riportati dalla sua monoposto al via. “Ho avuto una partenza orribile – ha spiegato Checo - e mi sono ritrovato con Sainz alla mia destra e Lewis alla sinistra. Alla prima curva ho perso l’endplate dell’ala anteriore e da quel momento non ho più sentito l’avantreno. Abbiamo cambiato l'ala anteriore ma il comportamento della monoposto non è cambiato quindi penso che ci fossero molte più cose danneggiate sulla macchina. Nell’incidente con Magnussen è stata colpa mia, ma stavo anche soffrendo molto in frenata con l’anteriore”.
Perez ha le sue spiegazioni, come è giusto che sia, ma non è ciò che ci si aspetta da un pilota che guida la miglior Red Bull di sempre. Possono esserci anche circostanze sfortunate, ovviamente, ma in molti di questi episodi Perez si è ritrovato in posizioni che non dovevano essere sue, scenari che non dovrebbero essere frequentati da un pilota che ha come obiettivo minimo quello di puntare al podio.
Se per la Red Bull e Verstappen gli obiettivi stagionali sono stati ampiamente raggiunti, per Perez le ultime sei gare 2023 sono tutt’altro che un’opportunità per ritoccare qualche record storico. Helmut Marko non è conosciuto come per essere un manager molto paziente, e non di rado cambia idea. L’effetto anestetico garantito dal titolo mondiale conquistato a Suzuka non durerà a lungo, e per Perez sarà cruciale farsi trovare in una posizione migliore quando i festeggiamenti saranno terminati.
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