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F1 | Red Bull svetta, Ferrari cerca il passo nelle curve veloci

La prima giornata di libere in Spagna è andata in archivio con il classico duo Max Verstappen-Red Bull a farla da padrone. La RB19 ha confermato di avere un ottimo bilanciamento, mentre alle loro spalle si è inserita una Aston Martin AMR23 che fa del carico aerodinamico puro il suo punto di forza. Ferrari si esalta nei tratti a media-bassa velocità, ma sta ancora cercando il passo nelle zone veloci, dove emergono i limiti progettuali della SF-23. Osserviamo cosa raccontano i dati.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Red Bull davanti e il gruppo a inseguire. Il primo giorno di prove libere in catalogna sembra il classico venerdì visto più volte nel corso di questa stagione, con una RB19 all’apparenza un gradino sopra i rivali diretti, sia sul giro secco che nelle simulazioni sulla lunga distanza, a cui si aggiunge la supremazia targata Max Verstappen.

Uno scenario cu sui è facile sbilanciarsi, con l’olandese che ha già posto la sua pesante candidatura sul Gran Premio di Spagna grazie a un feeling immediato sin dalle prime prove. Al contrario, esercizio più complicato è districarsi su ciò che è accaduto alle spalle dell’olandese, che ha visto una Aston Martin seria contendente per il secondo posto, una Alpine alla ricerca di conferme e una Ferrari che sta tentando di trovare la propria strada. In questo gruppetto si è inserita anche alla Haas di un sorprendete Nico Hulkenberg, capace di tirare fuori dal cilindro una prestazione da rimarcare, soprattutto nel primo settore.

Il ritorno al vecchio layout ha cambiato il volto del tracciato sotto diversi punti di vista. Il carico aerodinamico richiesto rimane sempre nella zona più alta della scala, ma l’eliminazione della chicane nell’ultimo intertempo ha modificato in maniera notevole il set-up a livello sospensivo. Fino all’anno passato i team dovevano tenere in considerazione la necessità di dover ammorbidire l’assetto per attaccare i cordoli nel cambio di direzione, mentre ora non vi è più la necessità di dover scendere a grandi compromessi. Inoltre, date le velocità maggiori, quest'anno il dosso in ingresso di curva 14 infastidisce i piloti più del passato. 

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Infatti, le ultime due curve e il loro asfalto sconnesso hanno lasciato la porta aperta al ritorno del bouncing, quel saltellamento che bene o male tutte le vetture hanno evidenziato in quel tratto della pista. Tra i top team chi sembra averne sofferto maggiormente è la Ferrari, mentre Red Bull e Aston Martin sono state in grado di mantenere un assetto più costante in percorrenza, il che chiaramente aiuta.

Osservando le telemetrie, il primo aspetto lampante è che Aston Martin sia tornata ad avere quel classico gap sui rettilinei che si era visto prima dell’introduzione della nuova ala posteriore in Azerbaijan. Su questo piano sarà interessante vedere se la squadra di Silverstone ha del margine o se dovrà correre in difesa, cercando di massimizzare i propri punti di forza in altre zone del tracciato.

Se è pur vero che in realtà nel secondo tentativo Alonso sia poi stato in grado di migliorare il crono nel primo intertempo, ciò è dovuto al fatto che abbia potuto sfruttare la scia di una McLaren più che a un passo in avanti in termini di mappature. È interessante infatti notare come le due Mercedes ufficiali, così come la MCL60 di Lando Norris (autore di un ottimo primo settore prima di abortire il giro per un errore in curva 12), in realtà abbiano ottenuto valori particolarmente interessanti alla fine del lungo rettilineo, per cui sarà un tema a cui prestare attenzione in qualifica.

Confronto Alonso-Verstappen Libere Spagna

Confronto Alonso-Verstappen Libere Spagna

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Tuttavia, sia nella prima che nella seconda sessione la AMR23 non ha mostrato solo basse velocità di punta, ma anche una certa insofferenza in inserimento della prima chicane, dove Max Verstappen la fa da padrone, soprattutto nel cambio di direzione. Aspetto che merita menzione è come in uscita l’olandese vada a sfruttare quanta più pista possibile, passando sulla zona esterna in cemento, mentre Alonso preferisce una traiettoria più chiusa, restando all’interno della linea bianca.

Su questo tema la Ferrari è apparsa un grande punto interrogativo per tutto il venerdì, anche per quanto riguarda il confronto interno. Già nella prima sessione, dove aveva però girato con il vecchio pacchetto, Leclerc ha mostrato ben più di qualche difficoltà nell’interpretazione del primo settore. Nella prima chicane tenta di portare maggior velocità in curva, patendo però il cambio di direzione che lo porta ad avere una traiettoria differente in uscita; tuttavia, l’occhio posa soprattutto su curva tre, dove il monegasco non è mai riuscito ad individuare un approccio che lo potesse portare sui numeri di rivali, nemmeno quelli del compagno di casacca.

Se Fernando Alonso, Max Verstappen, ma anche Esteban Ocon, riescono a mantenere il pedale senza alzare, diverso è il caso dei due Ferraristi, i quali per tutta la giornata hanno mostrato una evidente parzializzazione dell’acceleratore. Ciò è ancor più evidente nel caso di Leclerc, mai competitivo in quel tratto, mentre Sainz, seppur non sia in linea sui medesimi valori degli avversari, riesce a limitare il tempo perso. Anche in questo caso sarà interessante capire se le difficoltà di oggi del monegasco siano legate più ad una scelta di preservare le gomme per il resto del giro, dato che le coperture soft hanno dimostrato di non reggere più di una tornata, oppure se i problemi persisteranno in qualifica.

Confronto Leclerc-Sainz Libere Spagna: si può notare come il monegasco fatichi in curva 3

Confronto Leclerc-Sainz Libere Spagna: si può notare come il monegasco fatichi in curva 3

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Curva cinque, uno dei tratti più insidiosi del tracciato dove generalmente emergono i problemi di anteriore dato il suo particolare raggio e il leggero camber che spinge verso l’esterno, è quello dove in realtà la Ferrari si è meglio comportata. Un tema che in realtà tornerà in altre zone del tracciato, ma è altrettanto importante sottolineare che dietro questa differenza vi è anche una diversa interpretazione. Leclerc è quello che sceglie una linea più larga e convenzionale, senza forzare; al contrario, Verstappen cerca di tagliare in ingresso mantenendosi sempre vicino al cordolo interno, aspetto che chiaramente incide sulle velocità minime ma che permette di percorrere meno metri.

È però in curva nove dove si iniziano a vedere i limiti progettuali della SF-23, una vettura che non fa del carico complessivo il suo punto di forza come lo era invece per la F1-75. Mentre il due volte campione del mondo riesce quasi a non alzare il piede e Fernando Alonso è costretto a scendere fino al 64% del pedale per un breve momento, i due Ferraristi hanno sofferto evidenziando una fase di parzializzazione più prolungata, la quale chiaramente si ripercuote sulle velocità di percorrenza. Nel caso di Leclerc si tratta di 12 km/h in meno di Max Verstappen, paradossalmente in linea con quelle della Haas, vettura che in realtà si è spesso ben espressa sui tratti più rapidi.

Lo stesso comportamento lo si è potuto osservare anche nell’ultima curva, che ora prevede una velocità di ingresso notevolmente più alta rispetto al passato. Anche in questo caso, se l’olandese è stato in grado di percorrerla quasi in pieno e lo spagnolo dell’Aston Martin ha dovuto parzializzare per un periodo di tempo comunque contenuto, i piloti del Cavallino hanno dovuto alzare il piede più a lungo. Per altro, fino al tentativo di simulazione qualifica non era stato inusuale vederli dare un colpetto sul freno prima dell’inserimento, in modo da diminuire la velocità in ingresso ed evitare di finire in sottosterzo.

Confronto Leclerc-Verstappen Libere Spagna

Confronto Leclerc-Verstappen Libere Spagna

Photo by: Gianluca D'Alessandro

L’aspetto interessante è che in realtà la SF-23 sia in uscita di curva dieci che in uscita dell’ultima curva riesce a compensare quanto perso precedentemente arrivando a toccare velocità di punta più alte, segnale che in entrambe le situazioni la Power Unit ha dato un buon apporto. Al contrario, in questi tratti emergono i punti di forza di chi ha una buona stabilità e tanto carico aerodinamico, come Aston Martin e Red Bull, che infatti si sono dimostrate le più rapide in assoluto.

Tra curva nove e la doppia destra finale, tuttavia, ci sono curva dieci e curva dodici, due zone particolari che meritano un discorso a parte. Curva dieci è stata completamente ridisegnata un paio di anni fa e, con la nuova configurazione, le modalità di approccio si sono moltiplicate. Durante la FP1 era stato chiesto a Charles Leclerc di mantenersi più quanto più vicino al cordolo interno, con un comportamento che ha poi replicato anche in FP2. Al contrario, gli altri due protagonisti, così come Sainz del resto, lasciano scorrere la vettura in entrata, sapendo di poter poi sfruttare lo spazio esterno per andare a chiudere la curva.

Le buone prestazioni in questa zona, così come alla dodici, sembrano quasi un indicatore che, quantomeno in questo venerdì spagnolo, la Ferrari sembra aver trovato un modo di riuscire a far funzionare bene l’anteriore in quei tratti a media velocità sotto i 150 km/h.

 

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