F1 | Red Bull non ha copiato Mercedes, ma apre una nuova strada
Anche se le somiglianze di certe soluzioni avevano lasciato intendere che la squadra di Milton Keynes avesse copiato le idee che non hanno funzionato sulla Stella, il direttore tecnico della Red Bull, Waché ha spiegato che hanno avviuto un nuovo corso tecnico basato solo su numeri e simulazioni, perché il concetto RB19 era arrivato al limite.
L’aspetto esterno della Red Bull RB20 nel giorno della presentazione ha lasciato affiorare il dubbio che Adrian Newey avesse voluto dare una “lezione” alla Mercedes, adottando alcune delle soluzioni che sulle frecce nere non avevano funzionato, dimostrando, invece, che potevano essere vincenti.
Dopo aver scoperto le caratteristiche della vettura di Milton Keynes è più giusto limitare il giudizio a una semplice analisi esteriore, perché la RB20 esprime concetti tecnici che sono altra cosa rispetto a quelli introdotti dalla Stella.
Red Bull RB20: ecco l'impianto di raffreddamento a quattro stadi separati
Photo by: Giorgio Piola
Per la prima volta abbiamo visto un sistema di raffreddamento che è stato separato in quattro impianti separati che danno molto la sensazione di essere modulari, adattabili alle caratteristiche dei diversi circuiti. Se provate a far cadere 10 centesimi negli interspazi fra un componente e l’altro nelle fiancate della Red Bull è difficile pensare che arrivino al fondo, tanto gli spazi sono stati studiati per un packaging tanto complesso da lasciare a bocca aperta.
È evidente che chi ha parlato della possibile evoluzione della RB20 verso una versione “zero pods”, tanto per restare al tema Mercedes, non poteva sapere cosa effettivamente ci fosse dentro alla pancia della macchina di Milton Keynes.
Red Bull RB20: ecco le prese d'aria per il raffreddamento dell'acqua e dell'intercooler
Photo by: Giorgio Piola
La Red Bull ha potuto deliberare una forma aerodinamica estrema solo grazie al superamento dei concetti della RB19 dominatrice l’anno scorso con 22 vittorie su 23 GP. La vettura campione del mondo aveva ormai raggiunto i suoi limiti di sviluppo ed era necessario introdurre una nuova idea di macchina a effetto suolo se si voleva fare un salto di qualità, nella consapevolezza che gli avversari si sarebbero molto avvicinati.
Dire, quindi, che la Red Bull abbia copiato la Mercedes è sbagliato, al netto di alcune somiglianze che lasciavano intendere questa similitudine. A dirimere la questione ci pensa il direttore tecnico Pierre Waché, che ha spiegato come a Milton Keynes siano arrivati a certe scelte, avendo avuto la possibilità di avere più tempo per sviluppare la vettura 2024 avendo fermato lo sviluppo della RB19 prima degli altri potendo contare su un vantaggio tecnico incolmabile.
Red Bull RB20: il nuovo sistema di regolazione dell'ultimo flap nel confronto con la soluzione RB19
Photo by: Giorgio Piola
Alla domanda di Motorsport.com se c’era un po’ ironia nell’essere andati su idee viste sulla Mercedes il francese ha spiegato: “No, non la vedo in questo modo, è andata in un altro modo. Intanto perché è meglio sviluppare le proprie idee. Poi abbiamo deciso di fare un passo indietro: abbiamo analizzato cosa dicevano il cronometro e i nostri sistemi, per decidere cosa fosse meglio per il futuro”.
E a mente sgombra sono venuti fuori nuovi criteri di sviluppo che hanno fatto dire a Waché che è stata intrapresa una strada “… che è decisamente molto migliore di prima”. La Red Bull, quindi, non ha guardato la Mercedes, ma ha basato le sue scelte sulle simulazioni e i numeri: “Sapevamo che gli altri sarebbero arrivati, e con il concetto della RB19 non avevamo ampi margini di crescita per cui abbiamo deciso di scommettere e di rischiare un po’. Ora abbiamo più libertà di cambiamento”.
Pierre Waché, direttote tecnico della Red Bull Racing
Photo by: Motorsport Images
Il messaggio di Waché è chiaro: la Red Bull, appena messa in pista, è andata subito fortissimo, almeno nelle mani di Max Verstappen. La RB20 non è una monoposto facile, come può sembrare la Ferrari SF-24, almeno a giudicare le difficoltà di adattamento di Sergio Perez, ma a Milton Keynes sono solo all’inizio di un percorso di crescita (già definito e programmato) che verrà attuato in funzione della competitività degli avversari.
Questa Red Bull apre un nuovo ciclo tecnico che ambisce al totale dominio di questo ciclo regolamentare che si completerà nel 2025. Solo le guerre politiche intestine, che sono deflagrate dopo il caso Horner, possono far esplodere un sistema che sembra inattaccabile dell’esterno…
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.